andyflash77
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venerdì 27 luglio 2012
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giovani ricchi nel ghetto latino di los angeles
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Sorprende un po' che Barbara Kopple, nota documentarista (My Generation, ma il suo Harlan County U.S.A. resta seminale), sia stata coinvolta in questa operazione, scritta dallo sceneggiatore di Traffic, Stephen Gaghan, su un soggetto di Jessica Kaplan, morta a 24 anni in un incidente aereo. E guarda caso i minuti migliori di Havoc - Fuori controllo riguardano proprio gli sguardi rubati e consapevoli di un paio di mondi impossibili ma possibili, vicini e lontani, tra la Los Angeles dei giovani ricchi e annoiati e quella East dei latino-americani, dove si batte, si spaccia e si muore. O perlomeno è ciò che vuole lo stereotipo: al quale i ragazzi protagonisti credono ciecamente, così li hanno educati (genitori, scuola), così dev'essere per chi è alla ricerca di qualche brivido.
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Sorprende un po' che Barbara Kopple, nota documentarista (My Generation, ma il suo Harlan County U.S.A. resta seminale), sia stata coinvolta in questa operazione, scritta dallo sceneggiatore di Traffic, Stephen Gaghan, su un soggetto di Jessica Kaplan, morta a 24 anni in un incidente aereo. E guarda caso i minuti migliori di Havoc - Fuori controllo riguardano proprio gli sguardi rubati e consapevoli di un paio di mondi impossibili ma possibili, vicini e lontani, tra la Los Angeles dei giovani ricchi e annoiati e quella East dei latino-americani, dove si batte, si spaccia e si muore. O perlomeno è ciò che vuole lo stereotipo: al quale i ragazzi protagonisti credono ciecamente, così li hanno educati (genitori, scuola), così dev'essere per chi è alla ricerca di qualche brivido. Niente di meglio dunque che recarsi tra gli homey, chiedere di essere ammessi nella banda, abbandonare la finzione e la "costruzione" (i bianchi che fanno i "nigga") ed entrare nella vita vera, quella dei tatuaggi sul corpo, degli «Yo, bitch!» e del turgore fisico eccitante. Ma, lo sappiamo, a giocare col fuoco ci si scotta: e le due sceme Allison e Emily si bruciano non poco. Impossibilità di sconfinamento geografico-culturale, gioventù bruciata, solitudine senza pari né fine, mito del bel e poco buon selvaggio (sesso compreso, anzi sopra qualsiasi cosa), inevitabilità della violenza, padri e madri assenti, razze inconciliabili, melting pot fuori sincrono: in Havoc c'è di tutto, ma è tutto così vecchio, retorico, banale. La drammaturgia è quella di un telefilm a caso (e non di buon livello), la morale non si discosta dai delinquent movies dei Fifties. E i cliché, il cui uso la Kopple vorrebbe "interno" e intelligente, quasi contro, restano cliché e basta. Anne Hathaway, la futura donnetta acqua e sapone di Il diavolo veste Prada (Havoc ha ormai più di due anni sulle spalle), è disinibita ma si ferma alle tette; mentre il Federico di Six Feet Under (Freddy Rodríguez) è bello pompato. Torna a farsi vedere Laura San Giacomo: per il ruolo che ha, poteva starsene a casa.
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lucido71
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venerdì 10 settembre 2010
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inno alla prostituzione e alla droga
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Tanto x cominciare, a ns avviso, il film dovrebbe esser vietato categoricamente ai minori di 18 anni!! Daccordo con la recensione x lo spaccato losangelino, ma appunto x questo, con i suoi contenuti crudi e violenti, dovrebbe esser recensito solo x adulti. X il resto, resta una pellicola che si può guardare una sola volta: trama prevedibile, dialoghi scontati.. un vero applauso comunque alla Hathaway ed alla colonna sonora. Ammirate IO VI TROVERO', FOUR BROTHERS, ATTRAZIONE LETALE...
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matteo
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domenica 14 settembre 2008
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il mondo odierno
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Questo film è possibile considerarlo un documentario-educativo.
Dico che si può definire così per via che ciò che si vede nel film si riflette sulle canzoni, sui giovani che vogliono emulare i video o i film perchè nonostante tutto ciò i ragazzi di oggi pensano che essere un "duro" significhi essere fighi essere un vero uomo ma si sbagliano perchè essere un vero uomo significa riflettere su ciò che si fa, essere uomo non si nasce si diventa.
