claudio bagni
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sabato 3 maggio 2008
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la guerra vista da de palma.
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La guerra vista da De Palma è la stessa di "Vittime Di Guerra", teatro di ingiustizie e di violentissima crudeltà ingiustificata.
Ho trovato molto originale il modo in cui De Palma ha strutturato il film che mostra la realtà vista dagli occhi di un soldato che usa la sua piccola telecamera per realizzare un documentario sull'iraq.
Eccezionale la fotografia curata in ogni dettaglio soprattuto nelle riprese statiche dall'alto che mostrano il tramonto e i colori della città.
Come in vittime di guerra il finale rende ridicoli i soldati che cercano di giustificare i loro comportamenti in guerra.
Trovo inconcepibile che un film di questa portata abbia saltato la sala cinematografica, inoltre spero che il cinema italiano prenda spunto dal modo in cui Brian de Palma renda appassionante un fatto di cronaca così delicato dando un ritmo molto intenso al suo capolavoro.
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osteriacinematografo
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lunedì 6 febbraio 2012
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le atrocità di una guerra inutile
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Samarra, Iraq. Corre l’anno 2006. Un gruppo di cinque soldati americani trascorre giorni di noia mista a tensione rimbalzando fra la base militare, i posti di blocco e piccole missioni. In una notte infame, sotto l’effetto misto di alcool e droghe, quattro di loro fanno irruzione in un’abitazione irachena. Mentre McCoy ammonisce i compagni a riguardo, restando a guardare senza intervenire, Salazar filma due suoi commilitoni stuprare una ragazzina di 14 anni, ucciderla con un colpo alla testa e darle fuoco, per poi sterminare il resto della sua famiglia.
Brian de Palma torna ad affrontare il tema dei soprusi compiuti dai militari in tempo di guerra, 18 anni dopo “Vittime di guerra”, film in cui raccontava lo stupro collettivo e l’assassinio -da parte di cinque soldati americani- di una ragazza vietnamita.
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Samarra, Iraq. Corre l’anno 2006. Un gruppo di cinque soldati americani trascorre giorni di noia mista a tensione rimbalzando fra la base militare, i posti di blocco e piccole missioni. In una notte infame, sotto l’effetto misto di alcool e droghe, quattro di loro fanno irruzione in un’abitazione irachena. Mentre McCoy ammonisce i compagni a riguardo, restando a guardare senza intervenire, Salazar filma due suoi commilitoni stuprare una ragazzina di 14 anni, ucciderla con un colpo alla testa e darle fuoco, per poi sterminare il resto della sua famiglia.
Brian de Palma torna ad affrontare il tema dei soprusi compiuti dai militari in tempo di guerra, 18 anni dopo “Vittime di guerra”, film in cui raccontava lo stupro collettivo e l’assassinio -da parte di cinque soldati americani- di una ragazza vietnamita.
Le informazioni che filtrano dall’esercito, passate al vaglio, filtrate, “redacted”, o per meglio dire censurate, non riportano ufficialmente la notizia dell’eccidio di Samarra, e così il regista del New Jersey, interessato alla vicenda, raccoglie dati a riguardo utilizzando i nuovi media on line, che gli consentono così di reperire numerose testimonianze e di ricostruire i fatti reali dell’epoca.
De Palma utilizza le fonti stesse per mettere in scena “Redacted”: le riprese del soldato Salazar, un documentario francese, i video di youtube, i blog e i siti in cui scorrono le testimonianze delle mogli dei soldati, i video dei soldati di ritorno in patria, le tv e i siti web islamici ricompongono coralmente la vicenda in una successione serrata e impietosa verso coloro che l’hanno posta in essere.
Il film ha una struttura particolare, che non riesce a tenere una giusta tensione per tutti i novanta minuti, ma forse lo scopo di De Palma era semplicemente quello di fornire il suo punto di vista nell’atto di ripristino dell’ignobile episodio, una prospettiva di stampo giornalistico sulle miriadi di frammenti crudi e grezzi reperiti nel web.
La rete si dimostra quindi un mezzo straordinario per far si che l’informazione circoli su canali alternativi rispetto a quelli consueti, per far si che le notizie siano per lo meno interpretabili e abbiano più punti di vista, per obbligare i mass media consolidati a fare per lo meno attenzione ai gradi di censura con cui spesso stratificano e mascherano l’informazione stessa. Meno il mezzo subirà regolamentazioni, barriere architettoniche, civilizzazioni o limitazioni, e più il medesimo manterrà un sufficiente grado di arbitrio e libertà, la stessa libertà che ha concesso l’emersione di un delitto atroce, destinato altrimenti a restare sepolto sotto le valanghe di sabbia dell’esercito americano in Iraq.
