giomo891
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sabato 10 settembre 2022
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la vera storia del re del jazz giomo891
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Prima dei titoli di coda si legge:
"Questo film è dedicato ai musicisti di tutto il mondo".
Bird è il soprannome di Charlie Parker, ma non ha alcun riferimento ad un volatile, è il diminutivo di Yardbird- entrata dal retro.
Il film vinse il Premio Oscar 1989 per il Miglior sonoro.
A Eastwood valse il Golden Globe 1989 per la miglior regia.
Eppure Le maggiori critiche che furono mosse al film, riguardarono comunque la sfera musicale. A Eastwood venne rimproverato di aver fatto isolare in studio il suono del sassofono di Parker eliminando l'accompagnamento delle incisioni originali, per sovraincidervi un nuovo accompagnamento strumentale da parte di musicisti jazz contemporanei.
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Prima dei titoli di coda si legge:
"Questo film è dedicato ai musicisti di tutto il mondo".
Bird è il soprannome di Charlie Parker, ma non ha alcun riferimento ad un volatile, è il diminutivo di Yardbird- entrata dal retro.
Il film vinse il Premio Oscar 1989 per il Miglior sonoro.
A Eastwood valse il Golden Globe 1989 per la miglior regia.
Eppure Le maggiori critiche che furono mosse al film, riguardarono comunque la sfera musicale. A Eastwood venne rimproverato di aver fatto isolare in studio il suono del sassofono di Parker eliminando l'accompagnamento delle incisioni originali, per sovraincidervi un nuovo accompagnamento strumentale da parte di musicisti jazz contemporanei.
Ma Clint se ne frego', e motivò la scelta adducendo il fatto di voler avere a disposizione nastri della più elevata qualità sonora all'epoca disponibili, ma i fan di jazz più accaniti non gli perdonarono di aver così snaturato l'essenza delle registrazioni originali, eliminando le parti suonate da leggende come Max Roach, Dizzy Gillespie, ecc.
Ma Clint, come sempre, rispetto a queste critiche dei "puristi" del jazz, risulto' aver fatto la giusta scelta, visto l'Oscar per "il sonoro".
Meritava la statuetta anche il protagonista Withaker, per la sua, difficile ed efficace interpretazione.
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angelino67
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martedì 10 maggio 2016
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ca..o, come suonava bird, allora (miles davis)
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Il jazz: musica ricchissima e complessa, di grande fascino. Una volta era il genere più ascoltato. Oggi non é più così ma gli appassionati restano, in disaccordo (come i musicisti) su quali siano i suoi limiti, se sia finito o no e quando, e chi veramente lo ha inventato. Su una cosa però tutti concordano: i suoi indiscutibili geni. Uno di questi è Charlie Parker, detto "Bird", che ha dato un contributo fondamentale alla nascita del bebop, che ha segnato l'emancipazione del jazz da una musica meramente commerciale a una più sperimentale ma anche più sincera, espressiva, consapevole, creativa e colta, che ha attratto un pubblico di bianchi, di intellettuali che avevano poco a che vedere con le origini del jazz stesso.
