laurence316
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mercoledì 17 settembre 2014
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16 anni dopo...
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A ben 16 anni dal suo esordio alla regia (ovviamente il soprendente Akira, nel '88), finalmente Otomo, uno dei maestri dell'animazione e del manga giapponesi, ritorna al cinema con la sua seconda opera, che ovviamente risente non poco del confronto, troppo spesso applicato soprattutto tra i fan, con il film precedente, che ha ormai lasciato un'impronta indelebile nella storia del cinema. Perché confrontandolo questo secondo film esce sicuramente sconfitto, nonostante abbia un'interessante plot, una buona sceneggiatura e un impressionante, spettacolare e quasi incredibile qualità delle animazioni, di una complessità mai vista applicata a tali livelli, un grande esempio di fusione di animazione tradizionale bidimensionale e di grafica CGI 3D, un vero gioiello di perfezione tecnia, di accuratezza visiva quasi maniacale, un'opera dall'impatto visivo immediato e straniante, una nuova vetta del realismo delle immagini animate, che lascia ammaliati gli spettatori, anche i più scettici.
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A ben 16 anni dal suo esordio alla regia (ovviamente il soprendente Akira, nel '88), finalmente Otomo, uno dei maestri dell'animazione e del manga giapponesi, ritorna al cinema con la sua seconda opera, che ovviamente risente non poco del confronto, troppo spesso applicato soprattutto tra i fan, con il film precedente, che ha ormai lasciato un'impronta indelebile nella storia del cinema. Perché confrontandolo questo secondo film esce sicuramente sconfitto, nonostante abbia un'interessante plot, una buona sceneggiatura e un impressionante, spettacolare e quasi incredibile qualità delle animazioni, di una complessità mai vista applicata a tali livelli, un grande esempio di fusione di animazione tradizionale bidimensionale e di grafica CGI 3D, un vero gioiello di perfezione tecnia, di accuratezza visiva quasi maniacale, un'opera dall'impatto visivo immediato e straniante, una nuova vetta del realismo delle immagini animate, che lascia ammaliati gli spettatori, anche i più scettici. Un'opera di precisione, rifinita fin nei minimi dettagli, un lavoro complesso che ha richiesto oltre 10 anni per un costo di "soli" 20 milioni di dollari (come al solito molto meno di un film Disney), per un totale di oltre 180.000 disegni e 440 effetti digitali. E' divertente, appasionante, anche educativo, un pò pedagogico, ma efficacissimo nella ricostruzione dell'Inghilterra vittoriana, un nuovo mondo in cui le macchine funzionano a vapore (ovvia ambientazione di carattere steampunk), un gran bel film d'animazione, che non ha purtroppo ottenuto il successo che si meritava (solo 18 milioni l'incasso finale), che resta in ogni caso un pezzo da recuperare per non lasciare incompleta la videoteca di un qualsiasi appasionato, nonostante non rientri fra i capolavori del genere.
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dpiktor
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venerdì 10 maggio 2013
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pirotecnico fino allo sfinimento
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D'accordissimo con la recensione di MyMoves. Il film ha pregi evidenti, una tecnica davvero aprezzabile e delle tovate stupefacendi in quanto a rappresentazione di meccaniche e fantasiosi marchingegni... la trama, piuttosto classicotta dal principio è godibile fino a metà film... poi inizia una seria interminabile di esplosioni e inseguimenti che benché siano i migliori che io abbia mai visto... mi hanno estenuato! In effetti il confronto con Ghibli m'è venuto in mente... a SteamBoy manca assolutamente un equilibrio tra narrazione e rappresentazione, e inscena anche alcuni personaggi discutibili e prevedibili... oltre a far sfoggio di un paio di frasi ad afftto pateticamente antiquate!
Detto questo andrebbe visto, con una certa dose di paz
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D'accordissimo con la recensione di MyMoves. Il film ha pregi evidenti, una tecnica davvero aprezzabile e delle tovate stupefacendi in quanto a rappresentazione di meccaniche e fantasiosi marchingegni... la trama, piuttosto classicotta dal principio è godibile fino a metà film... poi inizia una seria interminabile di esplosioni e inseguimenti che benché siano i migliori che io abbia mai visto... mi hanno estenuato! In effetti il confronto con Ghibli m'è venuto in mente... a SteamBoy manca assolutamente un equilibrio tra narrazione e rappresentazione, e inscena anche alcuni personaggi discutibili e prevedibili... oltre a far sfoggio di un paio di frasi ad afftto pateticamente antiquate!
