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L’amore che è allo stesso tempo gioia e sofferenza è uno dei temi chiave della poetica di Truffaut. E’ un motivo presente in quasi tutti i suoi film ma è il tema centrale di almeno quattro: Jules e Jim, La mia droga si chiama Julie, Adele H. e appunto La signora della porta accanto. In questa pellicola i due protagonisti, F. Ardant e G. Depardieu, per uno scherzo del destino si ritrovano a vivere uno di fronte all’altra. Già si sono amati in passato ed è stata una passione incontrollabile e distruttiva. Entrambi hanno cercato di porvi riparo: entrambi hanno ora un’altra relazione stabile che potrebbe dar loro la tranquillità. Ma le ragioni del cuore e della passione sono irrazionali e irrinunciabili e ben presto i nostri due si ritrovano nuovamente amanti ben sapendo di non avere scampo, di non potersi difendere da ciò che sono. Così ciò che è già stato in passato, sarà nuovamente e le conseguenze non potranno che essere tragiche. Depardieu nei film di Truffaut si trova a fronteggiare attrici straordinarie e bellissime e se, nell’Ultimo Metrò, rimane forse un po’ soggiogato dalla presenza della Deneuve, in questo film trova tutte le chiavi interpretative giuste. La sua follia è la sua passione e tutta la sua interpretazione è tesa a dichiararlo.
Di a17540
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