m.raffaele92
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mercoledì 9 ottobre 2013
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un "cult" del "trash": un film da vedere
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Signore e signori, ci troviamo di fronte a un film che , nel suo piccolo, è importante, poiché testimonia (insieme ad altri del suo filone) un netto rovescio della medaglia nei rapporti tra il nostro cinema e quello statunitense: se negli anni 60 la generazione di Scorsese ha imparato da Antonioni e Fellini, negli anni 80 i nostri registi hanno fatto lo stesso con i cult movies provenienti da oltreoceano; sennonché, a differenza dello spaghetti western e dei polizieschi all’italiana, nel filone post-apocalittico nostrano si attinge dai grandi autori americani non per creare nuovi generi, ma per navigare nel plagio più totale.
I modelli di questo ristretto “genere” fantascientifico estintosi per fortuna in breve tempo sono indubbiamente “Mad Max” e (soprattutto) “1997: fuga da New York”.
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Signore e signori, ci troviamo di fronte a un film che , nel suo piccolo, è importante, poiché testimonia (insieme ad altri del suo filone) un netto rovescio della medaglia nei rapporti tra il nostro cinema e quello statunitense: se negli anni 60 la generazione di Scorsese ha imparato da Antonioni e Fellini, negli anni 80 i nostri registi hanno fatto lo stesso con i cult movies provenienti da oltreoceano; sennonché, a differenza dello spaghetti western e dei polizieschi all’italiana, nel filone post-apocalittico nostrano si attinge dai grandi autori americani non per creare nuovi generi, ma per navigare nel plagio più totale.
I modelli di questo ristretto “genere” fantascientifico estintosi per fortuna in breve tempo sono indubbiamente “Mad Max” e (soprattutto) “1997: fuga da New York”.
Sergio Martino (che nella sua filmografia ha toccato quasi tutti i generi; dal poliziesco al western, dal comico pecoreccio al cannibal movie, per finire col thriller, genere nel quale ha forse dato i suoi migliori risultati) rielabora quest’ultimo in maniera banale e superficiale (la trama è praticamente la stessa, sennonché stavolta la persona da recuperare è l’unica donna rimasta “fertile”, piccola geniale idea che anticiperà il film di Alfonso Cuaròn “I figli degli uomini”, 2006).
Ci troviamo di fronte a uno scult movie in piena regola. Ma quelle pecche che in un film ben fatto sono punti di debolezza, in un trash come questo non possono che rivelarsi punti di forza: dalla recitazione mediocre, effetti speciali poveri e risibili, nonché personaggi a dir poco ridicoli (partendo dal protagonista, una sorta di “Jena Plissken” dei poveri, per arrivare alla vera ciliegina sulla torta: l’uomo scimmia con la sciabola che ha come unico scopo quello di portare avanti la propria prole).
Il valore aggiunto alla mostra del peggio è dato dagli inseguitori a cavallo con mantello e maschera metallica (figurativamente affascinanti nella loro ingenuità) nonché da qualche piccola punta splatter azzeccata.
È curioso come questo pugno di film post-apocalittici italiani sia riuscito a formare un “genere vero e proprio”, dotato di una cerchia di fan per nulla ristretta (tra i quali emerge anche Tarantino). Ma, a dispetto dei precedenti film di fantascienza di Castellari, questo di Martino è il più ingenuo, tenero nella sua bruttezza, divertente e quindi, a suo modo, irresistibile.
Ho parlato prima di punti di forza: se infatti l’appagamento e la soddisfazione derivanti dalla visione di un film di genere deriva dall’estremizzazione dei canoni propri del genere stesso, capita parallelamente a questo film (a molti trash movie, in generale) che si provi grande piacere nel vedere vergognosamente trasgredito ogni principio di stile e coerenza (a livello di sceneggiatura prima, e di realizzazione poi) che ci è stato “imposto” dai capolavori di John Carpenter e George Miller.
Un film da recuperare
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shagrath
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domenica 18 agosto 2013
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il post apocalittico che va oltre
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L'umanità è reduce da una guerra atomica e cybernetica totale tra due blocchi: gli eurac (unione di europa, africa e asia) e i panamericani. Gli eurac sono vittoriosi e occupano New York, dove si dice che nascosta dai rastrellamenti e dalle bande esista l'ultima donna non contaminata dalle radiazioni, quindi l'ultima donna ancora fertile. Sia gli eurac sia ciò che resta dei panamericani (nascosti per l'ultima resistenza in una base segreta in alaska) la cercano per poter ottenere embrioni fertili e dare così un futuro al genere umano. I panamericani inviano in una missione di infiltrazione il loro uomo migliore, Parsifal, un pilota campione di una competizione automobilistica identica a "Carmageddon" (per chi conosce l'epico videogame), accompagnato da due "uomini di fiducia del governo" che serberanno non poche sorprese.