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Il jazz: musica ricchissima e complessa, di grande fascino. Una volta era il genere più ascoltato. Oggi non é più così ma gli appassionati restano, in disaccordo (come i musicisti) su quali siano i suoi limiti, se sia finito o no e quando, e chi veramente lo ha inventato. Su una cosa però tutti concordano: i suoi indiscutibili geni. Uno di questi è Charlie Parker, detto "Bird", che ha dato un contributo fondamentale alla nascita del bebop, che ha segnato l'emancipazione del jazz da una musica meramente commerciale a una più sperimentale ma anche più sincera, espressiva, consapevole, creativa e colta, che ha attratto un pubblico di bianchi, di intellettuali che avevano poco a che vedere con le origini del jazz stesso. Purtroppo Bird, come altri grandi del genere, era tossicodipendente e alcolista, e quando morì a 34 anni era totalmente malridotto che il medico che certifico' il decesso ne stimò 65. Il suo contributo al jazz è stato immenso: non sarebbe esistita la grandezza dei Coleman, Rollins, Coltrane senza il modello antesignano di Parker. Egli ha trovato nuovi spazi alla musica, sempre sotto il comando dell'emozione: aveva una straordinaria inventiva melodica e una avanzatissima concezione del ritmo. Eastwood, oltre che grande attore grande regista, ha realizzato con ambizione, entusiasmo, onestà e precisione un rispettoso e affettuoso omaggio a un genere musicale che ama e a un grande artista che ammira. L'intepretazione di Forrest Whitaker ha vinto il premio come miglior attore al festival di Cannes; grande anche Diane Venora nella parte della moglie. Vellutata la fotografia di Jack Green. Molto sviluppati i personaggi di supporto come Dizzie Gillespie, anche lui importante per la nascita del bebop ma con una personalita molto diversa; morigerato, ordinato, dalla stabile vita domestica e senza gli eccessi di tanti altri musicisti. Il film, molto lungo, diventa progressivamente avvincente per cumulazione. La sceneggiatura è libera, come era la musica di Bird. Fu un musicista originalissimo. Sondava le acque più profonde. La sua musica viene dalle torbide regioni dell'inconscio, tra delirio e coscienza, é estremamente variabile, può essere gelida e urtante o morbida e carezzevole. Aveva un inimitabile fraseggio lampeggiante che turbava e conciliava le invenzioni più estrose e spericolate in miracoloso elegante equilibrio. Come suonava il sax lui, non lo ha mai suonato nessuno. Così come fece Bix Beiderbecke con la tromba. Un film della memoria del protagonista: sono i tempi frammentari della stessa a strutturare il film. Le musiche originali di Parker mixate con registrazioni nuove sono un exploit tecnico (premiato con l'Oscar) che contribuisce a dare al film la continuità di un musica che sgorga piacere. La sua vita bruciata, il suo viaggio agli inferi ha incarnato un mito per i beats e gli hipsters. Parker finì addirittura per dedicare un pezzo al suo pusher di fiducia, procuratogli da un suo grande ammiratore quando si stabilì a Hollywood, dove era difficile trovare la droga (e gli devolse il 50% delle royalties del brano). Bird venne dilaniato dal conflitto tra la sua debolezza e i suoi vizi e l'anelito alla purezza, un anelito che egli trasformò in esigenza estetica, l'aspirazione a una purezza classica anche se in forma rivoluzionaria e in linguaggio ribelle. In definitiva era un solitario, e anche questo spiega la regia di Eastwood, affascinato dai personaggi soli, che vivono secondo le proprie regole.
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danko188
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sabato 5 marzo 2016
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charlie parker, luci e ombre del jazz
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Bird è senza mezzi termini il film più cupo e triste e che abbia mai visto.
Sono svariate infatti le note dolenti della pellicola di Eastwood, la seconda che ha come tema centrale la musica dopo il crepuscolare Honkytonk Man in cui lo stesso regista figurava anche in veste di attore protagonista:
Pochissimi sorrisi, pochissima luminosità per una pellicola dedicata a tutti i musicisti come recita la frase prima dei titoli di coda, c’ è da chiedersi se tutti i musicisti sapranno veramente apprezzarla, difficile dirlo.
Tecnicamente il film è quasi ineccepibile per come è stato concepito, recitato come meglio non si poteva, la nota stonata è rappresentata dalla luminosità, con la quale si avrebbe dovuto e potuto lavorare ampiamente, specialmente per le scene girate al buio che costituiscono il 90% di questo bio-pic su Charlie Parker.
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Bird è senza mezzi termini il film più cupo e triste e che abbia mai visto.
Sono svariate infatti le note dolenti della pellicola di Eastwood, la seconda che ha come tema centrale la musica dopo il crepuscolare Honkytonk Man in cui lo stesso regista figurava anche in veste di attore protagonista:
Pochissimi sorrisi, pochissima luminosità per una pellicola dedicata a tutti i musicisti come recita la frase prima dei titoli di coda, c’ è da chiedersi se tutti i musicisti sapranno veramente apprezzarla, difficile dirlo.
