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Austin Pericolo Powers è un agente segreto playboy nella Londra appariscente e hippie degli anni '60. Il Dottor Male, invece, è il suo acerrimo nemico, uno scenziato pazzo megalomane e calvo. Durante uno scontro tra i due, il malefico scenziato si fa spedire nello spazio ed ibernare, per poter ritornare a perseguitare la Terra in futuro. Powers non ci penserà due volte a fare altrettanto, e resterà così in stasi criogenica fin quando non verrà risvegliato negli anni '90, con la missione di fermare la sua vecchia nemesi, tornata in azione.
Austin Powers è una parodia demenziale di genere. Se, giustamente, al solo sentire le parole "parodia demenziale di genere" vi salgono i brividi e vi viene da pensare ai vari Scary Movie, potete stare tranquilli: Austin Powers non è Scary Movie. Se infatti i vari Scary Movie non facevano altro che prendere in prestito dai film pariodizzati ambientazioni e atmosfere in cui infilare battute grossolane, Il film diretto da Jay Roach e scritto e interpretato da Mike Myers si prende la briga di mettere alla berlina strutture narrative e archetipi delle spy story che pariodizza. Ed ecco, allora, che le gag più riuscite del film sono quelle che si prendono gioco dei meccanismi di morte inutilmente complicati messi su dal cattivo o dell'estrema violenza perpetrata nei confronti di migliaglia di scagnozzi. Uno sguardo, insomma, più profondo e intelligente rivolto a ciò che si pariodizza. A questo, si aggiungono a dare prestigo comico i due personaggi, eroe e antagonista, entrambi egregiamente interpretati da Myers: Austin Powers è un esilarante versione hippie di James Bond, unendo in sè sia tutte le caratteristiche della spia donnaiola che quelle della controcultura degli anni '60. Il Dottor Male, invece, è un uomo rigido, ingessato, spesso involontariamente comico e genuinamente malvagio. Ma, soprattutto, entrambi sono uomini di un altro tempo che si ritrovano in un epoca che non gli appartiene, estranei in un mondo che non capiscono. E forse questo aspetto fa emergere anche una lieve vena meno comica, quasi nostalgica, nei confronti di quel decennio, gli anni '60, ormai svanito insieme a tutte le sue mode e le sue correnti. "Non c'è niente di più patetico di un anticonformista che invecchia", dice ad un certo punto il Dottor Male rivolgendosi a Powers, e non è un frase poi così stupida, poi così comica.
Ma allora perchè solo 3 stelle? Perchè Austin Powers non è solo un film fatto di paodia intelligente e personaggi divertenti: ogni tanto si fa scappare qualche battuta più bassa, qualche gag più grossolana e volgarotta, qualche momento che rischia di farlo assomigliare, almeno per un istante, a quei vari "Scary Movie" di cui sopra. E, sebbene la bilancia penda senza dubbio nella direzione delle battute di qualità, bisogna comunque tenerne conto.
PS: Nei due seguiti di questo film, il doppiatore italiano di Austin Powers e del Dottor Male è stato cambiato. Davvero una pessima scelta.
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