ivanleone
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venerdì 25 ottobre 2013
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italiani, gente non così cattiva
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E basta con queste operazioni che devono ricordarci quanto siamo stati cattivi noi Italiani! Da studioso di storia posso assicurarvi, dati alla mano, che la maggioranza degli Italiani non aderì, nemmeno formalmente, alle leggi razziali, per il semplice fatto che quello italiano NON è un popolo intimamente ed antropologicamente razzista. Che pochi scellerati, che purtroppo all'epoca detenevano il potere, abbiano ritenuto il contrario è l'ennesimo e lampante esempio di come l'ideologia fascista non ci appartenga. Ma qualcuno sa che una settimana prima del rastrellamento nel ghetto di Roma -16 ottobre 1943- le autorità naziste pretesero ed ottennero che i Carabinieri di stanza in Roma venissero disarmati e deportati nei campi di lavoro tedeschi, certi che l'Arma si sarebbe "messa di traverso" a tale disumana azione? Il 7 ottobre 1943 circa duemila Carabinieri vennero così fatti salire su quegli stessi vagoni ferroviari che nove giorni dopo trasporteranno gli ebrei romani allo sterminio.
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E basta con queste operazioni che devono ricordarci quanto siamo stati cattivi noi Italiani! Da studioso di storia posso assicurarvi, dati alla mano, che la maggioranza degli Italiani non aderì, nemmeno formalmente, alle leggi razziali, per il semplice fatto che quello italiano NON è un popolo intimamente ed antropologicamente razzista. Che pochi scellerati, che purtroppo all'epoca detenevano il potere, abbiano ritenuto il contrario è l'ennesimo e lampante esempio di come l'ideologia fascista non ci appartenga. Ma qualcuno sa che una settimana prima del rastrellamento nel ghetto di Roma -16 ottobre 1943- le autorità naziste pretesero ed ottennero che i Carabinieri di stanza in Roma venissero disarmati e deportati nei campi di lavoro tedeschi, certi che l'Arma si sarebbe "messa di traverso" a tale disumana azione? Il 7 ottobre 1943 circa duemila Carabinieri vennero così fatti salire su quegli stessi vagoni ferroviari che nove giorni dopo trasporteranno gli ebrei romani allo sterminio. Non sarebbe il caso che Calopresti si occupi anche di questo evento, invece di voler rafforzare il nostro sentimento di autocastrazione nazionale? Per un raffronto tra l'atteggiamento generalmente tenuto all'epoca dal popolo italiano -che nonostante l'opposizione interna contro il Fascismo e la Guerra di Liberazione continua a chiedere scusa, vergognarsi e autoaccusarsi da settant'anni dei crimini commessi da pochi- e quello invece praticamente unitario del popolo tedesco -che invece non mi risulta si sia mai autoflagellato come noialtri- inviterei tutti a leggere il saggio "I volenterosi carnefici di Hitler", che attraverso l'analisi di fonti storiche e dopo studi accurati arriva ad accusare non solo i vertici nazisti degli orrori commessi, ma la generalità del popolo tedesco. Tornando al cinema, ritengo che i documentari debbono essere obiettivi e non perseguire finalità di parte. Ma forse sto chiedendo troppo al cinema italiano...
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dandy
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venerdì 18 novembre 2011
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l'orrore del nazismo attraverso gli occhi italiani
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Inserito nel progetto mondiale della "Shoah Foundation"di Steven Spielberg(che figura come produttore),un documentario semplice e struggente,che ha poco da invidiare a"Gli ultimi giorni",anch'esso prodotto da Spielberg.Si comincia con immagini dell'Istituto Luce che mostrano l'adesione alle leggi razziali a cui aderì Mussolini per poi proseguire con le interviste ai nove sopravvisuti.Chi ricorda i momenti della cattura,chi l'accalcamento nei treni.Chi ha tentato invano di passare il confine per scappare,chi arrivato ad Auschwitz è stato separato per sempre dai suoi cari.Chi si è ritrovato a lavorare ai forni e ha visto un parente avviarsi alla morte.
