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                Filmato in un bellissimo bianco e nero sulla costa bretone, il film ci mostra la quattordicenne Agnes (Patricia Gozzi) e la sua vita solitaria con il padre, un vecchio giudice roso dai rimorsi (Melvyn Douglas) e la governante Karen (la bergmaniana Gunnel Lindblom). Nella loro casa solitaria vivono solo in tre, senza rapporti col resto del mondo. Agnes vive la sua solitudine immersa in un mondo fantastico, a contatto con le impetuose onde che s'infrangono sugli scogli e a colloquio con i gabbiani che urlano sul mare mosso. Per gli altri due la ragazzina è un pò disturbata, cosa che sembra suggerita anche dal vicino manicomio femminile, da cui Agnes si sente attratta. In cerca d'amore ma confusa su come ottenerlo si costruisce uno spaventapasseri con un vecchio vestito del padre. E una notte di tempesta vede che i vestiti dello spaventapasseri sono addosso ad un carcerato in fuga e ferito (Dean Stockwell), e si convince che lo spaventapasseri ha preso vita, dunque quell'uomo è suo. Ma è davvero pazza Agnes o sa benissimo quello che fa? E il carcerato in fuga è solo un assassino e un ladro, oppure è un giovane sensibile che si rende conto che la ragazzina è come una bambola rotta che ha bisogno di chi sappia aggiustarla? Bel racconto di formazione, impreziosito dalla musica di Georges Delerue e dalla recitazione di tutti gli attori, compresa la giovane Patricia Gozzi, capace di rendere l'ipersensibilità della ragazzina come fosse follia, ma con la sua giusta dose di ambiguità.
 
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