luca scial�
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sabato 15 agosto 2015
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il dramma della disoccupazione
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de Aranoa affronta il dramma della disoccupazione, provocato dalla globalizzazione, con aziende che preferiscono investire all'estero mietendo migliaia di disoccupati. D'altronde questo regista ha, nella sua breve filmografia, sempre affrontato tematiche relative ai diseredati, agli ultimi. Con film sempre realistici, semplici, diretti. Per questo sempre riusciti.
Ottima l'interpretazione dei protagonisti, con mattatore Javier Bardem, nei panni del disoccupato ideologo pronto a dire sempre la sua idea in modo esplicito. A costo di beccarsi improperi da parte degli altri. Tra un insuccesso e una disavventura, sono tanti i lunedì passati sotto il sole, dinanzi al mare, i loro.
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de Aranoa affronta il dramma della disoccupazione, provocato dalla globalizzazione, con aziende che preferiscono investire all'estero mietendo migliaia di disoccupati. D'altronde questo regista ha, nella sua breve filmografia, sempre affrontato tematiche relative ai diseredati, agli ultimi. Con film sempre realistici, semplici, diretti. Per questo sempre riusciti.
Ottima l'interpretazione dei protagonisti, con mattatore Javier Bardem, nei panni del disoccupato ideologo pronto a dire sempre la sua idea in modo esplicito. A costo di beccarsi improperi da parte degli altri. Tra un insuccesso e una disavventura, sono tanti i lunedì passati sotto il sole, dinanzi al mare, i loro.
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alexander 1986
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giovedì 9 gennaio 2014
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un film forte, senza essere pesante
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Cinque ex-operai di un cantiere navale, licenziati per i soliti e comuni motivi, cercano tra una bevuta e l'altra di ricostruirsi un'esistenza senza mettere in discussione il primato della dignità.
Un plot molto scarno per un film intensissimo, che sa parlare del dramma della disoccupazione e dell'immiserimento senza mai essere retorico. Per 'retorico' intendo soprattutto banale e strumentale, teso a muovere la pancia. Qui si ride e si piange in egual misura, è un film ma potrebbe benissimo non esserlo. Un piccolo gioiello.
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micetto
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domenica 2 gennaio 2011
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delusione
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Seguendo il rating e la recensione di Mymovies, ho finalmente trovato in Ebay una copia cel film, dopo anni di ricerca. Da appassionato di cinema d'autore mi sono apprestato 3 giorni fa a guardarmelo in santa pace. Sono riuscito a resistere solo 40 minuti. Mea culpa?
Bardem arrogante, bugiardo e indisponente come (quasi) solo lui sa essere, incarna perfettamente il disoccupato combattente ed orgoglioso, che non tira mai indietro la mano ed il pugno. Anzichè cambiare, però, continua invece a peggiorare la sua situazione, provocando, stuzzicando e lasciandosi dietro debiti che non può (più) pagare.
E' forse questo odioso personaggio, che vedo riflesso in molti politici di oggi e in attivisti di ieri, ad avermi distolto dal proseguire.
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Seguendo il rating e la recensione di Mymovies, ho finalmente trovato in Ebay una copia cel film, dopo anni di ricerca. Da appassionato di cinema d'autore mi sono apprestato 3 giorni fa a guardarmelo in santa pace. Sono riuscito a resistere solo 40 minuti. Mea culpa?
Bardem arrogante, bugiardo e indisponente come (quasi) solo lui sa essere, incarna perfettamente il disoccupato combattente ed orgoglioso, che non tira mai indietro la mano ed il pugno. Anzichè cambiare, però, continua invece a peggiorare la sua situazione, provocando, stuzzicando e lasciandosi dietro debiti che non può (più) pagare.
E' forse questo odioso personaggio, che vedo riflesso in molti politici di oggi e in attivisti di ieri, ad avermi distolto dal proseguire. Questo suo atteggiamento diseducativo e indisponente, sin troppo compatito o addirittura osannato da un certo tipo di stampa e media, mi ha fatto spegnere il lettore. I giornali li leggo o li guardo, i film li scelgo.
