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                Ottima interpretazione da parte dell'attore Rolando Ravello che impersona un killer dall'aspetto gentile ed innocente, ma in realtà efferatamente senza scrupoli. Nell'interpretazione, Angelo, killer "cattivo" come si definisce lui stesso lavora per la Ndrangheta, ma con uno spirito critico che gli consente di indagare sui suoi datori di lavoro fino a scoprire che complottano anche contro di lui. Così, invece di eseguire uno dei mandati, e cioè quello di uccidere la moglie di un politico per intimidirlo affinché elimini gli intoppi per la concessione veloce di un appalto, utilizza il suo ostaggio come esca per eliminare i membri delle famiglie mafiose di cui è al servizio. La storia si sviluppa intorno all'inaspettato dialogo che il killer crea con la sua apparente vittima, fino a insinuare possibili similitudini fra i due protagonisti: lui è "cattivo", ma anche l'ostaggio, Mariangela (moglie del politico), impersonata dall'attrice Donatella Finocchiaro, che nel film ha il ruolo di un ufficiale dell'Esercito, in quanto tale se dovesse uccidere un uomo diventerebbe automaticamente "cattiva" e quindi simile a lui. L'originalità della storia sta nel fatto che il killer parla continuamente con la sua vittima, spiegandole passo per passo i propri movimenti e i piani della Ndrangheta fino ad aprirle gli occhi sull'evidente tradimento del marito che, per salvare la propria vita non esita a far uccidere la moglie. In conclusione si viene a creare una certa linea d'intesa e complicità fra Angelo e Mariangela, fino al punto che lei rimasta col cruccio di essere simile a lui viene tranquillizzata dal killer, il quale, in ultima analisi riconosce la profonda differenza fra le due personalità, evidenziando che lei non potrà mai essere come lui, perchè lui è "cattivo".
 
 
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