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                Una adolescente, che è finita in un giro a scopo di libidine, si innamora di uno dei suoi "amanti" e gli propone di fuggire con lei: in una perversa catena di consumo sessuale, i sentimenti le costeranno la vita. Dal racconto "Violenza a Roma" di Massimo Felisotti Mario Caiano dirige un film piuttosto originale nel poliziottesco all'italiana dei primi anni '70. A questo filone, ispirato ai fatti di cronaca e rivelatore degli intrecci perversi, delle collusioni criminali, degli scheletri nell'armadio della società del benessere appartiene questo film che, tanto però per confermare lo scopo di intrattenimento scopre in tutti i sensi alcune giovanissime attrici come Adriana Falco e Gloria Piedimonte (che diventerà la "guapa" di "Discoring"). Enrico Maria Salerno ritorna nel personaggio già ricoperto in altri film del commissario onesto che scopre la corruzione a vario livello mentre gli altri attori cercano di dare credibilità a personaggi piuttosto stereotipati in un'opera che oltre a quelle sociologiche avrebbe ambizioni autoriali (l'influenza del cinema fantastico e horror, da cui Caiano veniva, nella rappresentazione della violenza). Film come questo -e per la verità anche migliori- sono l'espressione del malessere della società italiana del periodo, del clima di insicurezza nell'escalation della violenza politica e nella diffusione del crimine nelle metropoli (cui in fondo costituiva esorcismo l'angoscia sublimata in thriller e poi horror del cinema di grande successo di Dario Argento).  
             
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