Comunque Bardem, è sempre Bardem. Non ti lascia mai indifferente.
Ci riproverò, forse. Magari in compagnia di un buon digestivo. Che mi prepari lo stomaco :-)
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elisabetta
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mercoledì 23 gennaio 2008
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ottimo
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osso
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mercoledì 17 ottobre 2007
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attuale perchè senza tempo
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Bel film, girato e interpretato bene che racconta vite vere con protagonisti che, bene o male, rappresentano persone che tutti noi conosciamo. Mi ha colpito molto il personaggio di Sade perchè è di quelle persone che hanno un caratteraccio e che però non possono starti antipatiche perchè in fondo buone e soprattutto schiette. Ogni sua azione, risposta, espressione e quant'altro pian piano durante il film ci fa capire qualcosa in piu su di lui e su una parte della soceta.
Da vedere!
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papageno
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lunedì 10 settembre 2007
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duro e commovente
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da non perdere assolutamente e farlo proiettare tutti i giorni in Confindustria
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daniele'80
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sabato 1 ottobre 2005
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respiro europeo
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Dopo il minimalismo sottovoce di 'Risorse umane' dal regista francese Laurent Cantet e prima del provincialismo nostrano de 'Il posto dell'anima' dal regista italiano Riccardo Milani,anche il cinema spagnolo firma e lancia il suo 'j'accuse' contro un tema oggigiorno tanto scottante quanto,ahimè,sottovalutato:la disoccupazione che sta schiacciando inesorabilmente il vecchio continente ormai non più in grado di reggere il confronto con i mercati asiatici sempre più competititvi.Ne esce un ritratto corale dal respiro europeo perfettamente riuscito che si muove intorno al protagonista,Santa,interpretato da uno strepitoso Javier Bardem,qui giunto ad una maturità professionale e ad una sensibilità artistica davvero molto solide ed espressive:è lui l'eroe vinto,sconfitto(quindi l'antieroe)di una società che reagisce alla disfatta con sarcasmo e risentimento ma non cedendo mai,neppure per un momento,ai compromessi(Santa paga ingiustamente il lampione rotto,ma subito dopo ne rompe un altro)e non rinunciando alla dignità,anche solo apparente,di vestirsi come un normale 'lavoratore borghese' (e in effetti il suo guardaroba è letteralmente da assaltare).
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Dopo il minimalismo sottovoce di 'Risorse umane' dal regista francese Laurent Cantet e prima del provincialismo nostrano de 'Il posto dell'anima' dal regista italiano Riccardo Milani,anche il cinema spagnolo firma e lancia il suo 'j'accuse' contro un tema oggigiorno tanto scottante quanto,ahimè,sottovalutato:la disoccupazione che sta schiacciando inesorabilmente il vecchio continente ormai non più in grado di reggere il confronto con i mercati asiatici sempre più competititvi.Ne esce un ritratto corale dal respiro europeo perfettamente riuscito che si muove intorno al protagonista,Santa,interpretato da uno strepitoso Javier Bardem,qui giunto ad una maturità professionale e ad una sensibilità artistica davvero molto solide ed espressive:è lui l'eroe vinto,sconfitto(quindi l'antieroe)di una società che reagisce alla disfatta con sarcasmo e risentimento ma non cedendo mai,neppure per un momento,ai compromessi(Santa paga ingiustamente il lampione rotto,ma subito dopo ne rompe un altro)e non rinunciando alla dignità,anche solo apparente,di vestirsi come un normale 'lavoratore borghese' (e in effetti il suo guardaroba è letteralmente da assaltare)...La pellicola si muove così,lentamente,fra le giornate vuote di questo gruppo di amici,ciascuno con la propria storia e con il proprio dramma perfettamente tratteggiati da una sceneggiatura rigorosa ed essenziale ma comunque risolta.Così come rigoroso,essenziale ed asciutto è lo stile del regista che predilige inquadrature nitide,pulite(sul modello di 'Hable con ella' del connazionale Almodovar) e una grande sensibilità nel cogliere particolari e dettagli.Tuttavia il regista sembra volersi soffermare,aldilà del dramma tutto umano ed esistenziale dei protagonisti,anche su un inesorabile senso di solidarietà che sembra legare fra loro persone accomunate da un destino crudele e che li porta ad interrogarsi continuamente se i datori di lavoro sappiano quanta umanità ci sia in un impiego:ecco perchè Santa sostiene che,per lui che è disoccupato,8000 Pesetas 'moralmente' valgono molto più di 8000 Pesetas.Ottima l'ambientazione che non ritrae la Spagna colorata e vivace a cui siamo abituati ma una squallida e degradata zona portuale nei sobborghi di una città della costa iberica,quasi una sorta di specchio della desolazione dell'animo dei protagonisti.Ottimo anche il commento musicale che sapientemente dosato,interviene in modo evocativo a riempire gli interstizi che si aprono quando il dialogo si interrompe.Voto:Sei e mezzo.
