nena
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giovedì 12 ottobre 2006
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mi è piaciuto tanto...
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Il film “La leggenda del pianista sull’oceano” mi è piaciuto tantissimo.
E’ un film molto originale, affascinante, sentimentale, ma senza sentimentalismi.
Mi e piaciuta tantissimo la storia della vita di Novecento.
Il modo in cui Tornatore ha girato il film e il modo in cui ha raccontato la vita di Novecento, ti fa veramente sentire tutte le emozioni e le difficoltà che il protagonista ha vissuto.
E’ un film che dopo averlo guardato, ti lascia pensando. Rimani un po’ perplessa.
E’ pieno di emozioni e con dei monologhi molto forti, ma incredibili. Tornatore, che del film è anche sceneggiatore, ha dimostrato di avere un gran talento narrativo. Ogni monologo, rappresenta un aspetto molto importante della vita: la solitudine, la morte, l’amore, la passione, la sofferenza etc.
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Il film “La leggenda del pianista sull’oceano” mi è piaciuto tantissimo.
E’ un film molto originale, affascinante, sentimentale, ma senza sentimentalismi.
Mi e piaciuta tantissimo la storia della vita di Novecento.
Il modo in cui Tornatore ha girato il film e il modo in cui ha raccontato la vita di Novecento, ti fa veramente sentire tutte le emozioni e le difficoltà che il protagonista ha vissuto.
E’ un film che dopo averlo guardato, ti lascia pensando. Rimani un po’ perplessa.
E’ pieno di emozioni e con dei monologhi molto forti, ma incredibili. Tornatore, che del film è anche sceneggiatore, ha dimostrato di avere un gran talento narrativo. Ogni monologo, rappresenta un aspetto molto importante della vita: la solitudine, la morte, l’amore, la passione, la sofferenza etc.
Ho trovato la vita di Novecento, una vita straordinaria. Una vita con tanti ostacoli, difficoltà, sfortuna e pure fortuna.
Tim Roth è stato bravissimo. Ha catturato l’essenza del personaggio ed è riuscito a trasmettere le emozioni che aveva dentro. Anche se la sua vita era una vita che uno non potrebbe mai immaginare di vivere, l’attore ha reso possibile che il pubblico potesse avvicinarsi al mondo del personaggio con le emozione. Questo è una cosa molto importante perché facendo cosi il pubblico si sente più coinvolto in quello che sta guardando e diventa più facile trovare piacere mentre che lo guarda.
Novecento è stato il mio personaggio preferito. Un uomo molto complicato, con molti aspetti diversi, che ne fanno una persona molto interessante.
La cosa che mi è piaciuta di più è stato il suo rapporto con il pianoforte e l’oceano. Questi due elementi esprimono lui come persona: senza fine, mai completamente capito, e con tanti diversi livelli. Per lui, suonare il pianoforte era un modo di esprimere le sue emozioni, un modo per evadere dalla realtà, per scendere dalla nave. Non solo per lui; tutti coloro che lo ascoltavano suonare il pianoforte, potevano entrare in un mondo diverso, e sentirsi liberi.
Una breve frase nel film racchiude, a mio parere, il senso del racconto e l’essenza del personaggio principale: "Da una nave si può anche scendere, ma dall'Oceano..."
Insomma, dal mio punto di vista “La leggenda del pianista sull’oceano” è un grande film, con un difetto: il regista, a causa di alcune divagazioni che potevano essere evitate ( per esempio, l’episodio dell’amore mancato di Novecento), ha interrotto a tratti il ritmo del racconto ed allungato il film oltre il necessario.
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bernardino mattioli
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domenica 22 aprile 2007
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le troppe alternative confondono la meta
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La spettacolare costretta_scelta di una dimensione familiare.
Il rimanere dove c'è la propria storia, dove si è qualcuno,viene spesso dipinta come paura di affrontare.
Ci vuole coraggio anche nel riconoscere se stessi senza condizionamenti e corruzioni esterne.
Molti fanno vite di altri, e sorridono con la bocca di altri, e piangono lacrime di altri.
Servono due passi indietro, come Novecento sulla scala.
"Come fate a scegliere anche solo un modo di morire in mezzo a tutta questa grandezza,a tutte queste apparenti opportunità" è questo il concetto che mi ha rapito del film. La frase, lo so, non è esattamente quella, ma il punto è lui.