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L'umanità è reduce da una guerra atomica e cybernetica totale tra due blocchi: gli eurac (unione di europa, africa e asia) e i panamericani. Gli eurac sono vittoriosi e occupano New York, dove si dice che nascosta dai rastrellamenti e dalle bande esista l'ultima donna non contaminata dalle radiazioni, quindi l'ultima donna ancora fertile. Sia gli eurac sia ciò che resta dei panamericani (nascosti per l'ultima resistenza in una base segreta in alaska) la cercano per poter ottenere embrioni fertili e dare così un futuro al genere umano. I panamericani inviano in una missione di infiltrazione il loro uomo migliore, Parsifal, un pilota campione di una competizione automobilistica identica a "Carmageddon" (per chi conosce l'epico videogame), accompagnato da due "uomini di fiducia del governo" che serberanno non poche sorprese.
Sergio Martino è stato capace di creare un mondo post apocalittico simile a quello già visto in "1997: fuga da New York", film con cui condivide il tòpos della fuga e l'ambientazione in una New York anarchica infestata da gangs stravaganti; ma le somiglianze (seppure notevoli) non vanno oltre. Pregevole, molto, la capacità di sviluppare spunti bizzari originali, che si evolvono in maniera funzionale al contesto, senza scadere nelle trovate posticcie usate in certi film per arricchire una sceneggiatura povera. Al contrario tutti i personaggi sono ben caratterizzati, anche le figure secondarie trovano spazio per lo sviluppo di sottotrame nell'intreccio, in modo che alla fine della pellicola tutti avranno risolto i loro destini senza che nulla venga lasciato al caso. Le scenografie panoramiche sono visibilmente fittizie, ma inaspettatamente funzionali per l'evocazione della intricante atmosfera post atomica, come anche i temi musicali. Molto curati le ambientazioni degli interni, la fotografia e i costumi. Gli attori reggono il gioco e la regia rende bne nelle scene d'azione. Qulche acciacco c'è, a volte viene proposto un montaggio un po' troppo confuso, qualche passaggio di sceneggiatura poco credibile, la resa grafica delle armi laser assolutamente da gogna. Ma nel complesso un fim consigliatissimo per gli appassionati del genere.
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hulk1
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giovedì 12 novembre 2020
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carpenter
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Rivedendolo dopo anni in versione restaurata , sembra quasi un buon film. Partiamo dal presupposto che sia fuga da New York, sia Alien quando uscirono furono dei solenni fiaschi, carpenter veniva sbertucciato, Scoth ignorato, entrambi i film erano serie B, avevano Budget limitati, ovviamente 10 volte maggiori delle ciofeche italiche
Comunque la differenza tra un Bava, Mario, un genio, ed un mestierante come Sergio Martino, uno dei tanti tarantinati, era evidente, Bava se la giocava e la vinceva con tutti, martino si è sempre limitato al ricalco. Tra parentesi i sottotesti sociali presenti nelle opere di Carpenter , vengono ignorati nelle copie italiache.
Questo film rende proprio l'idea dell'accusa che veniva fatta a questo cinema di escapismo, si andava negli stati uniti si giravano di sfrodo quattro grattacieli e poi tutto in studio in Italia, un cinema pretenzioso, un credere di poter andare oltre le resrtizioni oggettive di un cinema povero, questa volta non solo di genio, ma anche di idee.
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Rivedendolo dopo anni in versione restaurata , sembra quasi un buon film. Partiamo dal presupposto che sia fuga da New York, sia Alien quando uscirono furono dei solenni fiaschi, carpenter veniva sbertucciato, Scoth ignorato, entrambi i film erano serie B, avevano Budget limitati, ovviamente 10 volte maggiori delle ciofeche italiche
Comunque la differenza tra un Bava, Mario, un genio, ed un mestierante come Sergio Martino, uno dei tanti tarantinati, era evidente, Bava se la giocava e la vinceva con tutti, martino si è sempre limitato al ricalco. Tra parentesi i sottotesti sociali presenti nelle opere di Carpenter , vengono ignorati nelle copie italiache.
Questo film rende proprio l'idea dell'accusa che veniva fatta a questo cinema di escapismo, si andava negli stati uniti si giravano di sfrodo quattro grattacieli e poi tutto in studio in Italia, un cinema pretenzioso, un credere di poter andare oltre le resrtizioni oggettive di un cinema povero, questa volta non solo di genio, ma anche di idee.
L'uomo puma , per chi non lo avesse visto , è stato la pietra tombale sul genere.
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