Room 237 |
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Un film di Rodney Ascher.
Documentario,
durata 102 min.
- USA 2012.
MYMONETRO
Room 237
valutazione media:
3,00
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La stanza della mentedi Topo PaolinoFeedback: 630 | altri commenti e recensioni di Topo Paolino |
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domenica 29 dicembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film molto piacevole da seguire, molto interessante e intrigante, con una ottima colonna sonora e di cui si possono ravvisare parallelismi, nelle diverse intepretazioni, con quanto già scritto o detto da critici considerati di vaglia o da esperti o studiosi di esoterismo o delle cosiddette "teorie del complotto" che ufficialmente sono considerate fantasiose o anche ridicole, ma che godono di un vasto seguito specie negli ultimi anni su Internet. Mi sembrano particolarmente rilevanti i riferimenti al subliminale, col quale Kubrick ha spesso scherzato, come fanno i geni nelle loro opere, ma ha anche sviluppato un discorso estremamente inquietante - che già si avverte in 2001 - sul rapporto tra il sesso, la violenza e la morte, sulla metafisica della violenza, sul senso della storia umana e sulle sue rappresentazioni come rito funebre (discorso anche felliniano, oltre che chiaramente di un film come Barry Lyndon); e i riferimenti alla illuminazione di Danny, che scopre il modo come spezzare la perversa catena degli orrori della storia. Le riprese all'inizio e alla fine (ma anche quello della steadycam quando Danny corre sul triciclo) sembrano un punto di vista soprannaturale, di fantasmi o alieni. E da un altro mondo sembra venire Kubrick, che sotto le apparenze di un horror di lusso ha edificato un'opera di sconcertante profondità, degna della tragedia antica. La sua densità è straordinaria: in una sola sequenza, che a prima vista scorre con realistica naturalezza (ma Kubrick non vuole forse dirci di guardare con altri occhi la realtà?), ci sono, in dettagli apparentemente casuali (Kubrick diceva: Dio sta nei dettagli), un numero soprendentemente grande di storie e significati, magari racchiusi nella forza del simbolo, capace di riassumere la storia di millenni. Altre, infinite interpetrazioni seguiranno di Shining, in quella esplorazione del nostro spazio mentale - il più vasto e misterioso che ci sia, che tutto contiene, anche quello che non è stato ancora raggiunto, e che già è avvenuto, e che non esiste che lì - che in maniera insuperabile Kubrick ha compiuto con il film.
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