Vorrei infine porre l’attenzione sul personaggio interpretato da Kel O’neill: Gabe Blix -infatti- somiglia molto, nei suoi atteggiamenti intellettuali, riflessivi, introspettivi, al soldato Joker (Matthew Modine) di “Full Metal Jacket”.
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jack scalera
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mercoledì 26 marzo 2008
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il grande fardello di de palma
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Aveva iniziato Spike Lee a raccontare, con il suo splendido La 25° ora, primo film realizzato e uscito poco dopo gli attentati alle Torri Gemelle, il dolore e il disorientamento di una nazione colpita direttamente al cuore con una violenza mai conosciuta prima entro i propri confini. La squadra di registi autori di 11'09''01 ha continuato a sviscerare la questione riflettendo sull’immediata risonanza mondiale avuta dell’attacco e le prime reazioni, mente Oliver Stone l’anno scorso alla Mostra di Venezia ci ha portato direttamente lì dove tutto era cominciato, con il suo World Trade Center. Ma oggi, dopo cinque anni da quel tragico 11 settembre, gli occhi del mondo e dei mass media si sono spostati a scrutare quei conflitti che sono la conseguenza più o meno diretta di quegli attentati.
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Aveva iniziato Spike Lee a raccontare, con il suo splendido La 25° ora, primo film realizzato e uscito poco dopo gli attentati alle Torri Gemelle, il dolore e il disorientamento di una nazione colpita direttamente al cuore con una violenza mai conosciuta prima entro i propri confini. La squadra di registi autori di 11'09''01 ha continuato a sviscerare la questione riflettendo sull’immediata risonanza mondiale avuta dell’attacco e le prime reazioni, mente Oliver Stone l’anno scorso alla Mostra di Venezia ci ha portato direttamente lì dove tutto era cominciato, con il suo World Trade Center. Ma oggi, dopo cinque anni da quel tragico 11 settembre, gli occhi del mondo e dei mass media si sono spostati a scrutare quei conflitti che sono la conseguenza più o meno diretta di quegli attentati. La guerra in terra araba ricorda sempre più per dinamiche e numero di vittime il fardello del Vietnam protagonista di numerosi film d’oltreoceano fino al decennio scorso, a testimoniare e tentare di sedare una ferita che bruciava ancora dopo tanto tempo. Adesso è l’Iraq il nuovo Vietnam. Con le dovute differenze certo, ma con in comune la tremenda sensazione di trovarsi di fronte una guerra terribile e in più sbagliata. C’è da stupirsi forse che la denuncia più forte in questa direzione venga da Redacted, ultimo lavoro presentato a Venezia da Brian De Palma, in cui il regista statunitense racconta, ispirandosi a un fatto realmente accaduto, lo stupro di una ragazza irachena da parte di alcuni soldati americani. Marines che sembrano gli stessi ragazzi che vengono reclutati senza troppi scrupoli all’uscita dei supermercati in Fahrenheit 9/11 di Michael Moore, catapultati adesso in una terra sconosciuta, circondati da una popolazione dove tutti sembrano essere potenziali attentatori, o comunque nemici. Chi in Iraq c’è andato per rincorrere i propri sogni e chi per scappare dai propri incubi, ognuno con la propria storia ma nessuno con la pretesa di esser venuto a combattere davvero per una giusta causa. Questi soldati sono una miscela letale di ignoranza e ingenuità pronta ad esplodere in violenza ed orrore, monete di scambio preferite in tutte le guerre del mondo, appena gli viene a mancare l’unico piccolo faro che avevano trovato in un deserto infinito. Film ineccepibile dal punto di vista morale e ad alto tasso di antimilitarismo: se anche a Hollywood qualcosa si muove in questa direzione vuol dire che la questione negli Stati Uniti si è fatta bella tosta e la partita è aperta. Last but not least una considerazione prettamente sulla regia. De Palma è un Maestro, ha diretto film come Scarface, Blow Out, Gli Intoccabili e Carlito’s Way solo per dirne alcuni, considerati veri e propri cult da più generazioni di spettatori. Da un regista così, vicino ormai ai settanta, ti aspetteresti la riproposta dei suoi celebri virtuosismi di macchina e di narrazione, oltre la solita abbuffata di citazioni e rimandi alla storia del cinema. Invece De Palma cambia tutto, mescolo finzione e spezzoni documentari, favorendo una narrazione piana e fluida preferendo destinare la sua esperienza per la difficile coesione dei diversi firmati video, riuscendoci in modo nuovo e intelligente. Se è vero che l’arte non è tanto raccontare fatti o cose nuove quanto raccontarli in maniera innovativa, Brian De Palma ha scritto un’altra pagina importante per la storia della Settima Arte. Non perdetevelo.
