Capitalism: A Love Story |
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Un film di Michael Moore.
Con Thora Birch, Wallace Shawn, Arnold Schwarzenegger, John McCain, William Black (II), Michael Moore.
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Documentario,
Ratings: Kids+16,
durata 127 min.
- USA 2009.
- Mikado Film
uscita venerdì 30 ottobre 2009.
MYMONETRO
Capitalism: A Love Story
valutazione media:
3,38
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il capitalismo secondo Michael Mooredi LisariMuricevFeedback: 0 | altri commenti e recensioni di LisariMuricev |
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sabato 24 ottobre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo i film tanto discussi, come Bowling a Colombine, Sicko, Fahrenheit 9/11 e altri, il regista Michael Moore tornerà al cinema il 30 ottobre 2009 con il nuovo documentario-bomba Capitalism: a love story. La grave crisi che ha investito il mondo ormai da molto tempo, è stata di ispirazione al regista americano, per realizzare un altro lungometraggio di denuncia sull’ennesimo lato negativo degli Stati Uniti. In circa due ore di proiezione viene affrontato il problema della corsa dell’America al capitalismo, che ha causato una perdita ingente di denaro e circa 14000 licenziamenti. In questi anni il potere e il dominio che le grandi aziende esercitano sull’intera popolazione americana, creano effetti disastrosi per il paese; Moore riesce a dimostrare come l’1% del popolo americano gestisca attualmente il 90% delle ricchezze del paese. È sicuramente un sistema economico per nulla democratico e, questo Capitalism: a love story vuole smuovere la gente per fargli comprendere l’assoluta necessità di rifondare e riformare questo sistema e l’intera Borsa. Il film di Micheal Moore è stato presentato in anteprima all’ultimo Festival di Venezia e ha raccolto applausi e consenso dalla maggior parte della stampa mondiale, sia per il tema affrontato, ma più che altro per il modo con cui Moore ha saputo rendere tutto facilmente comprensibile. Infatti, con l’ironia e il sarcasmo che lo contraddistinguono, egli riesce a rendere coerenti e chiari quei temi che i media spesso presentano confusamente per nascondere la verità reale. Il centro della polemica di questo film sono sempre, come nei precedenti, gli errori di George W. Bush e l’intreccio tra aziende e politica. Purtroppo, l’intera umanità deve aprire gli occhi e darsi da fare per cambiare la situazione attuale. Moore chiude il suo film con un finale speranzoso e disperato allo stesso tempo, con l’immagine forte dell’uragano Katrina che spazza via ogni cosa, come metafora della necessità di spazzare via il capitalismo e il sistema economico attuale per ricostruirne di nuovi. (di Letizia Rogolino per www.periodicoitaliano.info)
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