mahleriano
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martedì 15 aprile 2008
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un film diverso e originale, finalmente!
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... e soprattutto lontano miliardi di anni luce dalle pistolettate che strappano tanti oscar! Dove la "lentezza" e i lunghi silenzi sono voluti e non effetti di una cattiva regia. Silenzi che si intonano perfettamente con le immagini statiche e senza tempo del deserto e della città immersa nel suo torpore immobile. Silenzi che parlano di difficoltà di comunicazione e nello stesso tempo di vita. Introversa per qualcuno. Più aperta per qualcun altro. Ma alla fine dove la scintilla della comunicazione scatta, e scatta a prescindere dalle religioni, dalle culture, dalle diversità. Un film dove si esce con una speranza di una possibile comunicazione fra culture diverse semplicemente perché alla fine gli uomini vogliono e provano in fondo le stesse cose.
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... e soprattutto lontano miliardi di anni luce dalle pistolettate che strappano tanti oscar! Dove la "lentezza" e i lunghi silenzi sono voluti e non effetti di una cattiva regia. Silenzi che si intonano perfettamente con le immagini statiche e senza tempo del deserto e della città immersa nel suo torpore immobile. Silenzi che parlano di difficoltà di comunicazione e nello stesso tempo di vita. Introversa per qualcuno. Più aperta per qualcun altro. Ma alla fine dove la scintilla della comunicazione scatta, e scatta a prescindere dalle religioni, dalle culture, dalle diversità. Un film dove si esce con una speranza di una possibile comunicazione fra culture diverse semplicemente perché alla fine gli uomini vogliono e provano in fondo le stesse cose. E dove, al solito, in qualche modo la musica unisce a qualunque livello la si esegua: universale il suo linguaggio come universali in fondo sono i sentimenti o le emozioni che scoccano fra i personaggi. Alcune scene sono molto delicate e toccanti, altre (in particolare una) di una comicità semplicemente irresistibile! Rallentare il proprio ritmo interno durante la proiezione è l'unico sforzo che il regista "chiede" allo spettatore. Credo che molti dovrebbero avere l'umiltà di cominciare a capirlo e apprezzarlo. Fatto questo il film è fonte di riflessioni non indifferenti, soprattutto se non si dimentica quali sono le culture in esso ritratte. Credo che difficilmente potrà diventare un film datato: non mi sembra una cosa da poco.
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giovanna corchia
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giovedì 22 maggio 2008
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il dialogo è sempre possibile
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In un mondo assurdo, nell'inconciliabilità dei linguaggi, nell'impossibilità di trovare somiglianze, vicinanze, il film "La banda" è un raro esempio di ponti possibili, di dialogo aperto, di linguaggi non verbali che dicono molto di più di parole abusate, spesso private del loro significato. In ogni gesto si legge che capirsi è possibile.Tre episodi tra tutti:la conclusione di un pezzo musicale incompiuto,nell'atmosfera della camera di un bambino, nella serenità del suo sonno, nelle parole dell'ospite israeliano che raccontano la vita, bella comunque, per la presenza del bambino stesso e per la semplicità dell'accoglienza;il calore del dialogo della proprietaria del ristorante con il direttore dell'orchestra: nel vuoto paesaggio la donna sente, vede, crea una natura calda, di umanità vicina; infine il timido ragazzo che non ha mai avvicinato una ragazza perché bloccato:sente dentro il mare, come un rumore che materializza il subbuglio di tutto se stesso, e i pochi gesti di un membro della banda, che lo aiutano a superare le barriere, ad avvicinarsi alla ragazza.
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In un mondo assurdo, nell'inconciliabilità dei linguaggi, nell'impossibilità di trovare somiglianze, vicinanze, il film "La banda" è un raro esempio di ponti possibili, di dialogo aperto, di linguaggi non verbali che dicono molto di più di parole abusate, spesso private del loro significato. In ogni gesto si legge che capirsi è possibile.Tre episodi tra tutti:la conclusione di un pezzo musicale incompiuto,nell'atmosfera della camera di un bambino, nella serenità del suo sonno, nelle parole dell'ospite israeliano che raccontano la vita, bella comunque, per la presenza del bambino stesso e per la semplicità dell'accoglienza;il calore del dialogo della proprietaria del ristorante con il direttore dell'orchestra: nel vuoto paesaggio la donna sente, vede, crea una natura calda, di umanità vicina; infine il timido ragazzo che non ha mai avvicinato una ragazza perché bloccato:sente dentro il mare, come un rumore che materializza il subbuglio di tutto se stesso, e i pochi gesti di un membro della banda, che lo aiutano a superare le barriere, ad avvicinarsi alla ragazza...L'altro non è più l'altro, ma un amico, un fratello,uno come me
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chiarialessandro
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martedì 9 giugno 2009
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elegia della calma
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Il film si dipana con la lentezza delle acque dei grandi fiumi che raggiungono immancabilmente la meta della foce, riuscendo a far arrivare i suoi protagonisti all’obiettivo prefissato: il concerto. Tra l’arrivo nel posto sbagliato ed il trasferimento in quello giusto si situa il film, che mostra emblematicamente una convivenza con qualche difficoltà tra israeliani ed egiziani; non esiste però nessuna convivenza impossibile quando ci sono la voglia ed il desiderio di renderla almeno accettabile (se non addirittura piacevole) fino a far scoccare qualcosa che, anche solo per un brevissimo tempo, potrebbe apparire simile all’amore (non solo inteso in senso fisico ma anche come quella stranissima unione di rimpianto, amarezza, tristezza, ricordo, passato, simpatia, desiderio, attrazione che spiegano e giustificano il rapporto sessuale occasionale tra un uomo ed una donna senza ricorrere alla mercificazione).