Concordo da secoli sul fatto che le "troppe alternative confonodono la meta" e si rischia di non stare mai fermi senza portare a termine una sola cosa, senza essersi mai curati veramente di una passione, di una donna,di un concetto magari come questo, che dopo merita silenzio e stupore per esaltarne la perfezione.
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La spettacolare costretta_scelta di una dimensione familiare.
Il rimanere dove c'è la propria storia, dove si è qualcuno,viene spesso dipinta come paura di affrontare.
Ci vuole coraggio anche nel riconoscere se stessi senza condizionamenti e corruzioni esterne.
Molti fanno vite di altri, e sorridono con la bocca di altri, e piangono lacrime di altri.
Servono due passi indietro, come Novecento sulla scala.
"Come fate a scegliere anche solo un modo di morire in mezzo a tutta questa grandezza,a tutte queste apparenti opportunità" è questo il concetto che mi ha rapito del film. La frase, lo so, non è esattamente quella, ma il punto è lui.
Concordo da secoli sul fatto che le "troppe alternative confonodono la meta" e si rischia di non stare mai fermi senza portare a termine una sola cosa, senza essersi mai curati veramente di una passione, di una donna,di un concetto magari come questo, che dopo merita silenzio e stupore per esaltarne la perfezione.Poi di seguito un esplosione per farlo rimanere intatto e per sempre in qel posto, perchè non sia in vendita ed ognuno possa formularne di nuovi senza l'ombra del buon esempio.
Al lavoro cervelli.
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paolo lonati
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giovedì 8 giugno 2006
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la poesia naviga sulle onde cinematografiche
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Un capolavoro. Senza dubbio è il termine che più si addice al film realizzato da Giuseppe Tornatore. Eravamo abituati a ottimi film da parte del regista, ma questo li supera tutti. Non è stato premiato con molti oscar semplicemente perchè l'ostracismo degli americani è palese. Avrebbe dovuto avere gli stessi attestati di stima che ha avuto Benigni con La Vita è Bella, ma solo perchè parla di una storia semplice e intriseca di poesia è stato snobbato, ricevendo solo un contentino. Non parlerà certamente di olocausto e del potere dei "salvatori" americani, mlto bravi a mettere in risalto la loro apparente speriorità, ma La leggenda del pianista sull'Oceano tratta la cruda realtà dell'emigrazione verso altri lidi stranieri e sconosciuti, una stora vicina al costume del vecchio continente.
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Un capolavoro. Senza dubbio è il termine che più si addice al film realizzato da Giuseppe Tornatore. Eravamo abituati a ottimi film da parte del regista, ma questo li supera tutti. Non è stato premiato con molti oscar semplicemente perchè l'ostracismo degli americani è palese. Avrebbe dovuto avere gli stessi attestati di stima che ha avuto Benigni con La Vita è Bella, ma solo perchè parla di una storia semplice e intriseca di poesia è stato snobbato, ricevendo solo un contentino. Non parlerà certamente di olocausto e del potere dei "salvatori" americani, mlto bravi a mettere in risalto la loro apparente speriorità, ma La leggenda del pianista sull'Oceano tratta la cruda realtà dell'emigrazione verso altri lidi stranieri e sconosciuti, una stora vicina al costume del vecchio continente. Colpisce l'unione di immagini e storia su questo tema. Lui, un grande Tim Roth, che non vuole far altro che vivere, lavorare e morire nella sua casa: la nave, tanto da non riuscire a scendere neanche una volta da uella nave per visitare la terra ferma. Di contro gli immigrati che ad ogni viaggio esprimono felicità sul trasferimento verso altri luoghi, dove porteranno folklore, costume e cultura, ma dai quali difficilmente un giorno potranno andar via per tornare a casa propria. Tornatore ci mette anche grande lirica: come il concerto tra le onde di T.D. Boodman Lemon 900, dove sembra che le onde siano cullate dalla sua musica e non viceversa. Non manca l'ironia che spezza piacevolmente la trama lunga, ma mai appesantita.
Italiani popolo di poeti, ma i padroni del cinema di poesia non ne hanno mai potuto afferrare la delicatezza e la meraviglia, ma questo non sorprende.
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[+] un oceano poetico e profondo...
(di 0017)
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alex
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giovedì 17 febbraio 2005
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la poesia fra le onde
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il film è intenso e poetico, non sempre è facile trasmettere quello che la penna abilmente scrive.
