Il corridoio della paura

Ottimo esempio della capacita' dello sceneggiatore e regista Sam Fuller, di realizzare un film con un sottotesto sociale. Girato con un basso budget e in soli dieci giorni, Fuller, e il direttore della fotografia, creano un noir spensierato con luci soffuse. La storia segue un giornalista investigativo che, fingendosi un detenuto, si fa internare in un manicomio per scoprire l'autore di un omicidio e tentare di vincere un ambizioso premio giornalistico. Il protagonista pero' durante il "ricovero", scopre molte cose inaspettate, e subisce abusi e violenze, e la sua salute mentale comincia a vacillare. Il film e' una chiara critica alla societa' dell'epoca (e' del 1963) come il razzismo, i traumi della guerra, i metodi usati nei manicomi, e come l'ambizione per il successo puo' portare a conseguenze gravi. [+]

Ottimo esempio della capacita' dello sceneggiatore e regista Sam Fuller, di realizzare un film con un sottotesto sociale. Girato con un basso budget e in soli dieci giorni, Fuller, e il direttore della fotografia, creano un noir spensierato con luci soffuse. La storia segue un giornalista investigativo che, fingendosi un detenuto, si fa internare in un manicomio per scoprire l'autore di un omicidio e tentare di vincere un ambizioso premio giornalistico. Il protagonista pero' durante il "ricovero", scopre molte cose inaspettate, e subisce abusi e violenze, e la sua salute mentale comincia a vacillare. Il film e' una chiara critica alla societa' dell'epoca (e' del 1963) come il razzismo, i traumi della guerra, i metodi usati nei manicomi, e come l'ambizione per il successo puo' portare a conseguenze gravi. La musica e' un ottimo complemento. Considerando i tempi brevi della sua produzione e il budget, si puo' considerare tranquillamente un piccolo capolavoro, un esempio di come si puo' far un bel cinema anche senza grandi costi. [-]

solo 3 stelle?

ottimo

rimarrà negli annali

Un premio guadagnato, quello del reporter; film assolutamente da vedersi!

Un giornalista a caccia del Pulitzer si finge matto per smascherare un assassino. La storia gira attorno ad alcune premesse che potrebbero risultare altrettanti luoghi comuni; i pazzi hanno istanti di lucidità durante i quali tornano perfettamente normali, i pazzi sono persone che fuggono il mondo reale, la pazzia è contagiosa. Tra manifestazioni di follia più o meno attendibili, il regista non resiste alla tentazione del messaggio (la follia collettiva del razzismo, del nazionalismo fanatico). Ma del film colpisce il taglio nervoso, il pessimismo, la forza e la suggestione di alcune sequenze, la solida tenuta spettacolare.

In questo bel film rimane eccezionale la scena dell'incubo in cui pive a dirotto nel corridoio:allucinate!(con quella scena fu distrutto il set). bravi gli interpreti (soprattutto il negro che si crede bianco!).da vedere più volte.Morale:tanto va la gatta al lardo...

Un percorso allucinato nei meandri della pazzia che coinvolge uno spregiudicato giornalista alla ricerca di un delitto in manicomio. Teso e avvicente noir con straordinarie riprese in flashback.