Papillon |
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Un film di Franklin J. Schaffner.
Con Steve McQueen, Dustin Hoffman, Victor Jory, Don Gordon, Anthony Zerbe.
continua»
Avventura,
durata 150 min.
- USA 1973.
MYMONETRO
Papillon
valutazione media:
3,65
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Uno scambio alla paridi Gianni LuciniFeedback: 29144 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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venerdì 14 ottobre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Può anche essere che, come scrive la critica dell’epoca in cui esce il film, Dustin Hoffman non riesce a “rubare lo schermo” a Steve McQueen come aveva fatto con Jon Voight in Un uomo da marciapiede, ma a ben guardare non sembra sia proprio il suo obiettivo. Intanto, con tutto il rispetto, Steve McQueen non è Jon Voight e poi il personaggio di Hoffman, a differenza di Rico, fin dalla prima inquadratura non appare in grado di sopravvivere da solo nel mondo ostile in cui è stato catapultato. L’accordo con Papillon è uno scambio alla pari: soldi in cambio di sicurezza. Ciascuno dà quello che può. Anche le scelte di caratterizzazione fisica escludono la possibilità di una vita autonoma. Dega appare subito fragile, lento a muoversi, con occhiali spessi che denunciano una miopia insuperabile senza protesi. A riprova che la scelta degli occhiali sia un artificio voluto per meglio definire visivamente il personaggio, c’è il fatto che nel libro di Charrière il falsario interpretato da Hoffman non viene mai descritto come occhialuto o miope. E se non bastasse l’aspetto fisico c’è la recitazione, priva di qualsiasi tentazione leaderistica. La camminata incerta, le espressioni del volto che mutano più lentamente delle parole per dare l’idea di uno sfasamento personale di fronte all’evolvere della situazione, uniti ad alcuni atteggiamenti quasi snob nei confronti di avvenimenti e compagni, fanno di Dega un personaggio molto diverso dagli sbandati e i marginali che popolano il personale universo di Hoffman. Louis non è fuori dal sistema per scelta personale, ma perché il sistema lo ha espulso e lui vive malamente la propria situazione tanto che, nei due anni in cui Papillon è segregato in isolamento, riesce a salire nella scala gerarchica e sociale dell’ambiente fino a diventare il segretario del direttore della prigione. I suoi schemi recitativi sono funzionali a questo scopo ed evidentemente non prevedono alcun tipo di competizione con Steve McQueen, con buona pace delle perplessità dei critici dell’epoca, forse troppo innamorati del Dustin Hoffman marginale e maledetto.
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