In questo caso testo e film hanno identità separate e non si schiacciano l'un l'altro
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ulisse
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lunedì 14 marzo 2005
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che dire del film....leggete
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Il film, per un musicista come me, è uno dei migliori.
Una delle tante frasi che mi hanno colpito di più...
-"Non sei ancora del tutto fregato, se hai una buona storia e qualcuno a cui raccontarla."
Questa frase ci vuol far capire che la vera ricchezza dell'uomo, è il suo pensiero, la sua dignità, e non i soldi.
Parecchi critici hanno detto che questo film è un copiaticcio del famosissimo "titanic", ma con prove schiaccianti, vi posso assicurare che questo film(LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL'OCEANO) è stato girato, alcuni mesi prima della preparazione del casting del film Titanic.
Alcuni dei principali insegnamenti del film:
-L'AMICIZIA
-IMMIGRAZIONE VERSO L'AMERICA, E QUINDI IL FAMOSO SOGNO AMERICANO(american's dream)
-LA MUSICA DEI NERI D'AMERICA.
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Il film, per un musicista come me, è uno dei migliori.
Una delle tante frasi che mi hanno colpito di più...
-"Non sei ancora del tutto fregato, se hai una buona storia e qualcuno a cui raccontarla."
Questa frase ci vuol far capire che la vera ricchezza dell'uomo, è il suo pensiero, la sua dignità, e non i soldi.
Parecchi critici hanno detto che questo film è un copiaticcio del famosissimo "titanic", ma con prove schiaccianti, vi posso assicurare che questo film(LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL'OCEANO) è stato girato, alcuni mesi prima della preparazione del casting del film Titanic.
Alcuni dei principali insegnamenti del film:
-L'AMICIZIA
-IMMIGRAZIONE VERSO L'AMERICA, E QUINDI IL FAMOSO SOGNO AMERICANO(american's dream)
-LA MUSICA DEI NERI D'AMERICA...JAZZ
-L'IGNORANZA DELLE PERSONE RICCHE DI QUEL TEMPO
.....che altro dire.....
Buona visione per questo bellissimo film.
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[+] la legenda- bell film,
(di cippola)
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michela papavassiliou
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martedì 27 marzo 2012
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la vita in musica su 88 tasti
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Atmosfere da inizio secolo sul transatlantico Virginia in viaggio tra il vecchio continente e il miraggio d'America. Un mondo di sagome si muovono tra i fumi di una nave che scorre lenta tra due mondi.Sembra di assistere alla messa in scena dei carboncini in miniatura di Pompeo Mariani. Max trombettista di bordo riporta in apertura una delle sue grandi verita':"Una persona non si puo' dire di essere fregata dalla vita se ha una storia da raccontare e qualcuno a cui riferirla." Penso alla fine del film"Into the wild", il protagonista ormai vicino alla morte dice" Ho capito che la felicita' non ha significato se non puo' essere condivisa".
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Atmosfere da inizio secolo sul transatlantico Virginia in viaggio tra il vecchio continente e il miraggio d'America. Un mondo di sagome si muovono tra i fumi di una nave che scorre lenta tra due mondi.Sembra di assistere alla messa in scena dei carboncini in miniatura di Pompeo Mariani. Max trombettista di bordo riporta in apertura una delle sue grandi verita':"Una persona non si puo' dire di essere fregata dalla vita se ha una storia da raccontare e qualcuno a cui riferirla." Penso alla fine del film"Into the wild", il protagonista ormai vicino alla morte dice" Ho capito che la felicita' non ha significato se non puo' essere condivisa". Due immagini di un bisogno ancestrale per l'uomo, quello di spartire le sue emozioni.Cosi' nasce la storia di TD Lemmons Novecento, interpretata da un bravo Tim Roth, un neonato abbandonato in culla il primo giorno del 1900 e adottato da un uomo di colore impiegato nelle sale motori di quel mondo galleggiante. Il bimbo cresce sulla tratta oceanica senza mai toccar terra. Genio del pianoforte diviene presto leggenda incantando tutti i passeggeri con la sua