algernon
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mercoledì 11 maggio 2011
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contraddizioni armate algerine
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bellissimo film che segue la storia di tre fratelli algerini, dapprima espropriati della loro terra madre, poi emigrati in Francia ed entrati nella lotta armata del Fronte di Liberazione Nazionale. tre storie in parte divaricate, Saïd infatti si dedica allo sfruttamento della prostituzione e appoggia solo esternamente Messaoud e Abdelkader, che partecipano invece direttamente alle attività terroristiche. il film descrive benissimo le personalità dei tre fratelli, e le fatali contraddizioni fra bene e male, fra la giusta aspirazione per l'autodeterminazione del popolo algerino e i feroci e sanguinari attentati con i quali si prefiggono di raggiungerla, che tante vittime innocenti hanno lasciato sul campo, e che pure hanno contribuito a condurre, infine, all'indipendenza dell'Algeria dalla Francia.
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filippo catani
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mercoledì 29 agosto 2012
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tre fratelli in lotta per l'algeria
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Alla metà degli anni '50 tre fratelli algerini si trovano in Francia a dover fare i conti con la lotta armata per l'indipendenza della loro terra. Uno è un ex militare che ha partecipato alla guerra in Indocina e lotterà insieme al fratello che è veramente fedele alla lotta armata. Il terzo si divide tra la gestione di un cabaret e l'allenamento di pugili ma finirà per contribuire anche lui alla lotta.
Molto interessante questa lettura della lotta che portò alla indipendenza dell'algeria vista dagli occhi e dalle azioni di tre fratelli già segnati dall'infanzia da un torto subito. Nonostante le diversità di vedute i tre rimarranno sempre uniti e se il maggiore abbandonerà anche la famiglia pur di continuare la lotta armata sarà il mezzano quello che voterà anima e corpo alla rivoluzione sacrificando anche i suoi sentimenti per una giovane ragazza.
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Alla metà degli anni '50 tre fratelli algerini si trovano in Francia a dover fare i conti con la lotta armata per l'indipendenza della loro terra. Uno è un ex militare che ha partecipato alla guerra in Indocina e lotterà insieme al fratello che è veramente fedele alla lotta armata. Il terzo si divide tra la gestione di un cabaret e l'allenamento di pugili ma finirà per contribuire anche lui alla lotta.
Molto interessante questa lettura della lotta che portò alla indipendenza dell'algeria vista dagli occhi e dalle azioni di tre fratelli già segnati dall'infanzia da un torto subito. Nonostante le diversità di vedute i tre rimarranno sempre uniti e se il maggiore abbandonerà anche la famiglia pur di continuare la lotta armata sarà il mezzano quello che voterà anima e corpo alla rivoluzione sacrificando anche i suoi sentimenti per una giovane ragazza. Il terzo che pare essere il più guascone e amante della bella vita non potrà fare a meno di seguire in parte le mosse dei fratelli ed essere unito a loro fino alla fine. Notevoli le differenze con un classico come la battaglia di Algeri di Pontecorvo ma anche questo film rende con estrema crudezza il clima di odio e disperazione che si respirava in quei frangenti.
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angelo umana
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martedì 24 maggio 2011
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tutta la nostra anima dev'essere votata al partito
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Un film di Rachid Bouchareb merita di essere visto per la riconoscenza che gli si deve per London River. Questo sulla guerriglia che portò all'indipendenza dell'Algeria dalla Francia ha anche il pregio di mostrare una certa neutralità verso il conflitto, di non prendere le parti degli oppressori nè degli oppressi. Le due categorie del resto non sono sempre facili da discernere. E' simbolico l'esproprio che viene fatto alla famiglia dei tre fratelli all'inizio del film, "in nome della legge", una legge che - chissà perché - è sempre quella del più forte, spesso anche ai nostri giorni. I tre fratelli si ritroveranno a lottare insieme per la giusta causa dell'indipendenza, uno dei tre lo farà per l'ancora più giusta causa dell'affetto che lo lega agli altri due.
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Un film di Rachid Bouchareb merita di essere visto per la riconoscenza che gli si deve per London River. Questo sulla guerriglia che portò all'indipendenza dell'Algeria dalla Francia ha anche il pregio di mostrare una certa neutralità verso il conflitto, di non prendere le parti degli oppressori nè degli oppressi. Le due categorie del resto non sono sempre facili da discernere. E' simbolico l'esproprio che viene fatto alla famiglia dei tre fratelli all'inizio del film, "in nome della legge", una legge che - chissà perché - è sempre quella del più forte, spesso anche ai nostri giorni. I tre fratelli si ritroveranno a lottare insieme per la giusta causa dell'indipendenza, uno dei tre lo farà per l'ancora più giusta causa dell'affetto che lo lega agli altri due.
Però risulta un pò illogico, se non demenziale, che "tutta la nostra anima deve essere votata al partito", oppure frasi come "sono costretto a farlo per il bene di mio figlio", "per lui ho fatto tanto" e "conosco solo la morte" ed ancora "mi batto per una causa giusta". La storia del mondo è lunga, forse sono letali queste certezze, non risulta chiaro in assoluto cosa è bene e cosa è male. Le guerre d'indipendenza, viste a distanza di decenni o di secoli, ci dicono - la mia è una provocazione - che se l'Algeria fosse rimasta francese e se l'Italia fosse rimasta sotto il dominio austriaco, sarebbero oggi nazioni migliori.
Peccato dunque che la tedesca Helene, collaboratrice degli indipendentisti, non venga ascoltata da uno dei tre fratelli di cui si è innamorata, il più idealista: "Dimentica la rivoluzione per una sera!".
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