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francesco manca
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sabato 15 marzo 2008
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"de palma: la vera verita'"
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Comincierei subito dicendo che De Palma ha voluto, secondo me, dirigere e raccontare a suo modo questo film, insieme a tutte le altre cose, anche e soprattutto per staccarsi e prendere un pò di respiro dall'aria tesa e soffocante che da un pò di anni a questa parte gira a Hollywood... Ed esattamente così è stato...infatti, Redacted, non appare neanche lontanamente un film "Hollywoodiano", non è girato con sei/sette macchine da presa Panavision con cui sono stati realizzati prodotti altamente commerciali come 300 o il recente 10.000 B.C., non ha un budget cosmico e consistente e lo stesso vale per il cast, composto interamente da attori sconosciuti o addirittura esordienti... Avendolo (volutamente) visto con molta cura e attenzione, ho potuto notare che De Palma riesce in neanche 90 minuti, a suddivere la sua opera in 3 parti precise e ben definite: la vita quotidiana dei soldati americani in Iraq - lo stupro l'uccisone della ragazzina e della sua famiglia da parte di due di loro - le conseguenze di questo tragico fatto.
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Comincierei subito dicendo che De Palma ha voluto, secondo me, dirigere e raccontare a suo modo questo film, insieme a tutte le altre cose, anche e soprattutto per staccarsi e prendere un pò di respiro dall'aria tesa e soffocante che da un pò di anni a questa parte gira a Hollywood... Ed esattamente così è stato...infatti, Redacted, non appare neanche lontanamente un film "Hollywoodiano", non è girato con sei/sette macchine da presa Panavision con cui sono stati realizzati prodotti altamente commerciali come 300 o il recente 10.000 B.C., non ha un budget cosmico e consistente e lo stesso vale per il cast, composto interamente da attori sconosciuti o addirittura esordienti... Avendolo (volutamente) visto con molta cura e attenzione, ho potuto notare che De Palma riesce in neanche 90 minuti, a suddivere la sua opera in 3 parti precise e ben definite: la vita quotidiana dei soldati americani in Iraq - lo stupro l'uccisone della ragazzina e della sua famiglia da parte di due di loro - le conseguenze di questo tragico fatto. Dato che sicuramente tutti voi che (credo) non abbiate ancora avuto modo di vedere il film, vi posso confermare quello che aspettate e sperate di sentire: sì ! De Palma ha fatto un film potente, sconvolgente e di forte impatto emotivo. L'aver girato il tutto usando la camera digitale, ha senza dubbio reso più vivido lo stile di vita dei soldati, e in particolar modo, la famosa e tanto discussa scena dello stupro, che viene mostrata allo spettatore attraverso l'obiettivo di una mini camera ad infrarossi, dato che, quando i soldati hanno commesso quel terribile scempio, in Iraq erano le 23.30 circa... quel che fa ancor più rabbrividire, è che uno dei soldati che a partecipato allo stupro, aveva posizionato appunto la mini camera sul suo elmetto, non dicendolo però ai suoi compagni che hanno poi vergognosamente agito sulla povera giovane, dicendo: "non vorrei che i ragazzi si sentissero a disagio..." Quel che ho capito guardando questo Redacted, è che De Palma ha fortemente voluto realizzare un film, o meglio, un mockumentary arrabbiato, vivido, reale, crudo, spietato, e allo stesso tempo, commovente, drammatico, freddo e agghiacciante, che sono in fin dei conti le stesse sensazioni provate dai soldati americani che combattono, sia nella pellicola che nella vita reale, al guerra in Iraq. Non è sbagliato, a mio avviso, paragonare Redacted proprio alla causa scatenante di tutto ciò, che è ovviamente l'11 Settembre 2001, giorno in cui furono rase al suole le Torri Gemelle del World Trade Center, che ha ispirato già 3/4 prodotti cinematografici, soprattutto perchè gli stessi protagonisti del film di De Palma, si sentono realmente incazzati e assetati di vendetta contro il popolo iraqueno, che ha vergognosamente e letteralmente strappato agli Stati Uniti D'America uno dei simboli portati della propria storia. Non penso di sbagliare ritenedo Redacted un film assolutamente primitivo, nel senso che, De Palma ha raccontato in modo impeccabile e appassionante una storia violenta che va senza dubbio a parare su un vecchio detto che recita in questo modo: usando violenza contro violenza si ricava solo violenza... In definitiva, Redacted è un film che mantiene per tutta la durata lo stesso ritmo musicale, che, soprattutto nella parte iniziale, da allo spettatore l'impressione e la sensazione che qualcosa stia per esplodere, con l'intento di sconvolgerlo, spaventarlo ed emozionarlo...De Palma ha finalmente mostrato la "Vera Verità" !!