Ok alcuni possono dire che si può diventare come i personaggi del film a seconda di dive abiti e di che compagnia frequenti ma tutto ciò sipuò evitare perchè ognuno ha una sua testa, una sua personalità.
Se un ragazzo esce con una compagnia dove alcuni spacciano o si fanno non vuol dire che anche quel ragazzo si fa o è uno spacciatore perchè come ho scritto prima SI PUO' CAMBIARE IL DESTINO.
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Questo film è possibile considerarlo un documentario-educativo.
Dico che si può definire così per via che ciò che si vede nel film si riflette sulle canzoni, sui giovani che vogliono emulare i video o i film perchè nonostante tutto ciò i ragazzi di oggi pensano che essere un "duro" significhi essere fighi essere un vero uomo ma si sbagliano perchè essere un vero uomo significa riflettere su ciò che si fa, essere uomo non si nasce si diventa.
Ok alcuni possono dire che si può diventare come i personaggi del film a seconda di dive abiti e di che compagnia frequenti ma tutto ciò sipuò evitare perchè ognuno ha una sua testa, una sua personalità.
Se un ragazzo esce con una compagnia dove alcuni spacciano o si fanno non vuol dire che anche quel ragazzo si fa o è uno spacciatore perchè come ho scritto prima SI PUO' CAMBIARE IL DESTINO....BASTA VOLERLO
Cosa pensate che un domani tutti i ragazzi vogliono lavorare per rendersi indipendenti dai propri genitori, quindi pensate ai due futuri di due ragazzi uno un bravo ragazzo che esce con una compagnia sbagliata e l'altro un piccolo criminale....secondo voi che futuro avranno?
Questo film quindi non è solo un semplice film da vedere per passare una serata ma è un film fatto oltre che per passare una serata è un film che offre molti spunti di riflessione sul mondo di oggi
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francesco l.s.
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venerdì 23 maggio 2008
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a che schifo
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due ragazze borghesi annoiate dalla loro vita ne escono per entrarne in un altra ancora peggiore di droga e sesso(mentre nella prima c erano macchine e soldi)dal quale cercheranno di uscirne ma non lo come finisce perchè era veramente noioso e sono andato a bermi una birra
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logan77
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lunedì 26 novembre 2007
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oh figa
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Ma dico, stiamo scherzando?? ma in america hanno voglia di buttare soldi così? per produzione cast (senza nulla da togliere a quella gran donna della Hathaway), etc. etc..... in quel film mancaano solo le pistole ad acqua, per renderlo ancor più penoso e demente.. anzi, forse con le pistole ad acqua, avremmo riso di più... e poi il commento di quel tipo là? come si chiama, l'ho dimenticato.. mah.. ragazzi, onori al tipo, era quasi diventato come loro.. che figata!! bah, comunque.. mi accorrgo che forse spreco parole per un film sprecato.. bene.. buona visione a tutti!!!!!
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marta
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sabato 20 ottobre 2007
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verità, non romanzo.
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Sociologicamente interessante, tanto per il contenuto quanto per la censura.Induce a riflettere su quanto possa essere pericoloso avere MATERIALMENTE tutto. L'incomunicabilità è un male sottovalutato e la "voglia di vita" cercata dalla protagonista è la risultatente di una società marcia e quello che più sconvolge è la profoda verità esistenziale rappresentata.La droga e il sesso non costituiscono il problema vero ma solo dei sintomi di un male le cui cause devono essere cercate e curate.
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luca siggillo
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venerdì 19 ottobre 2007
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peccato il finale
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il posto dove è stato ambientato è buono è molto originale, gli attori altrettanto per non parlare dell'attore chè interpreta la parte di Ector.Inizialmente il film mi ha affascinato,ma non so come si perde un po' nel finale.Peccato la storia rendeva molto a tal punto chè un amante del cinema e del teatro ma in particolar modo per i film come me, si è fatto trascinare . Sulla scheda dice di dare un voto da uno a cinque, con tutta l'onesta'sarei un mascalzone se dessi uno, ma l'ho sarei due volte se dessi cinque,quindi quatro e mezzo.Ma complimenti ancora
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criticon°1
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sabato 22 settembre 2007
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che schifo!
