antonio canzoniere
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sabato 2 giugno 2012
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la gioia di essere se stessi
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Nella Roma fascista del ’38, Marcello Clerici, professore di filosofia e promesso sposo di Giulia, piccolo borghese solare e civettuola, ottiene una missione per conto dell’OVRA: uccidere il suo vecchio professore, dissidente politico residente a Parigi. S’innamorerà di Anna, la moglie del vecchio docente, attraente quanto ambigua, che intreccerà rapporti morbosi con Marcello e consorte. Alla fine scoprirà la verità su un risvolto del suo passato. Tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, che viene sovvertito nei temi e nel contenuto, il film segna l’inizio della serie dei capolavori del grande Bertolucci. Diviso tra una grigia Roma mussoliniana e una Parigi luminosa ed esistenzialista illuminate dalle luci di stampo espressionista del grande Vittorio Storaro, questo opus n.
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Nella Roma fascista del ’38, Marcello Clerici, professore di filosofia e promesso sposo di Giulia, piccolo borghese solare e civettuola, ottiene una missione per conto dell’OVRA: uccidere il suo vecchio professore, dissidente politico residente a Parigi. S’innamorerà di Anna, la moglie del vecchio docente, attraente quanto ambigua, che intreccerà rapporti morbosi con Marcello e consorte. Alla fine scoprirà la verità su un risvolto del suo passato. Tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, che viene sovvertito nei temi e nel contenuto, il film segna l’inizio della serie dei capolavori del grande Bertolucci. Diviso tra una grigia Roma mussoliniana e una Parigi luminosa ed esistenzialista illuminate dalle luci di stampo espressionista del grande Vittorio Storaro, questo opus n.8 è, nonostante il protagonista voglia essere un conformista, un inno all’anticonformismo, alla libertà di amore, pensiero e dell’essere sé stessi. E’ il dramma di un’esistenza tormentata che non trova appoggi e che sembra perfino rifiutarli in un certo senso: Marcello, sconvolto da un trauma infantile, non riesce a non ricordare l’autista che tentò di violentarlo e sfogandosi sparandolo, trova nella violenza un’ancora disperata, fuori dalla religione e dagli affetti. L’unico sprazzo di vita e di libertà che gli passerà davanti sarà l’infatuazione per la moglie del professore, che però lascerà morire per mano dei sicari fascisti nell’imboscata in Savoia. Opera cinefila in ogni senso, omaggia l’espressionismo tedesco da Stenberg fino ad Ophuls ed immancabilmente, Il disprezzo di Godard. Trintignant straordinario, Sandrelli fantastica, Sanda celestiale, ammirevole Moschin. Nomination al Golden Globe come miglior film straniero e all’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale. La magnifica sequenza del ballo è girata nei sobborghi di Parigi.
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rdemuro
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domenica 8 luglio 2012
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essere come gli altri, contro se stessi.
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Capolavoro di Bertolucci del 1970, il film si rifà all'omonimo romanzo di Moravia.
L'azione si svolge durante il periodo di guerra e copre un arco di tredici anni, dal 1930 al 1943. Il protagonista è un professore apparentemente innocuo, del quale trapeleranno, nel corso del dramma, l'indole violenta (probabilmente legata al fatto di essere stato vittima di un tentato abuso sessuale), la tendenza omosessuale, le frustrazioni e le angosce. L'adesione al partito fascista, più che ideologica, è quasi una scelta spinta dal desiderio di celare il proprio caos interiore, un'occasione per "conformarsi", appunto. I personaggi di Bertolucci, condividono con quelli di Moravia, l'inerzia; come quelli sono annoiati, pervasi da conflitti interiori , da pulsioni puntualmente represse.
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Capolavoro di Bertolucci del 1970, il film si rifà all'omonimo romanzo di Moravia.
