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Devo dire che mi ha appasionato. Le critiche in genere, pur ritenendolo un film "necessario", lo hanno abbastanza stroncato (l'uso di spezzoni veri, l'accompagnamento musicale, usando anche Albinoni). A me ha emozionato anche per questo. E' crudo, relaistico, dolce e pieno, malgrado tutto di speranza. Mi ha ricordato molto Salvador, lopera prima di Sone, dove però la speranza moriva nella scena finale, quello dello stop alla frontiera di compagna e figli del giornalista. Anche qui c'è la scena terribile dei cetnici che portano via dal pullmann, pur autorizzato dall'Onu, che anche in questa pellciola fa, giustamente, la sua meschina figura, ma il film, fortunatamente continua e lascia un filo aperto alla speranza.
Non ci sono mai stato ma sento di amarla questa città: Sarajevo.
Un bel film.
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