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E' un film porno, una scena sopratutto ti lascia scioccata.
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antonello villani
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martedì 21 agosto 2007
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adolescenti inquieti nella citta' degli angeli
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Vivere e morire a Los Angeles, vent’anni dopo. Stavolta non ci sono poliziotti in bilico tra vendetta e giustizia fai da te, ma alcuni adolescenti troppo ricchi e troppo annoiati che si mettono nei guai ad ogni angolo di strada. Allyson e’ una teenager che frequenta cattive compagnie per colmare il vuoto di una famiglia smembrata: post it sui frigoriferi, genitori separati, villa con tanto di Ferrari e Porsche parcheggiate nel garage quasi a ricordare che non e' tutto oro quello che luccica. Cosi’ la ragazzina pensa bene di scorrazzare per le strade della citta' insieme al suo boyfriend e qualche amica fuori di testa per sniffare un po’ di crack e fare a botte con qualche ragazzo della downtown; in queste scorribande notturne s’imbatte in un ispanoamericano che spaccia droga nei vicoli del quartiere: il fascino del proibito e' troppo forte per non provare l'ebbrezza di far parte di una gangsta latino.
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Vivere e morire a Los Angeles, vent’anni dopo. Stavolta non ci sono poliziotti in bilico tra vendetta e giustizia fai da te, ma alcuni adolescenti troppo ricchi e troppo annoiati che si mettono nei guai ad ogni angolo di strada. Allyson e’ una teenager che frequenta cattive compagnie per colmare il vuoto di una famiglia smembrata: post it sui frigoriferi, genitori separati, villa con tanto di Ferrari e Porsche parcheggiate nel garage quasi a ricordare che non e' tutto oro quello che luccica. Cosi’ la ragazzina pensa bene di scorrazzare per le strade della citta' insieme al suo boyfriend e qualche amica fuori di testa per sniffare un po’ di crack e fare a botte con qualche ragazzo della downtown; in queste scorribande notturne s’imbatte in un ispanoamericano che spaccia droga nei vicoli del quartiere: il fascino del proibito e' troppo forte per non provare l'ebbrezza di far parte di una gangsta latino. Regia disinvolta per questa "esordiente” che riesce a fotografare in maniera realistica la notte losangelina, una citta’ dai mille colori, pronta a scaraventarti nell’inferno dei sobborghi presi d’assalto da piccoli criminali. La Kopple mette a confronto le due facce della stessa medaglia passando dalle ville con piscina dei quartieri alti alle case fatiscenti di alcuni pusher che passano la vita tra feste di strada e bevute con gli amici. Riprese molto sofisticate si alternano a quelle rudimentali di un protagonista che riprende con la sua telecamera una generazione allo sbando: cocaina, spinelli, sbronze, risse, nulla si risparmiano questi figli di papa’ che giocano a fare i duri mostrando prima i muscoli e poi le pistole. Film agghiacciante che rimanda alla strage di Columbine ed ai recenti fatti raccontati da Cassavetes in “Alpha Dog”; niente di nuovo verrebbe da dire, la gioventu’ sempre piu’ bruciata e’ stata gia' portata sullo schermo eppure la fotografia crepuscolare entusiasma con quel mix di contrasti che si ritrovano solo nelle metropoli americane. Interpretazione sofferta quella di Anne Hathaway –scordatevi la brava ragazza di “il Diavolo veste Prada”-, schizofrenica Bijou Phillips nella parte della teenager ricca e viziata che passa dall’altra parte della barricata, convincente Freddy Rodriguez nel ruolo dello spacciatore latinoamericano che si ritrova con un'accusa di stupro per la bravata di una ragazza dell'upper class. “Havoc”, che in italiano significa rovina, si affida anche ad una colonna sonora da brividi –da Jay Z a Bishop Lamont, qui sono riuniti tutti i rapper della westcoast insieme ai cantanti latini- per mostrare il meglio ed il peggio della cultura hip hop che in America trova migliaia di accoliti tra i teenager senza arte ne' parte. Uno degli affreschi piu' belli di questi ultimi anni, portato sugli schermi da una documentarista che ha cercato di fotografare la realta' giovanile senza retorica ne' giudizi di sorta. Non edificante certo, ma vero pochi.
Antonello Villani
(Salerno)
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