Il paese delle spose infelici |
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Un film di Pippo Mezzapesa.
Con Aylin Prandi, Nicolas Orzella, Luca Schipani, Rolando Ravello, Antonio Gerardi.
continua»
Drammatico,
durata 82 min.
- Italia 2011.
- Fandango
uscita venerdì 11 novembre 2011.
MYMONETRO
Il paese delle spose infelici
valutazione media:
3,14
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Impressionismo pugliese .di giaco912Feedback: 3 |
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sabato 12 novembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La puglia cinematografica è molto spesso ricordo illuminato dalla luce del suo cielo celeste rubino, colorato dalla campagna giallina e mediterranea e melodizzata dal suono del vento sul grano .Mezzapesa riesce a riportare sulla pellicola una puglia vissuta e masticata: le nubi che si cospargono fra le ciminiere , il campetto da calcio di fango , le casette rustiche di campagna , i muretti a secco e le recinsioni di rete .Disegna e colora il tutto con un tocco personalissimo e emotivamente tangibile dallo spettatore. Risulta meno tangibile e meno interessante la realtà umana insediata tra e fra il panorama pugliese . La gioventù popolana e il giovane borghese . Contrasti societari già visti e già sentiti e per ciò difficilissimi da raccontare . Il ragazzo di vita e il ragazzo di chiesa , il ragazzo che vive nell'orrido popolano e il ragazzo che vive in una casa lussuosa .Raccontare scenari metabolizzati cinematograficamente da anni è fin troppo rischioso . Infatti il film perde la sua delicata esteticità visiva e musicale per dar spazio ad un sociale grigio e inodore .Un sociale umanitario ,forse, troppo segmentato :si salta dallo spacciatore cattivo all'allenatore buono di giovani promesse , dal bambino lavoratore con il padre malato in casa al politico rude e folcloristico . Insomma tanti personaggi dal profilo insipido e muto . Anche la sposa infelice che vorrebbe tanto volare perde la sua poesia . Una scommessa poetica poco riuscita . Anche essa è una figura grigiastra e già vista ,depredata del suo fascino tragico e misterioso. L'oggetto della curiosità e anche del desiderio puberale è un ritratto senza viso . Un pasolinismo in salsa pugliese , poco riuscito .Nel lungometraggio non si riesce a cogliere l'umanità (in tutta la sua bellezza e bruttezza) dei personaggi . La nota più umanitaria è paradossalmente la musica . Quella umanità leggera ma forte allo stesso tempo :lo stridere dei violini nella scena finale ne è un esempio magistrale . La musica è contorno e materia perfetta dell'opera .Ma sembra che con questo lungometraggio non si sia voluto rischiare , si è cercato di volare però attaccati alla caviglia da una catena . Il film è certamente forte del talento del registra che sa come lavorare la sua terra , conosce e ama la sua culla , ne conosce le sfumature e gli odori ,e sa come lavorali e estetizzarla con le proprie mani e con le immagini del proprio animo .Però risulta più difficile innescare uno scenario sociale nella sua umanità e nella sua complessità introspettiva . Mezzapesa sembra soffrire un tipo di realtà societaria e di classe che difficilmente può trovare spazio nella sua delicata poesia cinematografica . Insomma "Il paese della sposa infelice "è un ritratto impressionista imbrattato dal sociale
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