nicoladimi
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giovedì 3 settembre 2020
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dove il crimine diventa favela
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Film molto realistico, narrato con disinvoltura per raccontare morte, droga, violenza e ignoranza in un’escalation di atrocità per sopravvive e non essere uccisi. Un mondo che non ci appartiene, che vediamo solo nei film ma che per chi c’è nato è vita.
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giovedì 16 aprile 2020
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marco, cambia mestiere
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Un'analisi superficiale e scellerata, per un film che capolavoro non è, ma certamente merita di essere visto e di essere ricordato. Coinvolgente, crudo perché vero. A tratti straziante da togliere il fiato. Non capisco dove questo pseudo intellettuale che pubblica la recensione, veda la non autenticità in un romanzo criminale che sviscera la crudeltà della favela, a costo di prendere a pugni nello stomaco gli attoniti spettatori.
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pa
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lunedì 25 novembre 2019
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assolutamente daccordo con lucianodesimone
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l'ho visto di notte in rai credo alcuni anni fa e mi ha aperto in quattro per le emozioni suscitate da questo montaggio superserrato e dalla psicologia così contraddittoria e amaramente realistica dei protagonisti. E poi una violenza messa in poesia in modo disperato e umano, mamma mia che film. Non vedo l'ora di rivederlo ora che l'ho ritrovato
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enzo70
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domenica 7 febbraio 2016
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buono il ritmo, ma alla fine perde smalto
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Con un film in parte surreale, Meirelles cura la trasposizione cinematografica del bel libro di Paulo Lins, City of God, che descrive la vita di sopravvivenza della favela di Rio Cidade de Dues. E’ la storia di Buscapé e Dadinho che in parallelo propongono i due volti della miseria, da un lato la speranza di cambiare vita, Buscapé, e dall’altra quella di accettare la vita che il destino ci riserva e diventare un criminale, Dadinho.
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Con un film in parte surreale, Meirelles cura la trasposizione cinematografica del bel libro di Paulo Lins, City of God, che descrive la vita di sopravvivenza della favela di Rio Cidade de Dues. E’ la storia di Buscapé e Dadinho che in parallelo propongono i due volti della miseria, da un lato la speranza di cambiare vita, Buscapé, e dall’altra quella di accettare la vita che il destino ci riserva e diventare un criminale, Dadinho. Meirreles indovina il ritmo narrativo e la storia è di per sé avvincente, ma alla lunga il film perde forza, trasformandosi da un prodotto con grandi potenzialità ad un film per certi profili banali.
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davidino.k.b.
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venerdì 13 novembre 2015
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bande giovanili nenne favelas
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scene, costumi, fotografia di elevata fattura. Storie di bande che si comparano in tutto il mondo ed hanno la stessa caratteristica. VIOLENZA
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williamd
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mercoledì 14 ottobre 2015
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film che lascia il segno!
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Nel scrivere questa recensione vorrei iniziare citando un frase di Hippolyte Taine: "l'ambiente malato crea l'uomo malato". Non penso si possa riassumere in miglior modo quello che il film ci mostra se non con questa frase.
City of God, titolo provocatorio che dovrebbe alludere a un luogo paradisiaco - quale Rio de Janeiro è per le sue meraviglie naturali - racconta invece, troppo esageratamente forse o forse no, della vita nelle favelas nella metropoli brasiliana dagli anni sessanta agli ottanta. E' attorno al personaggio di Buscapé che si sviluppa la trama della pellicola, che narra della sua crescita - dall'infanzia fino a poco più dell'adolescenza - sullo sfondo delle sanguinose vicinde delle bande criminali della favelas di Rio, vicine ma lontanissime alle condizioni benestanti della ricca città.
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Nel scrivere questa recensione vorrei iniziare citando un frase di Hippolyte Taine: "l'ambiente malato crea l'uomo malato". Non penso si possa riassumere in miglior modo quello che il film ci mostra se non con questa frase.
City of God, titolo provocatorio che dovrebbe alludere a un luogo paradisiaco - quale Rio de Janeiro è per le sue meraviglie naturali - racconta invece, troppo esageratamente forse o forse no, della vita nelle favelas nella metropoli brasiliana dagli anni sessanta agli ottanta. E' attorno al personaggio di Buscapé che si sviluppa la trama della pellicola, che narra della sua crescita - dall'infanzia fino a poco più dell'adolescenza - sullo sfondo delle sanguinose vicinde delle bande criminali della favelas di Rio, vicine ma lontanissime alle condizioni benestanti della ricca città.
Tutti i personaggi della storia sono animati da grandi desideri e sogni, spinti dalla volontà di scappare dall'indigenza del posto in cui sono nati. Da un lato Zé Pequeno che, come molti, cerca la sua rivincita nelle attività criminose per elevarsi da una società sporca e corrota di cui vuole essere il padrone; dall'altro il protagonista Buscapé, che insegue tenacemente il suo sogno di diventare fotografo in un contesto, a cui dire il vero, è molto più facile e conveniente brandire una pistola che qualsiasi altra cosa.
I punti di forza del film sono molteplici: le interpretazioni, la regia di Fernando Meirelles e soprattutto un montaggio eccezionale. Se dovessi trovare una pecca a questo film direi che ho preferito la prima parte del film per la sua crudezza dal forte impatto, che nella seconda parte, seppur bellissima, non si è riuscita completamente a mantenere.
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luca scial�
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mercoledì 29 aprile 2015
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nelle viscere degradate di rio de janeiro
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Film d'esordio per il regista brasiliano laureato in architettura Fernando Meirelles, che ci porta dentro le viscere degradate di Rio de Janeiro. Città stupenda per i turisti ma distratta con i più poveri. La pellicola è ambientata tra gli anni '60 e '80, quando la differenza era molto evidente perchè il Brasile conosceva un grande sviluppo economico, ma per pochi eletti.
In un quartiere delle favelas, denominato La città di Dio, crescono Buscapé e Dadinho, con ambizioni diverse, sebbene le loro vite si intreccino continuamente ed inevitabilmente. Fino al tragico epilogo. Un film dinamico, con diversi flashback, sequenze spinte e violente, talvolta crudeli. Raggiunge comunque il suo scopo.
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Film d'esordio per il regista brasiliano laureato in architettura Fernando Meirelles, che ci porta dentro le viscere degradate di Rio de Janeiro. Città stupenda per i turisti ma distratta con i più poveri. La pellicola è ambientata tra gli anni '60 e '80, quando la differenza era molto evidente perchè il Brasile conosceva un grande sviluppo economico, ma per pochi eletti.
In un quartiere delle favelas, denominato La città di Dio, crescono Buscapé e Dadinho, con ambizioni diverse, sebbene le loro vite si intreccino continuamente ed inevitabilmente. Fino al tragico epilogo. Un film dinamico, con diversi flashback, sequenze spinte e violente, talvolta crudeli. Raggiunge comunque il suo scopo. Il Brasile è anche quello.
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il befe
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martedì 10 marzo 2015
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ce ne fossero
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il befe
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martedì 10 marzo 2015
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capolavoro
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arnaco
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sabato 15 febbraio 2014
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analisi dei frangenti
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.... "come mai esiste questa realtà nelle favelas" è molto semplice: per il semplice fatto che esistono le favelas! Ci sono altri film che lo spiegano? Bene, questo film fa altro e lo fa molto bene a mio avviso.
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