gianmaria s
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lunedì 28 aprile 2008
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hawks non sbaglia!
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Una spedizione di militari e scienziati al Polo Nord, rinviene un corpo alieno sepolto nei ghiacci. Da qui si sviluppa il film, tra le battaglie interne tra scienziati ottusi (un po' superomisti)che vogliono salvare e studiare "il mostro" e militari stranamente lucidi che lo vogliono annientare per il bene dell'umanità. Essendo stato girati più di 50 anni fa non possiamo pretendere i ritmi e gli effetti speciali degli horror odierni, ma comunque è molto interessante e coinvolgente, sicuramente uno dei migliori del genere di quegli anni. Commette il peccato veniale (per quell'epoca) di visualizzare il mostro in un modo che ore appare ingenuo e superato (una specie di Frankenstain) .
Con un remake da non perdere di Carpenter (LA cosa).
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Una spedizione di militari e scienziati al Polo Nord, rinviene un corpo alieno sepolto nei ghiacci. Da qui si sviluppa il film, tra le battaglie interne tra scienziati ottusi (un po' superomisti)che vogliono salvare e studiare "il mostro" e militari stranamente lucidi che lo vogliono annientare per il bene dell'umanità. Essendo stato girati più di 50 anni fa non possiamo pretendere i ritmi e gli effetti speciali degli horror odierni, ma comunque è molto interessante e coinvolgente, sicuramente uno dei migliori del genere di quegli anni. Commette il peccato veniale (per quell'epoca) di visualizzare il mostro in un modo che ore appare ingenuo e superato (una specie di Frankenstain) .
Con un remake da non perdere di Carpenter (LA cosa).
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il cinefilo
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lunedì 28 marzo 2011
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prezioso ma datato classico della fantascienza
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Howard hawks(qui regista insieme a Christian Nyby)è stato un"asso"in una molteplicità di generi cinematografici che spaziano dallo western alla commedia,dal gangster movie alla...fantascienza.
L'ultimo genere citato è quello appartenente al film in questione che può vantare,ed essendo del 1951 è ancora più interessante,una capacità di amministrare le scene di tensione abbastanza sorprendente nella sua efficacia...peccato però che il mostro,a vederlo oggi,fa soltanto ridere.
Ad essere interessante è anche l'evidente conflittualità tra la mentalità scientifica e quella"militare"che si dibatte sul destino dell'orrenda creatura tra chi vuole averlo vivo per analizzarlo e chi invece vuole,legittimamente,eliminarlo.
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Howard hawks(qui regista insieme a Christian Nyby)è stato un"asso"in una molteplicità di generi cinematografici che spaziano dallo western alla commedia,dal gangster movie alla...fantascienza.
L'ultimo genere citato è quello appartenente al film in questione che può vantare,ed essendo del 1951 è ancora più interessante,una capacità di amministrare le scene di tensione abbastanza sorprendente nella sua efficacia...peccato però che il mostro,a vederlo oggi,fa soltanto ridere.
Ad essere interessante è anche l'evidente conflittualità tra la mentalità scientifica e quella"militare"che si dibatte sul destino dell'orrenda creatura tra chi vuole averlo vivo per analizzarlo e chi invece vuole,legittimamente,eliminarlo...il lieto fine sarà anche inevitabilmente prevedibile ma rimane comunque piuttosto emozionante.
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paolp78
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sabato 1 gennaio 2022
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efficacissimo, benché datato
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Grande classico dell’horror fantascientifico tratto dall’omonimo racconto dello scrittore John W. Campbell, uno dei più famosi e prolifici autori di questo genere letterario.
Nonostante sia una pellicola che risale agli inizi degli anni ’50, resta ancora capace di avvincere ed emozionare.
Ovviamente non risulta spaventoso come i film moderni dello stesso genere, prevalentemente perché all’epoca non erano ancora stati messi a punto tutti quegli espedienti che sono utilizzati oggi per accrescere l’ansia e la suspense, come l’uso della musica ed il ricorso a sequenze in cui viene esasperata l’attesa facendo crescere la tensione; deve dirsi però che se queste mancanze rendono poco godibile un film come questo ai moderni appassionati, dall’altro lato la pellicola depurata di alcuni eccessi ne guadagna in genuinità, presentandosi più onesta e convincente.
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Grande classico dell’horror fantascientifico tratto dall’omonimo racconto dello scrittore John W. Campbell, uno dei più famosi e prolifici autori di questo genere letterario.
Nonostante sia una pellicola che risale agli inizi degli anni ’50, resta ancora capace di avvincere ed emozionare.