Tecnicamente il film è quasi ineccepibile per come è stato concepito, recitato come meglio non si poteva, la nota stonata è rappresentata dalla luminosità, con la quale si avrebbe dovuto e potuto lavorare ampiamente, specialmente per le scene girate al buio che costituiscono il 90% di questo bio-pic su Charlie Parker.
Se quello che ho fatto sulla fotografia è un discorso abbastanza soggettivo, una scelta che può come non può piacere, l’ altro punto debole dell'opera è dato dalla durata (2 ore e mezzo) che con una sceneggiatura un po’ prolissa tende a mettere a dura prova anche lo spettatore più affiatato e meglio predisposto.
Numerose a mio avviso le analogie con Ray (2004), recente bio-pic di Ray Charles di cui lo stesso Parker era contemporaneo nonostante la prematura scomparsa. Entrambe vite artistiche, segnate dalla musica, dallo sperpero e tanti eccessi.
Se in Ray (150 min) però si alternavano momenti musicalmente più ritmati, leggeri e godibili lo stesso non si può dire di Bird, girato già dalle prime scene con una dose altamente drammatica e decadente, voluto così proprio da Eastwood che ha voluto ricordare uno dei suoi idoli musicali con un film che rispecchiasse in tutto e per tutto quello che era il vissuto maliconico e doloroso del grande sassofonista.
Valuto quindi Bird con 3 stelle che premiano regia, sonoro e recitazione.
Voto 7.5
Danko188
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shiningeyes
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giovedì 28 novembre 2013
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scollegato negli eventi
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Vista la passione che nutre nel jazz e la sua approfondita conoscenza di questa musica mi sarei aspettato qualcosa di più dal carissimo Eastwood in questa pellicola. La scelta di narrare fatti cronologicamente scollegati è stata sì una sua scelta, ma non mi sento di dire che sia stata giusta: il ritmo del film è sfasato e confusionario, difficile ritrovarsi concentrati su tale guazzabuglio. Ok, non è una regola fare i film con una linea temporale precisa, ma sostanzialmente un poco di ordine sugli eventi si può anche dare. In più, punterei il dito sulla poca luce delle scene notturne, so che è un tratto della regia di Eastwood l'uso di poche luci, ma qui in molte scene ci si ritrova a brancolare nel buio (la prevalenza di attori neri non facilita le cose).
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Vista la passione che nutre nel jazz e la sua approfondita conoscenza di questa musica mi sarei aspettato qualcosa di più dal carissimo Eastwood in questa pellicola. La scelta di narrare fatti cronologicamente scollegati è stata sì una sua scelta, ma non mi sento di dire che sia stata giusta: il ritmo del film è sfasato e confusionario, difficile ritrovarsi concentrati su tale guazzabuglio. Ok, non è una regola fare i film con una linea temporale precisa, ma sostanzialmente un poco di ordine sugli eventi si può anche dare. In più, punterei il dito sulla poca luce delle scene notturne, so che è un tratto della regia di Eastwood l'uso di poche luci, ma qui in molte scene ci si ritrova a brancolare nel buio (la prevalenza di attori neri non facilita le cose). In ogni caso, non dico che è un totale fallimento come progetto, ha le sue cose buone come: l'interpretazione ottima di Forest Whitaker, le musiche riaraggiante in maniera superba e con il tipico sapore bee-boop anni cinquanta (oscar per il sonoro meritato) e il giusto inquadramento del "jazzista maledetto" incarnato da Bird. Il vero Clint, che sfornerà grandi capolavori come "Gli Spietati", "Million Dollar Baby" e "Letters from Ivo Jima" dovrà ancora fare pratica registica per diventare la leggenda registica che è, ma qui siamo comunque a buon punto e comunque le conoscenze introdotte sulla vita di Bird sono di prim'ordine. "Bird" è senz'altro immancabile per gli amanti del jazz e dell'artista, un po' meno per chi non è abituato a certe musiche o regie "quasi" pessime.
