waldo
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martedì 18 aprile 2006
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abel il maledetto
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C'è tutto Abel Ferrara in questo film, con le sue contraddizioni e le sue fughe visive, ma soprattutto con il suo "perdersi" tra un "viaggio" e l'altro. Il caleidoscopio mentale di Matty il protagonista inevitabilmente ci riporta a quello dello stesso regista che "autobiograficamente" parlando lascia un segno indelebile in ogni suo film, una maledizione che inevitabilmente rappresenta la sua grandezza e il suo limite. Bravissimo Modine, eroe al contrario e perso dietro al miraggio dell'amore/rifiuto della bellissima Annie (B. Dalle).
Bravissimo Dennis Hopper, alfiere del discorso realtà-finzione del mondo visivo e della sua opprimente totalità necessaria.
Bellissimi l'inquadratura di Matty con la finestra e l'azzuro del cielo di Miami che richiama la pittura di Mondrian e l'ottima colonna sonora.
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C'è tutto Abel Ferrara in questo film, con le sue contraddizioni e le sue fughe visive, ma soprattutto con il suo "perdersi" tra un "viaggio" e l'altro. Il caleidoscopio mentale di Matty il protagonista inevitabilmente ci riporta a quello dello stesso regista che "autobiograficamente" parlando lascia un segno indelebile in ogni suo film, una maledizione che inevitabilmente rappresenta la sua grandezza e il suo limite. Bravissimo Modine, eroe al contrario e perso dietro al miraggio dell'amore/rifiuto della bellissima Annie (B. Dalle).
Bravissimo Dennis Hopper, alfiere del discorso realtà-finzione del mondo visivo e della sua opprimente totalità necessaria.
Bellissimi l'inquadratura di Matty con la finestra e l'azzuro del cielo di Miami che richiama la pittura di Mondrian e l'ottima colonna sonora.
Sicuramente un film imperfetto che può piacere molto o essere detestato, ma non lascia indifferenti, un piccolo gioiello grezzo insomma......
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dandy
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giovedì 1 dicembre 2016
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blackout del regista....
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Ferrara(anche sceneggiatore)riprende il discorso iniziato con "Occhi di serpente" sul rapporto tra la vita e il cinema,e l'autodistruzione come in "Il cattivo tenente".Ma rispetto a questi due film,non sembra avere molto da aggiungere.Freddo,poco coinvolgente e modesto sia nella messa in scena del soft sia nell'accostamento caotico di immagini con immagini.Un pò come con "Strade perdute" di Lynch,cui questo film assomiglia.C'è una convinzione troppo arrogante,da parte di Ferrara,che basti mescolare un pò di scene e confondere blandamente lo spettatore per ottenere arte,genio e interesse.Tecnicamente parlando è uno dei suoi film più curati(ottima fotografia),e Hopper,è bravo.
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Ferrara(anche sceneggiatore)riprende il discorso iniziato con "Occhi di serpente" sul rapporto tra la vita e il cinema,e l'autodistruzione come in "Il cattivo tenente".Ma rispetto a questi due film,non sembra avere molto da aggiungere.Freddo,poco coinvolgente e modesto sia nella messa in scena del soft sia nell'accostamento caotico di immagini con immagini.Un pò come con "Strade perdute" di Lynch,cui questo film assomiglia.C'è una convinzione troppo arrogante,da parte di Ferrara,che basti mescolare un pò di scene e confondere blandamente lo spettatore per ottenere arte,genio e interesse.Tecnicamente parlando è uno dei suoi film più curati(ottima fotografia),e Hopper,è bravo.Detto tutto.Solo per i fan più accaniti del regista.
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