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filippaccio
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lunedì 12 gennaio 2009
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insert coin
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Un docu-film che racconta una volta in piu' gli orrori della guerra. Camera in presa diretta e filmati degli stessi marines che si improvvisano a loro volta piccoli registi. Di taglio giornalistico, un film che vuole raccontare le nuove guerre, i nuovi soldati, i nuovi terroristi.....Tutti vittime dell'uomo e della sua stupidità. A parte la solita retorica, la guerra è raccontata bene, come in un videogame un gioco stanco in cui ogni tanto qualcuno perde una vita e un gettone da rimettere per riprendere a giocare, tecnologia e polvere, noia, paura, cinismo e cattiveria....Come vincerla questa noia? Stuprando e ammazzando una bambina e una famiglia! Chi denuncia e' un traditore, chi ha commesso il fatto e' un povero ragazzo lontano da casa in una terra ostile che sta difendendo la propria nazione.
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Un docu-film che racconta una volta in piu' gli orrori della guerra. Camera in presa diretta e filmati degli stessi marines che si improvvisano a loro volta piccoli registi. Di taglio giornalistico, un film che vuole raccontare le nuove guerre, i nuovi soldati, i nuovi terroristi.....Tutti vittime dell'uomo e della sua stupidità. A parte la solita retorica, la guerra è raccontata bene, come in un videogame un gioco stanco in cui ogni tanto qualcuno perde una vita e un gettone da rimettere per riprendere a giocare, tecnologia e polvere, noia, paura, cinismo e cattiveria....Come vincerla questa noia? Stuprando e ammazzando una bambina e una famiglia! Chi denuncia e' un traditore, chi ha commesso il fatto e' un povero ragazzo lontano da casa in una terra ostile che sta difendendo la propria nazione....Roba da psichiatria! Un'esplosione richiama di nuovo l'attenzione, un'altra vita persa, insert coin....La guerra continua a vivere....
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nerazzurro
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martedì 21 settembre 2010
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il vero stupro e la guerra.
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Un'altro film denuncia che stavolta ha davvero scosso e terrorizzato lo spettatore. Se con Vittime di guerra mi ero commosso qui sono rimasto allucinato dal realismo espresso da de palma. Non potendo prendere le vere immagini ha dovuto rigirarlo in ex novo, e tutto cosi reale specialmente nel finale, quando vengono mostrate le foto sulla guerra in Iraq.
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teofrasto
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domenica 4 settembre 2011
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non basta l'impegno
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Meritevole e coraggioso film di De Palma che racconta una storia scomoda: una stella in più quindi ad un film che ha il valore di denuncia. Il film non ha però praticamente sceneggiatura e anche se motivato dal fatto che vuole ricreare una situazione realistica, alla lunga si fa grande fatica a seguire. Il cliché del documento filmato da uno dei protagonisti è ormai strausato e oggi non può più fare effetto dopo ben altro utilizzo fatto in altri film. Questo espediente è motivato in questo caso, però rende la regia e la costruzione filmica inutilmente pesante. E' un susseguirsi di immagini in stile documenti, per far capire cosa avviene nel mondo, ma il risultato è troppo frammentario e poco coinvolgente, nonostante la gravità e la drammaticità di ciò che viene denunciato.
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Meritevole e coraggioso film di De Palma che racconta una storia scomoda: una stella in più quindi ad un film che ha il valore di denuncia. Il film non ha però praticamente sceneggiatura e anche se motivato dal fatto che vuole ricreare una situazione realistica, alla lunga si fa grande fatica a seguire. Il cliché del documento filmato da uno dei protagonisti è ormai strausato e oggi non può più fare effetto dopo ben altro utilizzo fatto in altri film. Questo espediente è motivato in questo caso, però rende la regia e la costruzione filmica inutilmente pesante. E' un susseguirsi di immagini in stile documenti, per far capire cosa avviene nel mondo, ma il risultato è troppo frammentario e poco coinvolgente, nonostante la gravità e la drammaticità di ciò che viene denunciato. Inspiegabile premio alla regia, a volte sembra che si premino più i contenuti che l'esecuzione tecnica di un film.