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luca scialò
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sabato 1 gennaio 2011
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un bird il cui volo è finito troppo presto
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Biografia di Charlie Parker, fenomenale sassofonista degli anni '40-'50 inventore, assieme a Dizzy Gillespie, del genere be-bop.
La sua vita scorre tra tra gli eccessi della droga e dell'alcool, svariati tradimenti alla moglie Chan, l'unica che ha tentato fino in fondo di salvarlo. Il colpo di grazia gli giunge dall'arrivo del rock'n roll, straripante genere che lo metterà letteralmente alla porta.
Un grande regista che si rispetti, non può farsi mancare nel proprio curriculum la biografia di un grande artista. Così Clint Eastwood ci racconta la storia di un grande musicista, bravo quanto disperato. E lo fa con un lungometraggio dalla lunga durata (quasi 2 ore e mezzo), ma che scorre piacevolmente e in modo coinvolgente, senza stancare lo spettatore.
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Biografia di Charlie Parker, fenomenale sassofonista degli anni '40-'50 inventore, assieme a Dizzy Gillespie, del genere be-bop.
La sua vita scorre tra tra gli eccessi della droga e dell'alcool, svariati tradimenti alla moglie Chan, l'unica che ha tentato fino in fondo di salvarlo. Il colpo di grazia gli giunge dall'arrivo del rock'n roll, straripante genere che lo metterà letteralmente alla porta.
Un grande regista che si rispetti, non può farsi mancare nel proprio curriculum la biografia di un grande artista. Così Clint Eastwood ci racconta la storia di un grande musicista, bravo quanto disperato. E lo fa con un lungometraggio dalla lunga durata (quasi 2 ore e mezzo), ma che scorre piacevolmente e in modo coinvolgente, senza stancare lo spettatore. Ottima l'interpretazione di Forest Whitaker, attore al quale il cinema ha sempre affidato ruoli secondari o bruti, forse per l'aspetto fisico. Comunque, sempre ben interpretati.
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taniamarina
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domenica 26 settembre 2010
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no tutti lo apprezzano
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"Questo film è dedicato a tutti i musicisti", così recita la frase in coda. E solo chi suona in giro per i locali può davvero comprendere questo film dolorosissimo, con due "salici piangenti" (Whitaker e Venora) che appaiono semplicemente mitologici. La fotografia è nel pieno rispetto dell'iconografia suburbana statunitense, musica jazz complicata e talvolta splendidamente indigeribile, proprio come questa pellicola. Ogni frase di Baker è un cazzotto nello stomaco, la storia vera di uno dei tanti incompresi ammirati solo alla morte. Una vita già morta, prima ancora di nascere, un charleston che scandirà la tribolazione di un uomo incompreso e che non voleva essere affatto compreso, né soggiacere a compromessi.
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"Questo film è dedicato a tutti i musicisti", così recita la frase in coda. E solo chi suona in giro per i locali può davvero comprendere questo film dolorosissimo, con due "salici piangenti" (Whitaker e Venora) che appaiono semplicemente mitologici. La fotografia è nel pieno rispetto dell'iconografia suburbana statunitense, musica jazz complicata e talvolta splendidamente indigeribile, proprio come questa pellicola. Ogni frase di Baker è un cazzotto nello stomaco, la storia vera di uno dei tanti incompresi ammirati solo alla morte. Una vita già morta, prima ancora di nascere, un charleston che scandirà la tribolazione di un uomo incompreso e che non voleva essere affatto compreso, né soggiacere a compromessi. Ad Eastwood non sembra vero di poter raccontare della sua passione per il jazz, e a seguire le vicende di Baker, sembra di spiare la vita del regista stesso. La scena dei telegrammi alla moglie è da manuale. Film che fa male, forse non tutti potranno apprezzare
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dutchman
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mercoledì 14 aprile 2010
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film meravigliosamente robusto e dignitoso
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Forest Whitaker interpreta in maniera brillante il ruolo del grande sassofonista jazz Charlie "Bird" Parker, Clint Eastwood lo omaggia con una regia accurata e sensibile in questo film biografico grigio e malinconico.