sorprendente musica in grado di creare splendide caricatute, fino ad attirare l' interesse del mitico Jelly Roll Morton inventore del jazz, che lo sfidera' in un duetto musicale all' ultima nota, perdendo infine miseramente. Epica la camminata dello sconfitto con la cenere pendente da una sigaretta in bilico su labbra incredule, sullo sfondo di una folla osannante il vincitore. Passano gli anni, la guerra, la vita assorbita da uomini di passaggio, ma la scaletta che arrivati in porto conduce a terra rimarra' per sempre tra Novecento, le cose del mondo e l'ignoto. Scovato infine dopo un'affannosa ricerca dall'amico Max', confessera',nel buio di una nave ormai dismessa e pronta alla distruzione di non essere mai riuscito a scendere perche', osservando Manhattan a spaventarlo non era tanto quello che vedeva, quanto cio' che la sua vista non poteva cogliere. L' infinito di un vissuto senza orizzonte era troppo per lui e la nave , microcosmo circoscritto tra una prua ed una poppa, invece risultava decisamente una opzione piu' accettabile. Racconto per fotogrammi surreale ed ironico quando Novecento nell'Aldila' racconta di aver perso il braccio sinistro in un'esplosione, ma nel complesso di star bene e si sente rispondere che purtroppo li'e' rimasto solo qualche braccio destro. Pellicola a tratti lenta ma poetica ed intensa. Da vedere. MP
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riccardo-87
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sabato 9 gennaio 2010
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danzando sull'oceano in tempesta
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Un capolavoro musicale, sentimentale e scenografico: questo è “La leggenda del pianista sull’oceano”di Giuseppe Tornatore. Il film si presta infatti a molteplici chiavi di lettura, una più interessante dell’altra, snodandosi in una storia ai confini della realtà; mai banale, sempre vivo, accompagnato da una delle migliori colonne sonore di Ennio Morricone – seconda forse solo a quella di “C’era una volta in America”- che avvolge le vicende, descrive le sensazioni del protagonista (il miglior Tim Roth - Danny Boodman T.D. Lemon; Novecento) e, cosa ancor più singolare, arriva a caratterizzare ogni personaggio a cui si riferisce- memorabile in tal senso la scena in cui Tim Roth, mentre suona il piano in prima classe, chiama a sé l’amico Max (Pruitt Taylor Vince) e tramite le note descrive i personaggi che via via indica, dicendo solo “ecco, questa è la sua musica”, al ché l’amico può solo rispondere “è vero”.
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Un capolavoro musicale, sentimentale e scenografico: questo è “La leggenda del pianista sull’oceano”di Giuseppe Tornatore. Il film si presta infatti a molteplici chiavi di lettura, una più interessante dell’altra, snodandosi in una storia ai confini della realtà; mai banale, sempre vivo, accompagnato da una delle migliori colonne sonore di Ennio Morricone – seconda forse solo a quella di “C’era una volta in America”- che avvolge le vicende, descrive le sensazioni del protagonista (il miglior Tim Roth - Danny Boodman T.D. Lemon; Novecento) e, cosa ancor più singolare, arriva a caratterizzare ogni personaggio a cui si riferisce- memorabile in tal senso la scena in cui Tim Roth, mentre suona il piano in prima classe, chiama a sé l’amico Max (Pruitt Taylor Vince) e tramite le note descrive i personaggi che via via indica, dicendo solo “ecco, questa è la sua musica”, al ché l’amico può solo rispondere “è vero”. Ma forse ancor più spettacolosa è la scena in cui Novecento vede per la prima volta “la ragazza” , interpretata dalla splendida Melanie Thierry, ed inizia d’improvviso a suonare il più stupendo brano dell’intera colonna sonora (il famoso “palying love”): quella musica pare proprio adatta alla figura che ha davanti a tal punto che sembra descriverne la sua stessa essenza: dolce, semplice, delicata. La musica tuttavia non è certo l’unico elemento a rendere questo film unico nella storia del cinema mondiale; proprio il sentimento che esprime il “playing love”, un qualcosa di indicibile e probabilmente nemmeno di spiegabile che Novecento prova nei confronti della ragazza, di cui, non a caso, non si saprà mai neanche il nome, rimane uno dei tratti fondamentali