laulilla
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domenica 29 agosto 2010
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ruoli e convenzioni
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Due giovani parigini, Mousse e Louis si amano da tempo e da tempo si drogano, senza troppe difficoltà, perché, essendo ricchi, non sono costretti a rubare o a prostituirsi. I loro privilegi sociali, però, non li rendono invulnerabili: dopo l'ennesima assunzione di eroina il fisico di Louis non regge. Si salverà, con difficoltà, Mousse, che all'ospedale apprenderà di essere incinta. Questo antefatto si chiude con i funerali di Louis e con un breve e freddo incontro fra Mousse e la madre di Louis, che le promette aiuto nel caso decidesse, come le sembrerebbe ovvio, di abortire. Il seguito del film si sposta sulle spiagge basche tra la Francia e la Spagna, in un paesetto dove Mousse, che non ha abortito, intende trascorrere in pace la propria gravidanza.
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Due giovani parigini, Mousse e Louis si amano da tempo e da tempo si drogano, senza troppe difficoltà, perché, essendo ricchi, non sono costretti a rubare o a prostituirsi. I loro privilegi sociali, però, non li rendono invulnerabili: dopo l'ennesima assunzione di eroina il fisico di Louis non regge. Si salverà, con difficoltà, Mousse, che all'ospedale apprenderà di essere incinta. Questo antefatto si chiude con i funerali di Louis e con un breve e freddo incontro fra Mousse e la madre di Louis, che le promette aiuto nel caso decidesse, come le sembrerebbe ovvio, di abortire. Il seguito del film si sposta sulle spiagge basche tra la Francia e la Spagna, in un paesetto dove Mousse, che non ha abortito, intende trascorrere in pace la propria gravidanza. Questa seconda parte del film è disseminata di indizi che rivelano che il rapporto di Mousse con la maternità è quanto meno problematico e che è comunque separato dalla saldissima convinzione (che mai l'abbandona), di portare a compimento la gravidanza: sono le motivazioni di questa sua scelta a rendere perplessi: per un aspetto Mousse vorrebbe far rivivere nel suo corpo, almeno per un po', Louis, che non c'è più; per un altro, è curiosa di vedere la nuova creatura, di capire a chi assomiglia, come avrà gli occhi...motivazioni, insomma simili a quelle di altre donne, ma accompagnate da un' inquietudine particolare, che diventa acuta dopo che, durante un casuale incontro sulla spiaggia, una donna, con una certa esaltazione enfatica, le prodiga consigli sul suo futuro ruolo materno. L'ha raggiunta, in questo luogo, il fratello gay di Louis, Paul, che stabilisce con lei un complesso rapporto, inizialmente conflittuale, poi sempre più affettuoso: sono entrambi soli, non accettati dal resto della società, un gay e una drogata, che non ha ancora deciso se smettere. Le confidenze fra i due rivelano ciò che non ci si aspetta: la madre di Louis, ostile alla gravidanza di Mousse, era stata in realtà una donna frustrata nello spasmodico desiderio di un secondo figlio; il gentilissimo Paul desidererebbe davvero l'affetto di un figlio, mentre Mousse anela ancora alla propria libertà e non si sente pronta a fare la madre. Il film, dunque, ci chiede che cosa significa il ruolo di madre in un mondo nel quale la condizione femminile è profondamente cambiata; ci chiede inoltre se altri soggetti che hanno dentro di sé quella profonda tenerezza che convenzionalmente viene ancora ritenuta una prerogativa esclusivamente femminile, non possano essere a loro volta altrettanto degni di svolgere quel ruolo. Mi pare che questa domanda, che si può considerare una provocazione intellettuale e culturale del regista Ozon, sia diventata, però, un film commovente e poetico, recitato benissimo dal giovane Paul, nella vita musicista e non attore, cui si devono le musiche del film, e da Isabelle Carré (incinta per davvero), umanissima Mousse.
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paride86
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martedì 30 ottobre 2012
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insomma
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Storia di una tossicomane che, perso il fidanzato per overdose, si accorge di essere incinta. Tra lei e il fratello del defunto si instaurerà un legame particolare.
François Ozon racconta una storia intimista e delicata, ma la fastidiosa immaturità dei personaggi prende il sopravvento sula compassione e la comprensione che si potrebbe provare per i loro drammi personali e le loro scelte private.