Ovviamente non risulta spaventoso come i film moderni dello stesso genere, prevalentemente perché all’epoca non erano ancora stati messi a punto tutti quegli espedienti che sono utilizzati oggi per accrescere l’ansia e la suspense, come l’uso della musica ed il ricorso a sequenze in cui viene esasperata l’attesa facendo crescere la tensione; deve dirsi però che se queste mancanze rendono poco godibile un film come questo ai moderni appassionati, dall’altro lato la pellicola depurata di alcuni eccessi ne guadagna in genuinità, presentandosi più onesta e convincente.
Altra importante differenza con i film dell’orrore moderni è data dall’assenza di quella ricerca ossessiva del grottesco, espressa con il ricorso a numerose scene splatter raccapriccianti; al contrario in questa pellicola, come in tutte quelle dell’epoca, le parti della storia che prevederebbero risvolti truculenti non vengono messe in scena.
La regia è dello statunitense Christian Nyby, di cui non si ricordano altre opere, ma deve dirsi che un importante apporto venne dato dal grande Howard Hawks che della pellicola fu il produttore.
Il cast non annovera nomi di particolare richiamo, ma tutti gli interpreti ben figurano dando, luogo ad un’apprezzabilissima performance corale.
Molto ben girate e pregevoli tecnicamente le sequenze del tentativo di recupero dell’oggetto volante finito sotto i ghiacci del Polo Nord; suggestive le inquadrature dell’aereo che vola basso sopra il Polo e quelle della squadra di recupero che si pone a cerchio nel punto in cui è sprofondata la nave spaziale.
Non del tutto convincente il trucco, con l’alieno mostruoso che viene rappresentato in modo poco originale, sembrando quasi una brutta copia della creatura di Frankenstein.
Nel 1982 John Carpenter realizzerà una nuova trasposizione cinematografica del racconto di Campbell, restandovi più fedele rispetto a questa pellicola di Nyby.
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gianleo67
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giovedì 6 aprile 2023
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le carote aliene sono meglio cotte!
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Una squadra di avieri deve neutralizzare la minaccia di una pericolosa creatura aliena precipitata nei pressi di una isolata base artica. La ferma opposizione del team di scienziati intenzionati a studiare l'alieno e la coriacea fisiologia vegetale di quest'ultimo, renderà la missione dei militari più complicata del previsto. Tratto abbastanza liberamente dal classico della fantascienza neopositivista e nichilista di John W. Campbell (sotto lo pseudonimo di Don A. Stuart) e diretto da Christian Nyby con la supervisione del produttore Howard Hawks, è diventato negli anni un film di culto per la singolare commistione di horror e sci-fi che ne ha fatto il capostipite di un sottogenere particolarmente prolifico, ma anche un singolare e riuscito esempio di quella contaminazione narrativa che ha caretterizzato fin dagli esordi il genere fantastico-avventuroso delle numerose riviste di pulp-fiction che avevano invaso il mercato editoriale americano dal ventennio precedente e di cui lo stesso Campbell fu uno dei principali ispiratori come autore prima e come direttore della famosa 'Astounding Science Fiction' poi .
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Una squadra di avieri deve neutralizzare la minaccia di una pericolosa creatura aliena precipitata nei pressi di una isolata base artica. La ferma opposizione del team di scienziati intenzionati a studiare l'alieno e la coriacea fisiologia vegetale di quest'ultimo, renderà la missione dei militari più complicata del previsto. Tratto abbastanza liberamente dal classico della fantascienza neopositivista e nichilista di John W. Campbell (sotto lo pseudonimo di Don A. Stuart) e diretto da Christian Nyby con la supervisione del produttore Howard Hawks, è diventato negli anni un film di culto per la singolare commistione di horror e sci-fi che ne ha fatto il capostipite di un sottogenere particolarmente prolifico, ma anche un singolare e riuscito esempio di quella contaminazione narrativa che ha caretterizzato fin dagli esordi il genere fantastico-avventuroso delle numerose riviste di pulp-fiction che avevano invaso il mercato editoriale americano dal ventennio precedente e di cui lo stesso Campbell fu uno dei principali ispiratori come autore prima e come direttore della famosa 'Astounding Science Fiction' poi . Partendo dalle limitazioni di budget particolarmente evidenti nel rilievo di fondali posticci e di una mostro un po' Frankenstein un po' vampiro (un baccellone umanoide che si nutre di sangue umano e si riproduce per gemmazione!) che non complicasse troppo le lineari dinamiche nell'angusto spazio della base artica, Hawks concepisce un film alla sua maniera, tutto