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Inserito nel progetto mondiale della "Shoah Foundation"di Steven Spielberg(che figura come produttore),un documentario semplice e struggente,che ha poco da invidiare a"Gli ultimi giorni",anch'esso prodotto da Spielberg.Si comincia con immagini dell'Istituto Luce che mostrano l'adesione alle leggi razziali a cui aderì Mussolini per poi proseguire con le interviste ai nove sopravvisuti.Chi ricorda i momenti della cattura,chi l'accalcamento nei treni.Chi ha tentato invano di passare il confine per scappare,chi arrivato ad Auschwitz è stato separato per sempre dai suoi cari.Chi si è ritrovato a lavorare ai forni e ha visto un parente avviarsi alla morte.E chi conobbe il Dottor Mengele:terribili gli episodi dell'interprete a cui mandò l'intera famiglia alla camera a gas,e dell'internata che usata("solo"due volte)per i suoi esperimenti medici.Dall'internamento alla liberazione.Nessun commento al di fuori di quello dei protagonisti,e didascalie sullo sfondo dei filmati d'archivio.Non riesco proprio a capire chi scrivendo i commenti prima del mio possa dire"non si capisce la necessità dell'operazione e soprattutto di portarla nelle sale"oppure le critiche sul fatto che la realizzazione sarebbe mediocre,con "filmati inesistenti tranne qualche fotogramma visto decine di volte".Questi documentari,non sono realizzati per fare bella figura mostrando sfoggio di tecnica,nè tantomeno per fare a gara a chi è più bravo a raccogliere filmati inediti o tetimonianze.Il loro scopo è quello (sacrosanto)di tenere vivo il ricordo di quell'inenarrabile orrore,di scuotere gli animi e di suscitare rabbia e commozione.E questo documentario,ci riesce egregiamente.Anche con comunissimi primi piani fissi.Riguardo alla circolazione poi,no comment:dire che l'hanno distribuito con i piedi è un eufemismo.Da vedere per le ragioni già enunciate da fulvia.
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fulvia
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domenica 6 novembre 2011
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toccante intervista ai veri protagonisti
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5 stelle a quest'intervista, che racchiude la vera anima di Auschwitz, spiegata da testimoni conosciuti ormai da tutti noi studiosi e appassionati della Shoah. Ideale da mostrare nelle scuole, in quanto dà vita a ricordi struggenti, raccontati dalle voci a volte commosse, a volte interrotte da lacrime silenziose, di chi ha vissuto quel supplizio in prima persona. Un grande Mimmo Calopresti, che appoggiato da Steven Spielberg, ha saputo dare voce ai protagonisti,proprio quelli che per anni hanno fatto conferenze nelle scuole per spiegare alle nuove generazioni ciò che è stato. Compaiono infatti testimoni del calibro di: Liliana Segre, Shlomo Venezia, Settimia Spizzichino, Arminio Wachsberger, Andra Bucci, Luciana Momigliano, Esterina Calò,Giuliana Tedeschi e Nedo Fiano,il quale conclude dicendo" Con le gambe tutti noi siamo usciti da quel cancello, ma l'anima no, quella è rimasta là!" Da vedere, per attingere, meditare e tramandare.
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mirella44
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domenica 30 gennaio 2011
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la triste verita'
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Questa carellata di testimonianze ,dovrebbe entrare nei cuori e nelle menti dei cosidetti"Revisionisti" Una delle testimoni e' la suocera di mio fratello,queste persone sono uscite dai Lager con il corpo ma le loro lacerate anime sono rimaste in quei maledetti campi,dove la crudelta piu efferata la faceva da padrone,Che cio sia da monito per le generazioni future."Cio e' e' avvenuto e potrebbe ripetersi"Mai piu'
Mirella
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ffg61
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venerdì 5 febbraio 2010
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testimonianze
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E' una testimonianza che merita essere ascoltata e su cui riflettere!
