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lunedì 22 luglio 2013
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straordinaria bergman missionaria
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Agli sgoccioli della Prima guerra mondiale, l'inglese Gladys Aylward, cameriera sensibile verso il prossimo, sogna di andare in Cina per fare la missionaria. Si scontra però con l'ostilità e lo scetticismo di chi la circonda. Ma riesce a lavorare quanto basta per guadagnare i soldi che le servono per il biglietto del viaggio: un lungo treno che attraversa anche l’Unione sovietica, con tutti i rischi del caso. Ma con testardaggine giunge a destinazione, da una donna inglese lì da anni con l’obiettivo di diffondere il cristianesimo. Dopo le prime naturali difficoltà di inserimento riesce a farsi amare dal popolo e dalle istituzioni locali, vivendo per anni in pace con se stessa e soddisfatta.
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Agli sgoccioli della Prima guerra mondiale, l'inglese Gladys Aylward, cameriera sensibile verso il prossimo, sogna di andare in Cina per fare la missionaria. Si scontra però con l'ostilità e lo scetticismo di chi la circonda. Ma riesce a lavorare quanto basta per guadagnare i soldi che le servono per il biglietto del viaggio: un lungo treno che attraversa anche l’Unione sovietica, con tutti i rischi del caso. Ma con testardaggine giunge a destinazione, da una donna inglese lì da anni con l’obiettivo di diffondere il cristianesimo. Dopo le prime naturali difficoltà di inserimento riesce a farsi amare dal popolo e dalle istituzioni locali, vivendo per anni in pace con se stessa e soddisfatta. Adotta tanti bambini poveri. Conosce anche un Capitano, Lee, figlio di un tedesco e di una cinese, che risente la sua promiscuità culturale. Ma scoppia la Guerra e tutto si complica drammaticamente.
Ingrid Bergman alla prova di un film complicato, che non la vede indossare i soliti panni della borghese alle prese con difficoltà sentimentali o esistenziali. Bensì una missionaria immersa in una realtà complicata come la Cina di metà secolo, ancorata ancora a certe tradizioni medioevali e messa in ginocchio dal Giappone. La prova è manco a dirlo straordinaria, ma è tutta la storia a reggere, estrapolata da un omonimo romanzo di Alan Burgess. Mark Robson gli presa un’ottima possibilità di riscattarsi dopo i pettegolezzi legati al matrimonio con Rossellini. I tanti bambini poveri che la seguono fanno il resto. Ultimo film per Robert Donat, qui nei panni del Mandarino, stroncato a soli 53 da un’asma cronica.
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paolp78
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sabato 19 settembre 2020
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storia di una vocazione ostinata
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Film biografico sulla vita di una famosa missionaria cristiana in Cina, divenuta un'eroina nazionale. La storia non è perfettamente aderente alla realtà, vengono introdotti alcuni elementi, tra cui quello della storia d'amore della missionaria con un ufficiale dell'esercito cinese, che servono a romanzarla e renderla più adatta ad una rappresentazione cinematografica, tuttavia le parti fondamentali che attengono alla vocazione della protagonista ed alla incrollabile ostinazione che la guida nel suo difficilissimo e faticoso compito, sono pienamente rispettate e riproposte in modo convincente ed apprezzabile.
La pellicola ha una durata eccessiva, che porta inevitabilmente a dei punti morti ed all'impossibilità di mantenere costantemente sino in fondo la medesima fluidità narrativa.
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Film biografico sulla vita di una famosa missionaria cristiana in Cina, divenuta un'eroina nazionale. La storia non è perfettamente aderente alla realtà, vengono introdotti alcuni elementi, tra cui quello della storia d'amore della missionaria con un ufficiale dell'esercito cinese, che servono a romanzarla e renderla più adatta ad una rappresentazione cinematografica, tuttavia le parti fondamentali che attengono alla vocazione della protagonista ed alla incrollabile ostinazione che la guida nel suo difficilissimo e faticoso compito, sono pienamente rispettate e riproposte in modo convincente ed apprezzabile.
La pellicola ha una durata eccessiva, che porta inevitabilmente a dei punti morti ed all'impossibilità di mantenere costantemente sino in fondo la medesima fluidità narrativa.
Robson compie un ottimo lavoro registico, adoperando una narrazione lineare e molto ben comprensibile. Davvero spettacolari le scene dei bombardamenti giapponesi, che il regista riesce a girare con una straordinaria tecnica e che si impongono per il loro forte impatto emotivo sulla storia e sullo spettatore che ne resta scioccato.
Il cast è composto da numerosi attori ed attrici asiatici, ma i ruoli di maggior rilievo sono ricoperti da tre grandissimi attori europei. Ingrid Bergman è la protagonista assoluta della pellicola e tiene bene la scena dall'inizio alla fine; la storia d'amore con l'ufficiale per metà cinese e per metà tedesco interpretato da Curd Jurgens non appassiona particolarmente, benché i due attori siano sicuramente bravi e convincenti. Straordinario il trucco scenico grazie al quale il grande Robert Donat riesce a vestire i panni del vecchio Mandarino cinese (importante funzionario a capo della regione): in questa che purtroppo sarà anche la sua ultima prova, Donat recita con maestria assoluta, risultando perfetto nella parte, tanto che scommetto che molti spettatori meno informati, non conoscendo il grande attore britannico possano averlo davvero scambiato per un asiatico.
Interessante ed istruttiva la parte che descrive l'impegno della missionaria a vincere la vecchia usanze cinese della fasciatura deformante dei piedi delle donne.
Rinfrancante il bel finale.
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