del film, poiché è proprio tale sentimento a spingere Tim Roth, l’uomo che sa vivere solo “con l’oceano sotto al culo”, a pensare di scendere dalla nave, anche se poi questo non avverrà; la scena in cui Novecento si confida con l’amico Max è una delle più profonde dell’intero capolavoro di Tornatore: “io domani scenderò da questa nave” esordisce Novecento; a tale notizia ovviamente l’amico rimane pietrificato “… bene, finalmente”; “sai, devo vedere una cosa laggiù”; “che cosa?”; “il mare”; al ché ovviamente Max, che al momento si preparava ad inghiottire un boccone, non riesce più a mandarlo giù ; “… il mare .. senti … mi stai prendendo per il culo? Lo vedi tutti i giorni, il mare”; “ma io lo vedo da quassù .. io voglio vederlo da laggiù non è la stessa cosa” (….) “senti, io non so chi ti ha detto tutte queste balle, o se te le stai inventando ora, ma sai cosa penso? Penso che il vero motivo sia quella ragazza. È SEMPRE UNA RAGAZZA IL MOTIVO” – bisogna specificare che la ragazza, prima di scendere a terra, aveva invitato Novecento a raggiungerla, dandogli anche un bacio sulla guancia prima di scomparire nella folla – “ma anche se non fosse così- conclude Max – “mi va bene lo stesso. Perché ho sempre voluto che tu scendessi da questa nave, che ti sposassi, che ti facessi una famiglia, degli amici, che provassi tutte quelle cose che NON SARANNO TUTTO, ma, NE VALE LA PENA”. Questa ultima frase di Max io la trovo un inno alla vita.
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(di gpl)
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leigh-chieri
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domenica 22 aprile 2012
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"la vita e una cosa immensa..."
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Esistono dei film che ti fanno sentire come se avessi chiamato Dio al telefono e parlato con lui per molte ore. Quando un film come questo finisce, ti senti come se la connessione si interrompesse proprio quando Lui stava per dirti il senso della vita. "La leggenda del pianista sull'oceano" è un film di quel tipo. La sua splendida ambientazione, musica incantevole e raffinato senso della tragedia porta lo spettatore in un magico continuum spazio-temporale in cui la vita è un ballo passionale con l'oceano, e la musica disegna un mondo unico. La sensualità del film lo rende una meravigliosa esperienza visiva e sonora, mentre il suo significato lascia una traccia nella mente dello spettatore.
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Esistono dei film che ti fanno sentire come se avessi chiamato Dio al telefono e parlato con lui per molte ore. Quando un film come questo finisce, ti senti come se la connessione si interrompesse proprio quando Lui stava per dirti il senso della vita. "La leggenda del pianista sull'oceano" è un film di quel tipo. La sua splendida ambientazione, musica incantevole e raffinato senso della tragedia porta lo spettatore in un magico continuum spazio-temporale in cui la vita è un ballo passionale con l'oceano, e la musica disegna un mondo unico. La sensualità del film lo rende una meravigliosa esperienza visiva e sonora, mentre il suo significato lascia una traccia nella mente dello spettatore.
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(di jessie18)
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nick
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giovedì 12 ottobre 2006
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un buon film
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La Leggenda del Pianista sull’ Oceano, e tratto dal libro Novecento di Alessandro Barrico. Danny Boodman T.D. Lemon Novecento si e trovato da un uomo si chiama Boodman, in una scatola di limone, nel anno milnovecento. Lui e un pianista molto talentoso, chi passa tutta la vita sul Virginian e suona il piano buonissimo per i molti passaggeri tra l’ Atlantico. Infatti, lui e il piu grande pianista sul mare, il quale, e mostrato quando ha vinto un competizione con Jelly Roll Morton. Questo film intenso e molto simile al libro, ma ci sono delle differenze. Per esempio, c’ e una ragazza, di cui, Novecento si e innamorato, ma non c’ e questa ragazza nel libro. E la musica del film auita creare scene piu intense.