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jackiechan90
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sabato 1 novembre 2014
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la banalità del male in de palma
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Anni dopo "Il falò delle vanità" De Palma ritorna a parlare del ruolo sempre più preponderante dei media con i loro valori e disvalori. La storia di "Redacted" è ispirata a un fatto realmente accaduto: l'a strage di una famiglia irachena e lo strupo, da parte di un gruppo di soldati, della figlia maggiore. Il tutto raccontato attraverso la lente dei media che, dall'inizio alla fine del film, non ci abbandoneranno mai. Questo ultimo film di De Palma è una sorta di testamento filmico di un regista che ha visto il passaggio dalla pellicola tradizionale (e che ha iniziato con l'omaggiare i capolavori del cinema classico) che si trova all'alba della rivoluzione digitale che ha investito il cinema recente.
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Anni dopo "Il falò delle vanità" De Palma ritorna a parlare del ruolo sempre più preponderante dei media con i loro valori e disvalori. La storia di "Redacted" è ispirata a un fatto realmente accaduto: l'a strage di una famiglia irachena e lo strupo, da parte di un gruppo di soldati, della figlia maggiore. Il tutto raccontato attraverso la lente dei media che, dall'inizio alla fine del film, non ci abbandoneranno mai. Questo ultimo film di De Palma è una sorta di testamento filmico di un regista che ha visto il passaggio dalla pellicola tradizionale (e che ha iniziato con l'omaggiare i capolavori del cinema classico) che si trova all'alba della rivoluzione digitale che ha investito il cinema recente. Ed è proprio la riflessione sulla verità/non verità dei nuovi media il tema potante di questo film. Le riprese dalla telecamera digitale si alternano a finti (ma mai così veri) reportage, telecamere di sicurezza, blog che rappresentano le opinioni dell'uno e dell'altro fronte. Il tutto amalgamato in maniera omogenea. Un enorme collage che non da un'unica visione della vicenda ma tante visioni traducendo così il linguaggio meccanico e oggettivo della macchina da presa, come se fosse direttamente lei a parlare. Un'operazione che potremmo definire "verghiana" dove non cisono vincitori ma solo vinti. L'orrore della guerra mostrato in tutta la sua crudezza e banalità del male.
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jacopo b98
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sabato 5 marzo 2016
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de palma racconta guerra e morale dell'immagine
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Iraq, 2006. I soldati di uno squadrone americano si macchiano di un delitto terribile: stuprano una quindicenne, ne bruciano il cadavere e massacrano la sua famiglia. De Palma (anche sceneggiatore) racconta la guerra, ispirandosi a un reale fatto di cronaca, ben documentato da agghiaccianti filmati e fotografie. Nel film non utilizza i veri filmati, bensì preferisce ricreare quelle immagini, passarle al microscopio e soprattutto cercare di capirle (come gli iracheni che spesso non sanno leggere e interpretare i cartelli di ammonimento che gli americani si ostinano a mettere, De Palma è alla ricerca di una comprensione dell'immagine). Per fare tutto ciò il regista rinuncia al suo stile spettacolare e ipercinetico, abbandonando qualsiasi sensazionalismo o genere cinematografico (riduttivo è definirlo "film di guerra": è un film sulla guerra).
