Pellicola di Robert Rossen appartenente al filone bellico-militare che propone una delle più classiche trame dei film d'avventura, in cui una comitiva variegata deve affrontare un viaggio costellato di numerose insidie: la peculiarità dell'opera risiede nel fatto che in questo contesto viene realizzata un'indagine psicologica molto complessa dei vari personaggi, grazie alla quale vengono innescate delle dinamiche sorprendenti, in un crescendo esaltante.
Il finale non soddisfa a pieno, lasciando un po' l'amaro in bocca per alcune scelte e dando l'impressione che il grandioso impianto narrativo sia stato sfruttato solo parzialmente.
Ottimi i dialoghi, molto ben scritti; la mano di Rossen si rinviene particolarmente in alcuni passi in cui vengono scandagliate questioni di alto valore filosofico e morale, operazione che con modalità diverse si può rintracciare in tutte le opere dell'autore americano.
Ottima la tecnica registica esibita nelle sequenze iniziali con la spettacolare battaglia tra la cavalleria americana e i messicani; altrettanto apprezzabile in seguito l'opera di Rossen allorché lo stesso è bravissimo nel portare all'esasperazione estrema lo scontro psicologico tra i personaggi, dirigendo perfettamente gli interpreti e proponendo una perfetta successione delle scene.
Nel buonissimo cast emergono le stelle più famose, che rendono onore alla loro fama con delle interpretazioni esaltanti, stagliandosi nettamente sopra gli altri. Molto intensa espressivamente la prova di Rita Hayworth, spesso catalogata solo come una delle più belle star hollywoodiane, senza ricevere il giusto riconoscimento delle proprie capacità attoriali. I due interpreti che più lasciano il segno sono però Gary Cooper e Van Heflin, due autentici giganti bravissimi a inscenare una guerra psicologica memorabile. La recitazione di Cooper colpisce per intensità e stile misurato; il grande attore americano, come già altre volte in carriera, ricopre splendidamente i panni dell'eroe dagli alti valori etici, ruolo che gli era particolarmente congeniale, riuscendo per l'ennesima volta a trasmette emozioni forti al pubblico che ne resta ammaliato. Impressionante la prova di Van Heflin: il suo personaggio è tanto odioso, quanto realistico e indimenticabile. Nel resto del cast si segnala anche Richard Conte, anch'egli molto in parte nei panni dell'infido caporale.
Sebbene la durata non sia particolarmente contenuta, il film non stanca affatto, anzi avvince sempre di più grazie all'evolversi degli accadimenti e soprattutto dell'intricata trama psicologica.
La pellicola ha anche un certo valore storico: viene infatti efficacemente fotografata la situazione politico-militare degli Stati Uniti d'America alla vigilia del primo grande impegno bellico in Europa, costituente una delle tappe fondamentali che avrebbe poi portato la federazione americana a divenire la superpotenza mondiale che oggi conosciamo. Molto interessante in questa chiave la descrizione che viene bene tratteggiata delle ambizioni di questa giovane, ma potente nazione.
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