ACTA NON VERBA
Directed by Yvann Yagchi
65 minuti
IL DENARO NON FA LA FELICITA’
Mia nonna mi ripeteva sempre che il denaro non fa la felicità. Questo banale detto popolare pare più vero che mai in Svizzera. Più sono ricchi, più si suicidano.
27 maggio 2016: l'ex CEO di Zurich Martin Senn, 59 anni, si toglie la vita nella sua casa di vacanza di Klosters (GR).
26 agosto 2013: Pierre Wauthier, 53enne responsabile delle finanze di Zurich, si suicida.
23 luglio 2013: il presidente della direzione di Swisscom Carsten Schloter viene trovato morto a 49 anni (suicidio) nella sua abitazione di Villars-sur-Glâne (FR).
24 novembre 2011: il numero uno del gruppo Ricola, Adrian Kohler, mette fine alla sua vita dopo che il consiglio d'amministrazione aveva messo in luce irregolarità da parte del 53enne.
7 maggio 2011: il 78enne tedesco Gunter Sachs, ereditiere di una famiglia di industriali, collezionista e fotografo si toglie la vita nella sua casa di Gstaad (BE).
26 gennaio 2010: in una stanza d'albergo di Davos mette fine ai suoi giorni il 61enne Markus Reinhardt. Il comandante della polizia grigionese e responsabile della sicurezza del Forum di Davos soffriva di problemi legati all'alcol.
3 dicembre 2008: Alex Widmer, uno dei più conosciuti banchieri privati svizzeri e dal 2007 numero uno di Julius Bär, si suicida all'età di 52 anni nella sua villa di Baden (AG).
Questa lista narra di tutti i casi che in Svizzera vi sono stati di suicidi di persone con importanti funzioni dirigenziali.
A questi va aggiunto l’imprenditore e banchiere iracheno - svizzero Michel Yagchi che gestì Lombard Odier, storica Banca fondata nel 1796, che si è tolto la vita nel 2012 per ragioni apparentemente misteriose.
Il racconto del figlio di Yvann, narra in un intreccio di vita e morte, tra azioni e parole, un doloroso viaggio personale tra ricordi dei familiari, sensi colpa, momenti di nostalgia e indagine tentativo di ricerca, i probabili perchè il padre si sia suicidato, senza lasciare spiegazioni, nel seminterrato di casa, a Ginevra.
Il mistero infittisce durante tutti i 65 minuti e la suspense cresce di pari passo alla commozione con la perdita di un viso cosi solare, una persona estremante raffinata e bella, così come appare tutta la famiglia.
La madre, di origine palestinese insegna, insieme alla sorella del defunto, un grande pudore nella gestione del dolore e delle emozioni.
Questi atteggiamenti fungono da insegnamento di vita in questo spiazzante documentario oltre che familiare, anche sociale, dati infatti i numerosissimi casi, spesso inspiegabili, di suicidi in Svizzera.
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