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Il film si dipana con la lentezza delle acque dei grandi fiumi che raggiungono immancabilmente la meta della foce, riuscendo a far arrivare i suoi protagonisti all’obiettivo prefissato: il concerto. Tra l’arrivo nel posto sbagliato ed il trasferimento in quello giusto si situa il film, che mostra emblematicamente una convivenza con qualche difficoltà tra israeliani ed egiziani; non esiste però nessuna convivenza impossibile quando ci sono la voglia ed il desiderio di renderla almeno accettabile (se non addirittura piacevole) fino a far scoccare qualcosa che, anche solo per un brevissimo tempo, potrebbe apparire simile all’amore (non solo inteso in senso fisico ma anche come quella stranissima unione di rimpianto, amarezza, tristezza, ricordo, passato, simpatia, desiderio, attrazione che spiegano e giustificano il rapporto sessuale occasionale tra un uomo ed una donna senza ricorrere alla mercificazione). Elegia della musica come simbolo ed elemento di pace ed unione tra i popoli. Lavoro riuscito decisamente molto bene.
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roberto java
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mercoledì 20 agosto 2008
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una storia - forse - poco importante
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Dotato di una fotografia superlativa, "La Banda" del premiato Eran Kolirin riesce nel tentativo di comporre uno spartito armonico fatto di immagini poetiche e colori vivi. Sullo sfondo di una semplice storia, forse "poco importante" come annuncia il trailer, quella di una fanfara egiziana smarrita a sud di Israele, si svolgono con sorprendente linearità i meditati silenzi del comandante Tawfik, l'irrequietezza del giovane Haled, l'imbarazzo dei componenti anziani. Notevole interpretazione di Ronit Elkabetz, che nel ruolo di una passionale e charmante Dina, ricorda molto da vicino la migliore Penelope Cruz. Poetico e dotato di grazia, La Banda "suona" con tono gentile a cavallo di culture distanti forse solo sulla cartina geografica.
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Dotato di una fotografia superlativa, "La Banda" del premiato Eran Kolirin riesce nel tentativo di comporre uno spartito armonico fatto di immagini poetiche e colori vivi. Sullo sfondo di una semplice storia, forse "poco importante" come annuncia il trailer, quella di una fanfara egiziana smarrita a sud di Israele, si svolgono con sorprendente linearità i meditati silenzi del comandante Tawfik, l'irrequietezza del giovane Haled, l'imbarazzo dei componenti anziani. Notevole interpretazione di Ronit Elkabetz, che nel ruolo di una passionale e charmante Dina, ricorda molto da vicino la migliore Penelope Cruz. Poetico e dotato di grazia, La Banda "suona" con tono gentile a cavallo di culture distanti forse solo sulla cartina geografica. Ostacolato dall'ottusità della politica, non è stato presentato agli Oscar 2008 nonostante il parere positivo dell'Academy.
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la bachelorette
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venerdì 28 settembre 2012
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l'universalità della musica e della pace
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Non importano le differenze linguistiche, l'incapacità di distinguere la lettera "p" dalla "b"- mancanza che porta i musicisti dell'Orchestra della Polizia di Alessandria a perdersi in Israele- ciò che importa è altro: sentimenti e valori più profondi espressi dai malinconici personaggi di questo film, siano essi ebrei o arabi.
Ospitati da alcuni abitanti della triste cittadina in cui sono capitati, i musicisti egiziani influenzeranno le vite dei loro ospiti ebrei e viceversa.
Lasciando intravedere un'umanità che soffre per lutti, incomprensioni, sensi di colpa, rimpianti, delusioni ed insicurezze.
E che, certo, non ha bisogno di guerre e pregiudizi razziali.
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Non importano le differenze linguistiche, l'incapacità di distinguere la lettera "p" dalla "b"- mancanza che porta i musicisti dell'Orchestra della Polizia di Alessandria a perdersi in Israele- ciò che importa è altro: sentimenti e valori più profondi espressi dai malinconici personaggi di questo film, siano essi ebrei o arabi.
Ospitati da alcuni abitanti della triste cittadina in cui sono capitati, i musicisti egiziani influenzeranno le vite dei loro ospiti ebrei e viceversa.
Lasciando intravedere un'umanità che soffre per lutti, incomprensioni, sensi di colpa, rimpianti, delusioni ed insicurezze.
E che, certo, non ha bisogno di guerre e pregiudizi razziali.
Al contrario, l'umanità necessità di amore, pace e comprensione altrui; oltre che di musica, lnguaggio universale e comprensibile per tutti, che non lascia spazio a confusione e malintesi, permeando questo film israeliano di un'atmosfera triste ma sognante...
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