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Iraq, 2006. I soldati di uno squadrone americano si macchiano di un delitto terribile: stuprano una quindicenne, ne bruciano il cadavere e massacrano la sua famiglia. De Palma (anche sceneggiatore) racconta la guerra, ispirandosi a un reale fatto di cronaca, ben documentato da agghiaccianti filmati e fotografie. Nel film non utilizza i veri filmati, bensì preferisce ricreare quelle immagini, passarle al microscopio e soprattutto cercare di capirle (come gli iracheni che spesso non sanno leggere e interpretare i cartelli di ammonimento che gli americani si ostinano a mettere, De Palma è alla ricerca di una comprensione dell'immagine). Per fare tutto ciò il regista rinuncia al suo stile spettacolare e ipercinetico, abbandonando qualsiasi sensazionalismo o genere cinematografico (riduttivo è definirlo "film di guerra": è un film sulla guerra). Comunque, tornando al concetto del film, De Palma racconta il conflitto con immagini "realmente" finte, va oltre il realismo, oltre il cinema e oltre la versione "redatta" della guerra che ci giunge dai media: questa volta è lui a redigere le immagini, che vanno a leggere tra le righe di un conflitto molto più documentato di quello che si crede; dice il regista:"Ho letto blog di soldati e libri. Ho guardato i video di guerra artigianali realizzati dai militari, ho navigato nei loro siti e ho esaminato i loro post su YouTube. Era tutto a disposizione e tutto su video." De Palma rappresenta la verità come i telegiornali non fanno, in quanto censurati, redatti: il suo cinema al contrario è "redacted" in quanto cinema, ma paradossalmente è non redatto in quanto riproduzione fedele di immagini reali. È immagine di immagine. Ma è anche riflessione morale sull'immagine e sull'uso che se ne fa. Si tratta di immagini che non solo mostrano la violenza, ma divengono loro stesse violente, e di questi tempi, con l'ISIS che compie violenza per immagini, questo film piccolo, non famoso, passato in sordina, diviene un'opera davvero imprescindibile. Il quadro della guerra che De Palma ci consegna fa accapponare la pelle: non solo violenza, ma profonda ignoranza, la guerra è vista come non-conoscenza e non comprensione di una situazione storico-politica che gli americani combattono senza aver compreso appieno. Il finale è disperato, senza speranza, mostruoso. E le immagini sui titoli di coda, anch'esse redatte (e su di esse, vere, De Palma non ha potere), paiono davvero l'ultimo sberleffo di un film tremendamente profondo, intelligente ed interessante. Attori (giustamente) sconosciuti. Leone d'Argento per la regia a Venezia.
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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redacted: la sporca guerra
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Redacted è un film del 2007 scritto e diretto da Brian De Palma.
Il film ha vinto il Leone d'Argento per la migliore regia alla 64ª Mostra del Cinema di Venezia.
Due marines attivi in Iraq violentano una ragazzina di quindici anni e ne sterminano la famiglia.
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Redacted è un film del 2007 scritto e diretto da Brian De Palma.
Il film ha vinto il Leone d'Argento per la migliore regia alla 64ª Mostra del Cinema di Venezia.
Due marines attivi in Iraq violentano una ragazzina di quindici anni e ne sterminano la famiglia. Questo avvenimento ci viene raccontato da un collage di video di diversa provenienza: un video-diario di un soldato amico dei carnefici; un documentario di produzione francese; servizi giornalistici sia iracheni sia europei; videochat e segmenti di blog; riprese della videosorveglianza della base militare; confessioni e testimonianze dei militari caricate su You Tube; filmati dell'interrogatorio ai marines colpevoli.
Il film è un mockumentary ispirato a un fatto di cronaca avvenuto nel marzo del 2006 a sud di Bagdad. I filmati presenti nel film sono tutti dichiaratamente finti, comprese le fotografie che scorrono durante i titoli di coda.
De Palma torna a riflettere, dopo Vittime di Guerra(1989), sulla guerra e sulle sue contraddizioni: il fronte come luogo in cui "il conflitto legittima l'anarchia morale": il cameratismo e la confusione ideologica dei soldati, i quali non sanno realmente contro chi o cosa combattono; il parallelismo tra conflitto e stupro, entrambi atti di sopraffazione.
Il punto di svolta del film è però un altro: la riflessione sui nuovi media e sulla frammentazione della visione. Le nuove tecnologie permettono un'informazione dal basso e una più facile fruizione a diverse tipologie di fonti. Questo però crea un sovraffollamento d'immagini che, da sole, rischiano di perdere il loro valore comunicativo. Questo rende estremamente facile manipolarle ed utilizzarle a uso e consumo della propaganda. "Redacted"(in italiano "redatto") è infatti il termine utilizzato per indicare quei documenti "passati al vaglio di un redattore", quindi censurati.
L'operazione che fa il regista è più o meno la stessa (o è l'effetto che vuole ottenere): utilizza del materiale audio-visivo di diversa provenienza per dare corpo ad una vicenda e creare così la sua realtà, in questo caso filmica.
De Palma ha dichiarato: "La vera storia della guerra in Iraq è stata redatta dai media commerciali di massa: se siamo disposti a provocare questi disordini, allora dobbiamo anche affrontare le orrende immagini che conseguono da questi atti".
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