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noajazz
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domenica 28 agosto 2005
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perchè??
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..un film così viene programmato a tarda notte? Per fortuna l'ho registrato e mi è piaciuto molto!
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g.
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venerdì 19 novembre 2004
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ironia sardonica
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Disoccupazione, flessibilità del lavoro. Ti chiedi se chi decide cose tipo "Il lavoro a chiamata" abbia idea dell' umanità che c'è 'dentro' a un posto di lavoro. Umanità che trovi raccontata in film come questo. E' un film incentrato sui dialoghi. Dialoghi fitti, veri, sentiti. Dialoghi dove non manca l'ironia, ma che riescono a trasmettere il forte disagio di un lavoro che non c'è più. Personaggio centrale è Sante, scorbutico e simpatico. Finisce in tribunale perché rompe un lampione in una manifestazione sindacale. Beffa ultima del "sistema" che l'ha reso disoccupato. "Sistema" che nulla potrà contro l'umanità di Sante, che uscirà dal confronto come vincitore morale. Sante si ritrova con un gruppo di amici al Bar, ogni sera, a scaricare tensioni, a scacciare la paura, a cercare speranze negli occhi degli amici.
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Disoccupazione, flessibilità del lavoro. Ti chiedi se chi decide cose tipo "Il lavoro a chiamata" abbia idea dell' umanità che c'è 'dentro' a un posto di lavoro. Umanità che trovi raccontata in film come questo. E' un film incentrato sui dialoghi. Dialoghi fitti, veri, sentiti. Dialoghi dove non manca l'ironia, ma che riescono a trasmettere il forte disagio di un lavoro che non c'è più. Personaggio centrale è Sante, scorbutico e simpatico. Finisce in tribunale perché rompe un lampione in una manifestazione sindacale. Beffa ultima del "sistema" che l'ha reso disoccupato. "Sistema" che nulla potrà contro l'umanità di Sante, che uscirà dal confronto come vincitore morale. Sante si ritrova con un gruppo di amici al Bar, ogni sera, a scaricare tensioni, a scacciare la paura, a cercare speranze negli occhi degli amici. Le vite di tutti in questo gruppo di amici, che sembrano muoversi in maniera parallela nella ricerca di una via di uscita è la trama del film. C'è chi si sente disperato perché disoccupato a 50 anni vede nell'età un ostacolo insuperabile. Chi lotta per sentirsi all'altezza della propria moglie, la quale ha invece un lavoro. Moglie che confeziona scatolette di tonno e la sera fa uso cospicuo di deodorante per difendere la propria femminilità. Chi abbandonato dalla moglie si rifugia nell'alcol. Storie, dialoghi, umanità, ironia: è questo il film. Tutto, sotto il sole di un giorno, che non sai quale sia, se sei disoccupato: - Ma che giorno è oggi? chiede Sante.
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