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il caimano
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domenica 6 aprile 2008
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nel profondo del lager
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Si tratta di un documentario realizzato nel 2006 da Mimmo Calopresti, sotto l'egida di Steven Spielberg, che vi compare nei crediti come produttore esecutivo (anche se, a giudicare dalla difficoltà che aveva nel pronunciare il nome del regista...è legittimo pensare che non abbia avuto che un coinvolgimento nominativo, o su per giù). Il film è una carrellata di interviste raccolte a oarture dalle memorie di 9 deportati, che in prima persona ricordano, raccontano, a volte commuovendosi e commuovendo lo spettatore, i momenti più tragici di quell'esperienza. Dalla partenza per il campo di prigionia italiano (Sassoli, per chi ci è passato...ovviamente) al ritorno dai campi di concentramento, per quei pochissimi che erano riusciti a tornare.
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Si tratta di un documentario realizzato nel 2006 da Mimmo Calopresti, sotto l'egida di Steven Spielberg, che vi compare nei crediti come produttore esecutivo (anche se, a giudicare dalla difficoltà che aveva nel pronunciare il nome del regista...è legittimo pensare che non abbia avuto che un coinvolgimento nominativo, o su per giù). Il film è una carrellata di interviste raccolte a oarture dalle memorie di 9 deportati, che in prima persona ricordano, raccontano, a volte commuovendosi e commuovendo lo spettatore, i momenti più tragici di quell'esperienza. Dalla partenza per il campo di prigionia italiano (Sassoli, per chi ci è passato...ovviamente) al ritorno dai campi di concentramento, per quei pochissimi che erano riusciti a tornare. È un documentario importante, ma che però probabilmente non aggiunge nulla a quanto già detto e visto, ed a questo proposito vengono in mente gli speciali de “La storia siamo noi” e “Correva l'anno”, che con altrettanta dovizia di particolari e pietà nel racconto, hanno affrontato gli stessi temi. In realtà non si capisce tanto la necessità dell'operazione e soprattutto di portarla nelle sale. Comunque un tassello nella sempre necessaria opera di costruzione e mantenimento della memoria collettiva dello sterminio nazista.
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zadigx
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mercoledì 14 febbraio 2007
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cui prodest?
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L'ho visto solo recentemente e come beffa, oltre al danno, il giorno dopo viene programmato su Raitre. E' un documentario molto semplice e non capisco perche' sia stato distribuito (anche se con poche copie), nelle sale. Mi spiace per Calopresti (di cui apprezzai la Seconda Volta), ma le nostre televisioni programmano da anni fior di documentari sull'argomento, realizzati molto meglio tecnicamente e con abbondanza di contributi dell'epoca.Qui invece tutte le inquadrature sono fisse, la fotografia anonima, i filmati inesistenti (tranne qualche fotogramma gia' visto decine di volte), forse i mezzi e il tempo erano davvero limitati. Mi sorge un dubbio...dato l'argomento, che sia politicamente scorretto criticare il risultato artistico ? Forse certe operazioni fanno piu' danni che bene, nella
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L'ho visto solo recentemente e come beffa, oltre al danno, il giorno dopo viene programmato su Raitre. E' un documentario molto semplice e non capisco perche' sia stato distribuito (anche se con poche copie), nelle sale. Mi spiace per Calopresti (di cui apprezzai la Seconda Volta), ma le nostre televisioni programmano da anni fior di documentari sull'argomento, realizzati molto meglio tecnicamente e con abbondanza di contributi dell'epoca.Qui invece tutte le inquadrature sono fisse, la fotografia anonima, i filmati inesistenti (tranne qualche fotogramma gia' visto decine di volte), forse i mezzi e il tempo erano davvero limitati. Mi sorge un dubbio...dato l'argomento, che sia politicamente scorretto criticare il risultato artistico ? Forse certe operazioni fanno piu' danni che bene, nella lotta contro i crimini nei confronti dell'umanita'
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