Detto questo andrebbe visto, con una certa dose di pazienza per l'ultima oretta (tra l'altro le lungaggini sono una vera coltellata!)
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camillo
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domenica 9 dicembre 2012
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davvero bello!
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Siamo nel 1866. Ray Steam, un piccolo genio della scienza, entra in possesso di una sfera metallica inviatagli dal nonno, che è lo stesso inventore dell'oggetto. La sfera è agognata dalla "fondazione" che intende usarla per scopi malvagi. I disegni, i colori, gli effetti speciali ed il sonoro sono stati fatti in modo eccellente. La trama non è molto complessa: essa si basa principalmente nel susseguirsi di eventi esplicativi, lasciando quindi poco spazio all'azione (parte maggiore di questa sarà concentrata nel finale) e più spazio alle spiegazioni. Ciò ovviamente non penalizza il film, che mantiene incollati allo schermo fino alla fine. Un film d'animazione davvero bello e pieno di morale.
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poldo
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domenica 1 marzo 2009
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insomma...
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Insomma... non mi è piaciuto molto. L'ho trovato lento, cupo, scontato a tratti noioso. Una storia mediocre. Sufficiente ma non un cartone memorabile.
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exitplanetdust
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sabato 25 ottobre 2008
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il nuovo, pletorico anime dal regista di akira
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Akira gli è valsa fama planetaria - meritata. 16 anni dall'uscita di quello sono tanti, e Steamboy non li giustifica. O meglio, li giustifica solo in parte. Al di là degli ostacoli economici, il genio Steamboy lo palesa sul piano tecnologico. In ambito estetico, il film raggiunge livelli unici nel suo campo; graficamente e sonoramente, il lavoro compiuto è magistrale. Ma il valore dell'opera sì esaurisce lì, o quasi. I personaggi mancano di mordente, non brillano per definizione psicologica; potrebbero essere tanto profondi dal risultare - naturalmente - ambigui, ma appaiono solo vuoti, poco incisivi, privi di spessore; a volte perfino fastidiosi nella loro insensatezza. I verbosi inseguimenti a base di esplosioni e spettacolarità, annoiano dopo qualche minuto, e verso l'immancabile climax finale, il film diviene pressoché insulso.
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Akira gli è valsa fama planetaria - meritata. 16 anni dall'uscita di quello sono tanti, e Steamboy non li giustifica. O meglio, li giustifica solo in parte. Al di là degli ostacoli economici, il genio Steamboy lo palesa sul piano tecnologico. In ambito estetico, il film raggiunge livelli unici nel suo campo; graficamente e sonoramente, il lavoro compiuto è magistrale. Ma il valore dell'opera sì esaurisce lì, o quasi. I personaggi mancano di mordente, non brillano per definizione psicologica; potrebbero essere tanto profondi dal risultare - naturalmente - ambigui, ma appaiono solo vuoti, poco incisivi, privi di spessore; a volte perfino fastidiosi nella loro insensatezza. I verbosi inseguimenti a base di esplosioni e spettacolarità, annoiano dopo qualche minuto, e verso l'immancabile climax finale, il film diviene pressoché insulso. L'impalcatura estetica è fragile: non basta a reggere l'intera costruzione narrativa, che implode dacché priva della necessaria propulsione, come lo Steam Castle nel finale della storia.
Nel complesso. Opera non priva di meriti, ma pretenziosa, ingenua, prolissa e per lo più deludente.
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reppy
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lunedì 18 febbraio 2008
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un gioiello
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CHe dire di questo film? Un piccolo gioiello. Io l'ho adorato dal primo all'ultimo minuto. Un film che da anche qualcosa da pensare nonostante durante la visione si venga rapiti soprattutto dalle fantastiche macchine che sono il cuore del film. Ingranaggi enormi che finiscono con l'ipnotizzare. Non mi sono annoiata neanche per un momento. Con un finale altamente scenico da lasciare a bocca aperta. Ottimo
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redpill
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sabato 16 febbraio 2008
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la disney ci fa un baffo!!!
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Chiunque può constatarlo oramai: gli anime avevano già da tempo superato le produzioni animate occidentali nella profondità delle storie, ma ora film come Steamboy, Ghost in the Shell 2: Innocence, o Il castello errante di Howl dimostrano che la Disney, nonostante i miliardi, è rimasta al palo anche sul piano tecnico. YATTA!!!!!
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