Fabio Ferzetti
Il Messaggero
Una comunità tagliata fuori dal mondo, un microcosmo chiuso in un bozzolo di ignoranza e separatezza, un pugno di innocenti allevati lontano da tutto per fini inconfessabili. Si direbbe un’ossessione da inizio millennio, quella che nutre film diversissimi come The Villane, The Truman Show e ora The Island. Invece c’era già tutto nel racconto primo ’900 di uno dei massimi cantori del tramonto asburgico, Franz Wedekind, che in Mine-Haha o l’educazione delle fanciulle (Adelphi, se lo trovate) immaginava un misterioso collegio di fanciulle in fiore addestrate alle più rigide buone maniere con metodi militareschi e per scopi non proprio edificanti. [...]
di Fabio Ferzetti, articolo completo (2273 caratteri spazi inclusi) su Il Messaggero 1 settembre 2005