azione e suspense ma con diverse concessioni al rilievo ironico del cameratismo virile ed alla immancabile sottotrama sentimentale. Le ansie claustrofobiche e paranoiche dell'originale tema da classico rompicapo biologico rappresentato dall'alieno mutaforma sono qui riconvertite nella più grossolana rappresentazione di un umanoide vegetale che la regia tiene sapientemente fuori campo per la maggior parte del tempo, ma facendo più di una concessione alla tenzone da cinema di frontiera in cui alla già citata solidarietà machista si contrappongono gli epigoni di un confronto tra l'illuminato autoritarismo marziale in tempo di guerra fredda ('Keep watching the skies!' è uno slogan che ha fatto scuola) e l'oscurantismo scientista pronto a sacrificarsi ciecamente per il bene della conoscenza; invertendo così i termini di una ottusa fiducia in una tecnica scientifica che deve servire prima di tutto a salvare il mondo; quel che avanza ce lo si farà bastare forse per il microscopio. Una morale che lo accomuna senz'altro al finale del soggetto letterario cui è ispirato (anche là si farà giusto in tempo con la fiamma ossidrica e l'arco voltaico) a sua volta memore della lezione di Lovecraft di due anni prima (Alle montagne della follia) nella quale la hybris positivista si cimentava con l'abominio dell'informe che va oltre l'umano e con l'innobinabile plasticità di una morfogenesi aliena (a favore di Campbell va però citato Frictional Losses che è quasi coevo del romanzo del solitario di Providence). Tutto molto più semplice nel film di Hawks, che oltre alle summenzionate contaminazioni di genere ed all'overlapping dialog suo peculiare marchio di fabbrica, ne approfitta per una sapida frecciatina alle nuove mitologie post Roswell (con l'aviazione che si affretta a smentire nelle comunicazioni protocollari degli uffici stampa e le prove inconfutabili di un vero incontro ravvicinato che vanno letteralmente in fumo) ed alla sessuofobica morale puritana che fa dire allo scienziato come sia molto più casta e senza problemi la riproduzione asessuata del vegetale straniero (in terra straniera), mentre la sua segretaria (una avvenente ed esordiente Margareth Sheridan assunta dal produttore H.H. all'uopo e con un cachet 'maggiorato') si industriava in uno spassoso giochino sadomaso con l'aitante capo della fazione opposta; una scena purtroppo tagliata nella versione di soli 80' che mi è capitato di vedere. Direi che per il cinema del tempo sono proprio cose dell'altro mondo!
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figliounico
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domenica 11 febbraio 2024
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la fantascienza come arte
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The Thing from Another World del ’58, regia di Howard Hawks, tratto dal racconto di Who Goes There? di John Wood Campbell Jr, è uno dei più bei film di fantascienza della storia del cinema. Contraddistinto dal ritmo frenetico dell’azione, che si svolge quasi tutta claustrofobicamente negli spazi chiusi di un centro ricerche al Polo Nord, e da dialoghi asciutti e serrati scritti dallo stesso Hawks e da Ben Hecht, racchiude sinteticamente nello spazio temporale di circa un’ora e trenta tutte le caratteristiche, rappresentate in modo esemplare, del sottogenere del cinema d’assedio. C’è suspense e mistero in un plot semplice basato sullo scontro epocale tra la mostruosa creatura aliena ed il gruppo di militari e scienziati asserragliati insieme ma dialetticamente contrapposti sulla strategia da adottare nei confronti dello straniero.
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The Thing from Another World del ’58, regia di Howard Hawks, tratto dal racconto di Who Goes There? di John Wood Campbell Jr, è uno dei più bei film di fantascienza della storia del cinema. Contraddistinto dal ritmo frenetico dell’azione, che si svolge quasi tutta claustrofobicamente negli spazi chiusi di un centro ricerche al Polo Nord, e da dialoghi asciutti e serrati scritti dallo stesso Hawks e da Ben Hecht, racchiude sinteticamente nello spazio temporale di circa un’ora e trenta tutte le caratteristiche, rappresentate in modo esemplare, del sottogenere del cinema d’assedio. C’è suspense e mistero in un plot semplice basato sullo scontro epocale tra la mostruosa creatura aliena ed il gruppo di militari e scienziati asserragliati insieme ma dialetticamente contrapposti sulla strategia da adottare nei confronti dello straniero. Prevale il buon senso unito all’ideologia guerrafondaia di un’America appena uscita vincente dal secondo conflitto mondiale. Grazie ai nostri grandi attori/doppiatori dell’epoca la versione italiana del film si può definire semplicemente come un’opera d’arte senza tempo.
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