Fair Game - Caccia alla Spia |
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Un film di Doug Liman.
Con Sean Penn, Naomi Watts, Sam Shepard, Bruce McGill.
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Titolo originale Fair Game.
Azione,
durata 107 min.
- USA 2010.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 22 ottobre 2010.
MYMONETRO
Fair Game - Caccia alla Spia
valutazione media:
2,45
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Non indispensabiledi Francesco2Feedback: 41676 | altri commenti e recensioni di Francesco2 |
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venerdì 11 novembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Negli ultimissimi anni, sono state diverse le pellicole che Hollywood ha dedicato al tema delle guerre "Altre", quelle che inseguono un nemico (Sino a poco tempo fa) non geograficamente localizzabile, tra il cosiddetto "Asse del bene" (L'Occidente cristiano e democratico, che mai come in questo film risulta non essere né l'uno nè l'altro), e quello "Del male (Quello islamico, anti-democratico, che costituirebbe un pericolo per la nostra civiltà). "Syriana", con risultati estremamente diseguali, cercava di palesare -Ma non troppo, essendo cinema di spionaggio(!)- la (con) fusione tra la dimensione privata e quella pubblica, affidandosi a un non ineccepibile George Clooney. Il non indimenticabile ma forse più compatto "Green Zone" cercava un taglio un pò diverso, soffermandosi decisamente di meno sulla dimensione privata del protagonista. Dei tre film -Tralasciando il bellisimo "The Hurt Locker"- quello di cui stiamo per parlare, secondo chi scrive, è il meno riuscito. L'attenzione viene , anche o soprattutto qui, focalizzata sul confine tra dimensione privata e pubblica. In realtà però argomenti come conflitto tra l'etica teorica e quella verso lo Stato -Riferendosi al trattamento riservato agli scienziati- vengono praticamente accennati, lasciando il sospetto di una retorica di fondo sull'-Autentica- ingiustizia del potere. Generi come la "Spy-stiry" e la denuncia sembrano confusi, molto più che amalgamati. E quello che vorrebbe apparire il paradosso di fondo -Lo Stato che perseguita il cittadino leale e "probo", anziché premiarlo- viene (rac)colto in situazioni troppo spesso banali, come la giornalista che aggredisce Penn al ristorante o le telefonate ricevute dalla Watts. A proposito di Penn: non dubito molto che sia un attore eccellente, ma forse dovrebbe fare attenzione a non imitare gente come i nostri Castellitto E Proietti, che nella loro -Credo- grandezza finiscono per riprodurla sempre, quasi a scapito del personaggio. La Watts migliora man mano che il film procede, ma non è detto ciò sia sufficiente.
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