Paolo D'Agostini
La Repubblica
Milano, prossimo futuro. Si è consumata la secessione ed è nata la Repubblica del Nord. I meridionali residenti in Padania vengono isolati in ghetti e sottoposti a stretta sorveglianza. Tra di loro c'è anche chi, come il protagonista Gennaro Strummolo, fa di tutto per farsi accettare truccando gli inequivocabili natali. Si fa chiamare Genny Strumm e veste alla tirolese. Ma la sorella non rinuncia alla propria identità e quel che è peggio frequenta un fidanzato inguaribilmente napoletano. Il suo destino è perciò segnato: rifiutato al Nord, collaborazionista spregevole per i "compatrioti". Fino al riscatto finale con il recupero della propria dignità.
Il regista Massimo Costa, figlio di un regista che occupò la scena del cinema popolare negli anni Cinquanta (Mario Costa), ha fatto un film molto divertente fino a che somiglia a una parodia di Totò, pungente ma senza pretese. Cade laddove comincia a prendersi troppo sul serio e cede al delirio allegorico di un Blade Runner mediterraneo. Sviluppo di una commedia scritta dall'attore Gianfelice Imparato (intitolata Casa di frontiera) che è anche il protagonista nel ruolo di StrummoloStrumm, il film si avvale delle efficaci interpretazioni di Anna Ammirati (la sorella) e Vincenzo Peluso (il fidanzato) e di Lucrezia Lante della Rovere nel ruolo dell'inflessibile kapò padana.
Da La Repubblica, 07 giugno 2003
di Paolo D'Agostini, 07 giugno 2003