Un padre, una figlia, una madre andata via, una separazione da elaborare: Abba Cagnazzi firma un piccolo gioiellino low budget tra doc e fiaba per dire che la fantasia è l'unico antidoto alla separazione. Ad Alice nella Città Concorso Panorama Italia
di Davide Maria Zazzini La Rivista del Cinematografo
Si è detto presentandolo e non rendendogli forse un gran servizio che Leila, ultima fatica di Alessandro Abba Legnazzi - regista e illustratore dalla vocazione intermediale, la cui carriera meriterebbe sicuramente più considerazione - ricordi alla lontana La vita è bella.
In realtà il cineasta rassetta, ribalta e risemantizza l'opera di Benigni: vi innesta la traccia autobiografica a partire dal rapporto rivitalizzante tra padre e figlia ("Davanti agli occhi pieni di lacrime di mia figlia Clementina, non sapevo come rispondere alla sua domanda più grande: dov'è la mamma?") , celebra la fantasia come unico vaccino alla scomposizione familiare, ma ne asporta completamente il tremendo contesto socio-politico per votarsi alla fiaba. [...]
di Davide Maria Zazzini, articolo completo (2920 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 18 ottobre 2025