Charlie "Bird" Parker è stato un eroe di Clint Eastwood fin dall'infanzia, Eastwood descrive attraverso il film i numerosi alti e bassi della carriera travagliata ma brillante del grande musicista Charlie Parker (uno dei geni della musica in assoluto) che ha cambiato il volto della musica moderna, nonostante la storia si svolga nel 1940 all'inizio della seconda guerra mondiale in una società americana razzista. Clint Eastwood oltre a descriverne il grande talento, molto correttamente dà ampio spazio alla parte più oscura di Bird, raccontando le Sue debolezze come la droga, l'alcol i continui tradimenti verso la moglie Chan Richardson Parker interpretata in modo superbo dalla brava e sottovalutata (Diane Venora).
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Forest Whitaker interpreta in maniera brillante il ruolo del grande sassofonista jazz Charlie "Bird" Parker, Clint Eastwood lo omaggia con una regia accurata e sensibile in questo film biografico grigio e malinconico.
Charlie "Bird" Parker è stato un eroe di Clint Eastwood fin dall'infanzia, Eastwood descrive attraverso il film i numerosi alti e bassi della carriera travagliata ma brillante del grande musicista Charlie Parker (uno dei geni della musica in assoluto) che ha cambiato il volto della musica moderna, nonostante la storia si svolga nel 1940 all'inizio della seconda guerra mondiale in una società americana razzista. Clint Eastwood oltre a descriverne il grande talento, molto correttamente dà ampio spazio alla parte più oscura di Bird, raccontando le Sue debolezze come la droga, l'alcol i continui tradimenti verso la moglie Chan Richardson Parker interpretata in modo superbo dalla brava e sottovalutata (Diane Venora). Charlie Parker insiste giustamente per ottenere accettazione e gloria per la sua fantastica musica, ma inciampa sempre più spesso nell' alcol e nellla droga, che lo tengono in ostaggio più mentalmente che fisicamente, portandolo poco per volta all' auto-distruzione.
Neppure l'amore vero e profondo di Sua moglie (che gli aveva salvato la vita una prima volta quando Parker tenta di uccidersi bevendo lo iodio), riesce a salvarlo verso il baratro. Baratro che raggiunge quando muore, il medico che viene a esaminare il corpo inerme di Parker subito dopo la sua morte dichiara che il musicista dimostra di avere tra i 50 e 60 anni, ma in realtà è uomo giovane di solo 34 anni.
L'intera storia del film è descritta e intonata con tinte scure sempre nell'ombra, quasi a volere simbolleggiare la drammatica vita del famoso musicista, la sceneggiatura è valida ma scollata facendo risultare in alcuni momenti questo movie abulico e lento.
Negli anni 80', i recensori davano appena due stelle al suddetto film, Eastwood dopo avere diretto e interpretato il capolavoro "Gli Spietati" con tanto di premio oscar, involontariamente ha fatto amplificare il valore del movie "Bird", che dagli inzi dei anni 90' è sempre stato recensito con 4 o 5 stelle,
"Bird" non è un film appena normale e neppure un capolavoro, ma è un buon film robusto ben diretto e ben interpretato.
Clint Eastwood conquista un Golden Globe come Miglior Regista per questa biografia di Charlie “Bird” Parker, genio e pioniere del jazz.
Forest Withaker grazie alla buona interpretazione di "Bird" viene premiato come Miglior Attore al Festival di Cannes.
Stessa sorte per la brava Diane Venora, premiata come Miglior Attrice non Protagonista dai New York Film Critics.
IL film "Bird" prende quota grazie alla Sua colonna sonora, insignita con l''oscar per il Suono.
Nelle mani di Eastwood, il movie "Bird" si appropria di una meravigliosa dignità.
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riccardo.it
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martedì 25 agosto 2009
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estremamente noioso
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Film lentissimo, alcune scene con poco senso. Molto bella la musica ma riuscire a vedere i 160 minuti di questa pellicola è una vera impresa. Preferisco i film più recenti di Clint Eastwood.
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ellepi
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lunedì 10 novembre 2008
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bird
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Film Drammatico ma stupendo capolavoro da vedere e rivedere
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