ho visto e rivisto tante volte il sole anche di notte. Ogni volta ne ho scoperto un aspetto, un passaggio, prima non notato. La fanciullesca inclinazione al sacro che devìa verso la fama in terra, verso la gloria, verso il vano, a cui segue la dolorosa scoperta dell'inganno e la fuga dalla mondanità. Ma padre Sergio, il bel Barone Giuramondo, non ha abiti talari sufficienti a nasonderlo dalla curiosità del mondo delirante da cui è fuggito. Ed allora fugge di nuovo, in un eremo, ma lì, un qualcosa, forse divino, forse maligno, lo riporta in auge e lo induce a violare i suoi propositi. Ed allora il barone diventato aiutante di campo di Sua Maestà e poi fattosi prete ed eremita, fugge da tutti e, soprattutto da sè stesso. Narrazione dolente di un'esperienza di astrazione di un'anima che viene, ogni volta, riportata nella terra più sporca.
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