Zodiac |
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Un film di David Fincher.
Con Jake Gyllenhaal, Mark Ruffalo, Robert Downey Jr., Anthony Edwards, Brian Cox.
continua»
Thriller,
durata 158 min.
- USA 2007.
uscita venerdì 18 maggio 2007.
MYMONETRO
Zodiac
valutazione media:
3,05
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Zodiac
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| mercoledì 23 maggio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Non è un thriller. E' un ottimo film inchiesta, molto curato e dettagliato, quasi filologico nella ricostruzione degli avvenimenti e nella citazione di personaggi, luoghi e date. Nonostante tutto il film non risulta un vuoto elenco di indizi che si accumulano, ma anzi riesce ad essere molto coinvolgente, riuscendo sempre a mantenere alta l'attesa per l'evoluzione della vicenda e la tensione per la scoperta di un qualcosa che sembra inevitabile ma che continua a sfuggire. Si crea empatia con i tre personaggi principali, lo spettatore è portato a vivere le stesse intuizioni, delusioni, scoperte e marcie indietro di Robert Graysmith, David Toschi e Paul Avery. E' appunto un puzzle in continuo divenire, che si sviluppa e si contraddice, la cui soluzione sembra essere a portata di mano ma continua a sfuggire. Ma è un film anche sulla manipolazione che i media adoperano, sulla loro importanza e influenza nella società e nella percezione che questa ha di sè stessa. Zodiac nasce e vive grazie alle sue lettere sul giornale; il suo anonimato, il suo essere solo un nome e un simbolo è ciò che lo rende ancora più spaventoso agli occhi della gente e al tempo stesso media come la televisione o il cinema mostrando il pericolo se pur in modo ricostruito e fasullo aiutano ad esorcizzarlo. Zodiac è anche un film di atmosfera, capace di riprodurre un clima di grande incertezza e paura, di continua ansia e di imminente implosione, tipico della società americana degli anni sessanta/settanta, ma riconducibile anche alla contemporaneità. Fincher riesce a tenere le fila del discorso, affrontando tutte le varie sfaccettature della storia senza perdersi in troppi fronzoli. La caratterizzazione dei personaggi, i loro rapporti familiari e interpersonali sono ridotti al minimo, ma tutto è funzionale alla storia. Lo stile di regia è asciutto e essenziale e contribuisce a tenere alto il ritmo che, salvo per qualche pausa nella fase centrale, resta incalzante e contribuisce a non annoiare praticamente mai. Straordinaria l'interpretazione di Robert Downey Junior in un ruolo che però scompare un pò troppo presto, potenzialmente con ancora molte cartucce a disposizione; ottime quelle di Gyllenhall e Ruffalo, quest'ultimo davvero sorprendente.
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