L'azione si svolge durante il periodo di guerra e copre un arco di tredici anni, dal 1930 al 1943. Il protagonista è un professore apparentemente innocuo, del quale trapeleranno, nel corso del dramma, l'indole violenta (probabilmente legata al fatto di essere stato vittima di un tentato abuso sessuale), la tendenza omosessuale, le frustrazioni e le angosce. L'adesione al partito fascista, più che ideologica, è quasi una scelta spinta dal desiderio di celare il proprio caos interiore, un'occasione per "conformarsi", appunto. I personaggi di Bertolucci, condividono con quelli di Moravia, l'inerzia; come quelli sono annoiati, pervasi da conflitti interiori , da pulsioni puntualmente represse. Tutti i tentativi di cambiamento vengono costantemente accantonati, dettati dall'incapacità di opporsi alla realtà. Questi sentimenti di rinuncia erano legati alla dottrina fascista di quegli anni che si impose come unica cultura. Questo ha fatto si che coloro che sono cresciuti sotto questa ditattura, non abbiano avuto un'effettiva libertà di scelta, né una formazione autonoma che fosse lontana da quella mussoliniana. Tutto questo è stato reso magistralmente da Bertolucci che, attraverso una luce orientata in senso espressionista, una narrazione cronologica spesso frammentaria e attraverso vicende surreali, traccia un percorso psicologico condotto privilegiando la dimensione metaforica e analitica.
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gianpaolo
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martedì 20 dicembre 2005
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bellissimo
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Personalmente ritengo che "Il-conformista", sia (assieme a "Novecento", e al "La-strategia del ragno) il lavoro più riuscito del regista parmense,....il cui notevole percorso artistico cominciò all'inizio degli anni 60 col Film d'esordio "La-commare-secca",...percorso che trovò una sorta di capolinea creativo alla fine degli anni 70,...quando Bertolucci iniziò ad essere avviluppato dalla presunzione tipica dell'autore,......la stessa che l'ha successivamente condotto alla creazione delle sue attuali pseudo-opere intrise di stucchevole manierismo.
Comunque in questo stupendo, e raffinato Film, lo troviamo in grande spolvero.
Dimostrando una rilevante lucidità narrativa Bertolucci riesce nella non facile impresa di allestire una trasposizione filmica al livello dello stupendo racconto di Alberto-moravia,.
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Personalmente ritengo che "Il-conformista", sia (assieme a "Novecento", e al "La-strategia del ragno) il lavoro più riuscito del regista parmense,....il cui notevole percorso artistico cominciò all'inizio degli anni 60 col Film d'esordio "La-commare-secca",...percorso che trovò una sorta di capolinea creativo alla fine degli anni 70,...quando Bertolucci iniziò ad essere avviluppato dalla presunzione tipica dell'autore,......la stessa che l'ha successivamente condotto alla creazione delle sue attuali pseudo-opere intrise di stucchevole manierismo.
Comunque in questo stupendo, e raffinato Film, lo troviamo in grande spolvero.
Dimostrando una rilevante lucidità narrativa Bertolucci riesce nella non facile impresa di allestire una trasposizione filmica al livello dello stupendo racconto di Alberto-moravia,..riuscendo addirittura a nobilitarne alcuni tratti.
In sintesi il Film narra la vicenda di un uomo il cui senso di colpa (per un omicidio che crede di aver commesso) lo rende conforme al regime fascista,..nella cui essenza si riconosce fino a quando scopre che la sua corsa al conformismo è stata generata da un equivoco.
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filippo catani
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sabato 31 dicembre 2011
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un conformista
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Un agente della polizia segreta fascista viene mandato a Parigi per eliminare il suo ex professore di filosofia noto antifascista da sempre e ora considerato troppo scomodo. L'uomo si recherà così in Francia con la scusa del viaggio di nozze con la bella ma sempliciotta e ingenua moglie. L'uomo rimarrà però colpito dal fascino della giovane moglie del vecchio professore.Tratto dall'opera di Moravia
Splendida opera di Bertolucci che tratteggia il ritratto perfetto del conformista e cioè di colui che aderisce con entusiasmo ad una causa poi prosegue nel suo intento perchè così va il mondo e così si deve fare per mantenere la propria posizione e poi alla caduta del vecchio regime eccolo saltare subito sul carro dei nuovi vincitori.
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Un agente della polizia segreta fascista viene mandato a Parigi per eliminare il suo ex professore di filosofia noto antifascista da sempre e ora considerato troppo scomodo. L'uomo si recherà così in Francia con la scusa del viaggio di nozze con la bella ma sempliciotta e ingenua moglie. L'uomo rimarrà però colpito dal fascino della giovane moglie del vecchio professore.Tratto dall'opera di Moravia
Splendida opera di Bertolucci che tratteggia il ritratto perfetto del conformista e cioè di colui che aderisce con entusiasmo ad una causa poi prosegue nel suo intento perchè così va il mondo e così si deve fare per mantenere la propria posizione e poi alla caduta del vecchio regime eccolo saltare subito sul carro dei nuovi vincitori. Bellissima la scena del ballo a Parigi così come meravigliosamente ironica e tragica è la figura del camerata fascista che deve controllare che venga portata a termine la missione. Dialoghi che contengono battute davvero taglienti rivolte non tanto a una nazionalità in particolare ma un terribile e preciso modo di essere che non passa mai di moda. Meraviglioso e tragico allo stesso tempo quando all'inizio del film si parla di Hitler come di un pazzo a cui veniva appositamente offerto da bere nelle birrerie tedesche per farlo infervorare e fargli dire ogni genere di nefandezze. Peccato che dopo qualche anno quelle nefandezze arrivarono al potere.