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gianleo67
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domenica 24 novembre 2013
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la maternità ai tempi dell'abbandono
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Coppia di amanti dediti all'eroina viene ritrovata agonizzante dalla madre di lui nel lussuoso appartamento parigino in cui convivono. Lui muore e lei, rimasta incinta, si rifugia nella casa isolata di una assolata località di villeggiatura sull'oceano per sfuggire alle pressioni della ricca e facoltosa suocera che la vorrebbe far abortire. Raggiunta dal fratellastro del suo ex amante, porterà avanti la gravidanza instaurando con questi una relazione affettiva di delicata intensità emotiva.
Terzo e ultimo film di una trilogia 'del Lutto' (dopo 'Sotto la sabbia' del 2000 e 'Il tempo che resta' del 2005) che articola gli elementi di realismo sociale della narrazione secondo le ambiguità psicologiche e l'allusività semantica tipiche del suo cinema, Ozon ci mostra il percorso di una riabilitazione esistenziale che partendo dall'epilogo traumatico di un menage sentimentale basato sui paradisi artificiali dell'eroina si sposta verso la lenta e sofferta elaborazione di un istinto di maternità come segno di una sconosciuta continuità affettiva, oltre la naturale resistenza di un immendabile egoismo.
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Coppia di amanti dediti all'eroina viene ritrovata agonizzante dalla madre di lui nel lussuoso appartamento parigino in cui convivono. Lui muore e lei, rimasta incinta, si rifugia nella casa isolata di una assolata località di villeggiatura sull'oceano per sfuggire alle pressioni della ricca e facoltosa suocera che la vorrebbe far abortire. Raggiunta dal fratellastro del suo ex amante, porterà avanti la gravidanza instaurando con questi una relazione affettiva di delicata intensità emotiva.
Terzo e ultimo film di una trilogia 'del Lutto' (dopo 'Sotto la sabbia' del 2000 e 'Il tempo che resta' del 2005) che articola gli elementi di realismo sociale della narrazione secondo le ambiguità psicologiche e l'allusività semantica tipiche del suo cinema, Ozon ci mostra il percorso di una riabilitazione esistenziale che partendo dall'epilogo traumatico di un menage sentimentale basato sui paradisi artificiali dell'eroina si sposta verso la lenta e sofferta elaborazione di un istinto di maternità come segno di una sconosciuta continuità affettiva, oltre la naturale resistenza di un immendabile egoismo. Costruendo le simmetrie artificiose di storie personali che finiscono provvidenzialmente per intrecciarsi e alternado la esemplare contrapposizione tra morte e rinascita, abbandono e riconquista, sessualità e amore materno, si ricerca un percorso di trasformazione dell'identità in cui l'energia latente di un misterioso impulso di sopravvivenza (a se stessi, al proprio passato, ad un'ambiente sociale ostile e meschino) viene innescata dalla presenza ammaliante di un giovane virgulto di ineffabile sensibilità, il candido emissario di un riscatto umano e sociale cui avvicinarsi dapprima con ostile diffidenza e poi con la lucida consapevolezza di un sentimento intimo e segreto. Pur nella complessità dei risvolti psicologici di una firma autoriale che fa dell'ambiguità e del gioco delle apparenze il suo marchio di fabbrica e nella pretestuosa artificiosità del racconto, Ozon riesce a trasmettere il senso materico di un sensuale fisicità che media il rapporto tra i personaggi, tracciando il percorso conturbante di una vibrante emotività alla riscoperta di sentimenti condivisi, di una struggente nenia materna come filo conduttore verso il recupero di un candore infantile ormai consegnato all'oblio della maturità. Nel finale di prevedibile e straziante tenerezza il cerchio si chiude nella continuità di un figlio abbandonato affidato alle cure amorevoli di un'altro figlio abbandonato, il senso di una eredità esistenziale che segna il riscatto sociale come tragico ed estremo atto d'amore di una madre rinnegata. Bellissima la colonna sonora che scorre lungo i titoli di coda, scritta dall'attore esordiente e cantautore di professione Louis-Ronan Choisy ed interpretata da questi insieme alla co-protagonista Isabelle Carré in reale stato interessante durante le riprese. Premio speciale della giuria al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián.
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