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La Leggenda del Pianista sull’ Oceano, e tratto dal libro Novecento di Alessandro Barrico. Danny Boodman T.D. Lemon Novecento si e trovato da un uomo si chiama Boodman, in una scatola di limone, nel anno milnovecento. Lui e un pianista molto talentoso, chi passa tutta la vita sul Virginian e suona il piano buonissimo per i molti passaggeri tra l’ Atlantico. Infatti, lui e il piu grande pianista sul mare, il quale, e mostrato quando ha vinto un competizione con Jelly Roll Morton. Questo film intenso e molto simile al libro, ma ci sono delle differenze. Per esempio, c’ e una ragazza, di cui, Novecento si e innamorato, ma non c’ e questa ragazza nel libro. E la musica del film auita creare scene piu intense. Mentre l’ amico preferito di Novecento, Max, parla di lui durante il film, l’ undienza si sente le sue emozioni e sente la musica di Novecento. In generale, il film e emozionale, un po’ triste, e anche felice. Novecento e ambedue un eroe e una vittima del oceano tutta la sua vita. Come Max, si rispetta lui perche ha potuto vivere sul oceano e ha potuto essere un grande pianista. Ma anche, si rimane deluso perche Novecento e mai sceso dal Virginian. Mentre qualcuno sta guardanda questo film, puo facilmente dimentare i suoi problemi perche il personaggio di Novecento e pazzo e eroico. Mi e piaciuto molto questo film, ma preferisco il libro.
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[+] la ragazza
(di ninì94)
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alessandro rega
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martedì 26 marzo 2013
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un film molto emozionante
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La leggenda del pianista sull’oceano è un film di Giuseppe Tornatore uscito nel 1998.
Il film è tratto da uno splendido monologo di Alessandro Baricco che parla di un pianista che visse tutta la sua vita su una nave e che non ebbe mai un’identità perché nacque sulla nave e ci restò per sempre, senza che il mondo sapesse della sua esistenza.
Ovviamente aveva conosciuto molte persone su quella nave ospedaliera (che si chiamava “Virginian”), ma era estraneo al resto del mondo.
Raccontare la storia è fondamentale per poter commentare questo film: in ogni singolo fotogramma si provano tante emozioni e sensazioni proprio perché la storia è molto toccante.
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La leggenda del pianista sull’oceano è un film di Giuseppe Tornatore uscito nel 1998.
Il film è tratto da uno splendido monologo di Alessandro Baricco che parla di un pianista che visse tutta la sua vita su una nave e che non ebbe mai un’identità perché nacque sulla nave e ci restò per sempre, senza che il mondo sapesse della sua esistenza.
Ovviamente aveva conosciuto molte persone su quella nave ospedaliera (che si chiamava “Virginian”), ma era estraneo al resto del mondo.
Raccontare la storia è fondamentale per poter commentare questo film: in ogni singolo fotogramma si provano tante emozioni e sensazioni proprio perché la storia è molto toccante.
Tutta la storia è osservata da uno sguardo esterno che è quello di Max Tooney (interpretato da Pruitt Taylor Vince), egli vede il suo amico Novecento (curiosa è la storia legata al suo nome) saltare in aria.
Novecento è un personaggio molto importante che spesso ci invita a riflettere su alcune cose soprattutto nella scena del monologo che enuncia prima di esplodere insieme alla sua nave (Tim Roth recita in modo impeccabile).
L’uomo vive senza una meta e senza sapere come comportarsi in un mondo così gigantesco da sembrare infinito, è questo un po’ il senso della storia.
Certo in questi termini è tutto un po’ riduttivo perché nel film vengono toccati molti argomenti profondi: però le scene sono girate e montaggiate così bene da far immedesimare lo spettatore e probabilmente anche emozionandolo.
Non mancano certamente scene spettacolari (cene sono un paio molto belle come quella in cui Novecento non riesce a regalare il suo disco alla ragazza di cui si era invaghito e anche quella dove viene raccontato il duello a pianoforte tra lui e Jelly Roll Morton).
Quindi il film è ben fatto e si consiglia assolutamente la visione e anche la rivisione (è un film molto bello quindi in un certo senso è anche difficile visionarlo una sola volta).
In tutto questo è stato tralasciato un elemento fondamentale nella storia e nel film:la musica.
Fondamentalmente la musica in questo film rappresenta un elemento sublime che permette di esprimere sentimenti e di far emozionare. Principalmente per due motivi: il primo è che Novecento, nonostante nessuno pensi a lui nel mondo terreno. Esiste e suona in modo sensazionale, il secondo motivo è che Ennio Morricone è un’artista straordinario e per tutto il tempo ci “accompagna” con la sua musica che conferisce un alo valore all’intera opera.
Questo è uno dei film più riusciti di Giuseppe Tornatore e una delle migliori recitazioni di Tim Roth, oltre ovviamente ad un sempre straordinario Ennio Morricone fa sempre delle colonne sonore commoventi e sincere.
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