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stenoir
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sabato 25 febbraio 2023
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un viaggio indimenticabile in una pineta
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L’anno in cui si svolge la vicenda è il 1938, tra poco più di dodici mesi, scoppierà la Seconda Guerra Mondiale. Marcello Clerici (Jean Louis Trintignant) si trova in una camera d’albergo di Parigi, attende una chiamata al telefono: risponde e risulta sorpreso, o forse, sembra più contrariato, quando dall’altra parte della linea, qualcuno gli riferisce che “è partita anche lei”; prende accordi, copre con un lenzuolo una donna sdraiata sul letto e scende in strada. Giunto in macchina, è assalito dai ricordi e tramite flashback, veniamo a conoscenza del perché si trovi nella Capitale francese (ufficiosamente in viaggio di nozze, come vuol far credere all’ignara moglie Giulia -Stefania Sandrelli- una ragazza borghese, la donna intravista in precedenza sul letto, ma ufficialmente per compiere l’omicidio di un dissidente politico), del suo lavoro (deve compiere un omicidio, Marcello è un fervente credente fascista ed è una spia della suddetta polizia), dei suoi genitori (il padre è internato in un manicomio e la madre è oppiomane) e del suo passato (con l’evento avvenuto in età adolescenziale, determinante per “conformarlo” a ciò che è diventato).
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L’anno in cui si svolge la vicenda è il 1938, tra poco più di dodici mesi, scoppierà la Seconda Guerra Mondiale. Marcello Clerici (Jean Louis Trintignant) si trova in una camera d’albergo di Parigi, attende una chiamata al telefono: risponde e risulta sorpreso, o forse, sembra più contrariato, quando dall’altra parte della linea, qualcuno gli riferisce che “è partita anche lei”; prende accordi, copre con un lenzuolo una donna sdraiata sul letto e scende in strada. Giunto in macchina, è assalito dai ricordi e tramite flashback, veniamo a conoscenza del perché si trovi nella Capitale francese (ufficiosamente in viaggio di nozze, come vuol far credere all’ignara moglie Giulia -Stefania Sandrelli- una ragazza borghese, la donna intravista in precedenza sul letto, ma ufficialmente per compiere l’omicidio di un dissidente politico), del suo lavoro (deve compiere un omicidio, Marcello è un fervente credente fascista ed è una spia della suddetta polizia), dei suoi genitori (il padre è internato in un manicomio e la madre è oppiomane) e del suo passato (con l’evento avvenuto in età adolescenziale, determinante per “conformarlo” a ciò che è diventato). Tratto da un romanzo di Alberto Moravia (dal quale si differenzia con il finale cinematografico), pubblicato nel 1951, Bertolucci raccontò la trama del libro ai produttori della Paramount, i quali gli avevano richiesto un’idea per un film e in seguito, scrisse la sceneggiatura in un mese. Girato tra Roma (zona EUR), Parigi e in Savoia, regione francese delle Alpi, Il Conformista si caratterizza, a mio parere, per il montaggio, continuamente alternato tra passato e presente, di Franco Arcalli e per la fotografia, del futuro tre volte Premio Oscar, Vittorio Storaro, raggiungendo l’apice con la scena, meravigliosa, nella pineta: una corsa tra gli alberi, tutt’attorno la foschia, mentre sta iniziando ad albeggiare.
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ralphscott
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mercoledì 5 dicembre 2012
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il bisogno di normalità
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Marcello si lega a Giulia,una sempliciotta,ma sbanda per un amore più complesso,impegnativo,quello per Anna. Se gli affetti potrebbero salvare il tormentato protagonista,la scelta politica non è mai in discussione,nemmeno quando nel finale pare abiurare. Questo,semplicemente,perchè egli si schiera con "i più",vuole star nel gregge ,ovunque esso vada. Ho visto il film restaurato,sul grande schermo. Al termine dibattito dove parlavano di politica e società. Sembrava che riprese ardite,scenografia monumentale,interpreti in gran forma non contassero poi molto. Eppure "Il conformista" è bello assai,semplicemente lasciandosi coinvolgere dalle immagini.
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Marcello si lega a Giulia,una sempliciotta,ma sbanda per un amore più complesso,impegnativo,quello per Anna. Se gli affetti potrebbero salvare il tormentato protagonista,la scelta politica non è mai in discussione,nemmeno quando nel finale pare abiurare. Questo,semplicemente,perchè egli si schiera con "i più",vuole star nel gregge ,ovunque esso vada. Ho visto il film restaurato,sul grande schermo. Al termine dibattito dove parlavano di politica e società. Sembrava che riprese ardite,scenografia monumentale,interpreti in gran forma non contassero poi molto. Eppure "Il conformista" è bello assai,semplicemente lasciandosi coinvolgere dalle immagini. Trintignant al suo meglio,sensibile e duttile come pochi. La Sandrelli perfetta anima candida,sensuale e fulgida nella danza con la splendida Sanda. Dura e bellissima la fuga con la morte di quest'ultima. Film più psicologico che politico,in definitiva.
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paolo_89
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martedì 19 febbraio 2013
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spesso i premi hanno ragione
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Sappiamo che non si giudica un film dai premi che ha vinto ma talvolta le giurie centrano il bersaglio, soprattutto se non sono quelle di Hollywood. Il conformista (Bernardo Bertolucci) ha vinto tutto: David di Donatello, Sutherland Trophy al British Film Institute Festival, Nomination all'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale e al Golden Globe per il miglior film straniero in lingua straniera, candidatura al Leone d'oro al Festival di Berlino, eccetera. Capisco il perchè e non posso negargli la lettera C della rubrica ABCinema-12cin3ma, alla terza recensione del primo giro.
Il conformista, che è riuscito a impressionare così tanti festival così diversi tra loro, racconta di un professore di filosofia, Marcello, promesso sposo di una borghese un po' frivola.
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Sappiamo che non si giudica un film dai premi che ha vinto ma talvolta le giurie centrano il bersaglio, soprattutto se non sono quelle di Hollywood. Il conformista (Bernardo Bertolucci) ha vinto tutto: David di Donatello, Sutherland Trophy al British Film Institute Festival, Nomination all'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale e al Golden Globe per il miglior film straniero in lingua straniera, candidatura al Leone d'oro al Festival di Berlino, eccetera. Capisco il perchè e non posso negargli la lettera C della rubrica ABCinema-12cin3ma, alla terza recensione del primo giro.
Il conformista, che è riuscito a impressionare così tanti festival così diversi tra loro, racconta di un professore di filosofia, Marcello, promesso sposo di una borghese un po' frivola. Deciso a costruirsi la sua vita normale, banale, conformista, intraprende una serie di azioni in contrasto profondo con questa sua vocazione. Entra in principio nell'OVRA, l'Organizzazione Volontari per la Repressione dell'Antifascismo, senza però esserne fermamente convinto o senza avere il pretesto del denaro a spingerlo, come si chiede anche il funzionario che lo recluta. La recitazione (eccezion fatta per Stefania Sandrelli, tanto carina ma troppo sopra le righe persino per il personaggio che interpreta) e la messa in scena confermano quest'assunto di base e ragalano alcuni momenti memorabili, uno dei quali è una delizia visiva e concettuale. Nel momento in cui Marcello, parlando col suo vecchio professore di filosofia antifascista, si rammarica di essere invece diventato fascista, la sua ombra scompare dal muro su cui era proiettata fino a un attimo prima. L'ombra sparisce perchè il provessore chiude le ante della finestra, ma è lo stesso fascismo di Marcello che sbiadisce insieme con lei. «Un fascista convinto non parla così», lo rimprovera il professore, che forse sa già che sorte lo aspetta ma che prima cerca di ricordare chi era veramente Marcello e perchè è venuto in Francia a trovarlo.
Il finale è diverso dal quello del libro di Moravia, ma la soluzione di Bertolucci calza perfettamente con la storia e rivela in modo icastico la vera identità di Marcello, comunque seminata nel corso di tutto il film.
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luca scial�
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sabato 7 giugno 2014
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le ombre del fascismo, tra eccessi e debolezze
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Marcello Clerici è un fascista convinto, funzionario della polizia. Proviene da una famiglia borghese, con una madre che vive nell'ozio e un padre rinchiuso nel manicomio perché ha rinnegato il fascismo. E' fidanzato con la bella Giulia, di estrazione piccolo borghese, ma donna mediocre e frivola. I due si sposano ma il loro viaggio di nozze a Parigi è solo una copertura, all'insaputa di lei: Marcello deve uccidere un suo ex professore anti-fascista, facente parte della resistenza. Ma l'incontro con l'uomo, sopraffino intellettuale, gli farà sorgere qualche dubbio sul regime.
Bertolucci traspone in modo fedele un romanzo omonimo di Alberto Moravia.
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Marcello Clerici è un fascista convinto, funzionario della polizia. Proviene da una famiglia borghese, con una madre che vive nell'ozio e un padre rinchiuso nel manicomio perché ha rinnegato il fascismo. E' fidanzato con la bella Giulia, di estrazione piccolo borghese, ma donna mediocre e frivola. I due si sposano ma il loro viaggio di nozze a Parigi è solo una copertura, all'insaputa di lei: Marcello deve uccidere un suo ex professore anti-fascista, facente parte della resistenza. Ma l'incontro con l'uomo, sopraffino intellettuale, gli farà sorgere qualche dubbio sul regime.
Bertolucci traspone in modo fedele un romanzo omonimo di Alberto Moravia. Un romanzo che mette in evidenza le ambiguità, le deboloezze e le contraddizioni del fascismo. Non mancano momenti visionari e quell'erotismo che saranno evidenti nel successivo Ultimo tango a Parigi. Sublime anche la fotografia e il montaggio, che gli donano un tocco in più.
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ralphscott
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sabato 11 ottobre 2014
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l'eclatante bellezza,le infinite riflessioni
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Godersi innanzitutto la sontuosa messa in scena fissando inevitabilmente il ricordo di scene memorabili,dalla solitudine di Marcello nel metafisico paesaggio del Ministero sino alla terribile,cruda realtà di Anna tradita e trucidata. Passando dai balli,quello delle splendide amiche e quello che avvolge come un pitone il sig. Clerici. E' impensabile citare tutte le sequenze che colpiscono lo spettatore e si prestano a letture in quanto riuscite metafore. La bellezza dei protagonisti,le ottime prove attoriali e gli splendidi costumi delle due dame assecondano l'arte di un regista capace di trasmettere forti suggestioni. Bertolucci,inoltre,da buon cinefilo ci regala camei di divine dello spettacolo nostrano:la Sanson e Milly (decadente e drogata).
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Godersi innanzitutto la sontuosa messa in scena fissando inevitabilmente il ricordo di scene memorabili,dalla solitudine di Marcello nel metafisico paesaggio del Ministero sino alla terribile,cruda realtà di Anna tradita e trucidata. Passando dai balli,quello delle splendide amiche e quello che avvolge come un pitone il sig. Clerici. E' impensabile citare tutte le sequenze che colpiscono lo spettatore e si prestano a letture in quanto riuscite metafore. La bellezza dei protagonisti,le ottime prove attoriali e gli splendidi costumi delle due dame assecondano l'arte di un regista capace di trasmettere forti suggestioni. Bertolucci,inoltre,da buon cinefilo ci regala camei di divine dello spettacolo nostrano:la Sanson e Milly (decadente e drogata). Ripeterà queste scelte con altri mostri sacri,come la Valli. Mi spiace vedere un po' sacrificato un attore di razza come Moschin. Questo filmone dà infiniti spunti di riflessione. Nel mio caso si insinuano dubbi e pensieri a distanza di ore,giorni dalla visione in dvd dell'opera restaurata. E tornano alla mente anche le immagini irreali,i blu impossibili,gli sfondi onirici che hanno fortemente impattato la vista di uno spettatore abituato soprattutto ai contrasti del b/n. Grande,grande cinema.
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onufrio
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lunedì 29 giugno 2015
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clerici il conformista
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Tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia, Bernardo Bertolucci confeziona un'opera cinematografica stilisticamente perfetta, coadiuvata da un cast di attori sublimi come il protagonista della storia, il Marcello Clerici interpretato da Jean-Louis Trintignant, e poi ancora, le splendide Sandrelli e Sanda. Siamo nel periodo fascista che precede lo scoppio della seconda guerra mondiale, Clerici, per "espiare" un omicidio commesso in tenera età decide di far parte del regime fascista, lavorando come spia al servizio della polizia fascista, ma l'incontro con una bella donna stravolgono l'ardore ed il rigore del camerata.
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