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giovedì 3 aprile 2025
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considerazioni su "le assaggiatrici"
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S? sono d'accordo con Zappoli, ma vorrei spendere una parola su altre recensioni che ho letto, da cui si evince che gli autori delle suddette non hanno letto il romanzo della Postorino. Spesso le critiche rivolte a Soldini sono pretestuose e improprie o perlomeno bisognerebbe per prima cosa mettere in discussione il romanzo. Io trovo che l'adattamento di Soldini rispecchi bene il romanzo e non debba essere confrontato con altri grandi film sul nazismo. Laura
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ivan il matto
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mercoledì 2 aprile 2025
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un dramma geometrico
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Solo nel 2012 Margot Wolk trovò la forza per rivelare che durante la seconda guerra mondiale, lei ed altre 14 giovani tedesche, erano state scelte dalle SS per assaggiare ogni giorno il cibo destinato ad Hitler, al fine di evitare ogni rischio di avvelenamento per il fuhrer. Su questa base nacque il romanzo “Le assaggiatrici” di Rosella Postorino, destinato a vincere il premio Campiello 2018, ora soggetto del film omonimo di Silvio Soldini, in questi giorni in uscita nelle sale italiane. Per la prima volta il regista milanese si misura con una vicenda storica reale, quindi in costume, peraltro recitata in tedesco e girata per la gran parte in Alto Adige.
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Solo nel 2012 Margot Wolk trovò la forza per rivelare che durante la seconda guerra mondiale, lei ed altre 14 giovani tedesche, erano state scelte dalle SS per assaggiare ogni giorno il cibo destinato ad Hitler, al fine di evitare ogni rischio di avvelenamento per il fuhrer. Su questa base nacque il romanzo “Le assaggiatrici” di Rosella Postorino, destinato a vincere il premio Campiello 2018, ora soggetto del film omonimo di Silvio Soldini, in questi giorni in uscita nelle sale italiane. Per la prima volta il regista milanese si misura con una vicenda storica reale, quindi in costume, peraltro recitata in tedesco e girata per la gran parte in Alto Adige. In quarant’anni di cinema Silvio Soldini ha seguito sempre una sua traiettoria espressiva essenzialmente “geometrica” ma riconoscibilissima, abitata da personaggi femminili (sempre in primo piano) autorevoli e dalla personalità nitidamente definita. Una narrazione scarna, essenziale, talvolta probabilmente gelida ma necessaria nel disegno di personaggi, contraddittori, sofferti, poco disposti ad accettare la loro condizione o quei piccoli e misteriosi segnali quotidiani tesi ad indicare un cambiamento, una svolta! “Le assaggiatrici”, in questo senso, rappresenta un po' l’apoteosi rispetto a quanto detto: il gelo e lo schematismo geometrico si avvertono anche nella stagione calda, dal momento che il racconto è frammentato in finestre temporali con l’indicazione sullo schermo del mese e dell’anno a partire dall’autunno del 1943 fino alla fatidica primavera del 1945. Del resto la condizione delle 7 donne che seguiamo, costrette a forza nel quartier generale di Hitler, non concede sconti: svolgere il proprio rischioso ‘compito’ o essere soppresse e rapidamente sostituite. Ecco perché una messa in scena alla “Cronenberg”, talvolta, trova una sua ovvia motivazione. Alla fine acrobate o assaggiatrici le donne di Silvio..(Soldini naturalmente..) vivono sempre situazioni raggelanti o dall’empatia anomala, magari respirando l’aria serena dell’ovest o briciando nel vento, vivendo i loro giorni e nuvole o cercando assurdamente pane e tulipani. Vittime, in questo caso, della guerra degli uomini, le sette donne della pellicola, rigorosamente delineate, vivono un percorso dignitoso e a tratti solidale, dove l’aberrazione diventa routine e si staglia la figura dell’ottima protagonista Rosa Sauer (Elisa Schlott, l’attrice che ricorda vagamente Hanna Schygulla), capace di gesti intrepidi nella condizione data, tali da sottolineare la diversità dello sguardo femminile, tanto caro al regista milanese.
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athos
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lunedì 31 marzo 2025
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intenso
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Soldini confeziona un gran bel film, per intensità e interpretazioni, non cadendo in trappole troppo sentimentali o troppo trucide ma mantenendo l'equilibrio sino alla fine. Tratto da una storia vera è un film che farà strada.
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gabriella
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lunedì 31 marzo 2025
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una storia dimenticata
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Un fatto storico che forse sarebbe rimasto nell'oblio se nel 2012, l'ormai novantacinquenne Margot Wolk, in un'intervista rivdelò la sua storia, di essere stata selezionata nel 1942 assieme a una decina di altre donne tedesche, per assaggiare il cibo di Adolf Hitler prima che gli fosse somministrato, perchè si era sparsa la voce che gli inglesi volevano avvelenarlo. Da questa vicenda Rosella Postorino scrisse un libro con il quale vinse il premio Campiello nel 2018, e adesso Silvio Soldini dalle pagine intense, catalizzanti del romanzo, realizza il suo primo film in costume per raccontare la mostruosità della guerra da un punto di vista inedito, da un'angolazione tutta al femminile.
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Un fatto storico che forse sarebbe rimasto nell'oblio se nel 2012, l'ormai novantacinquenne Margot Wolk, in un'intervista rivdelò la sua storia, di essere stata selezionata nel 1942 assieme a una decina di altre donne tedesche, per assaggiare il cibo di Adolf Hitler prima che gli fosse somministrato, perchè si era sparsa la voce che gli inglesi volevano avvelenarlo. Da questa vicenda Rosella Postorino scrisse un libro con il quale vinse il premio Campiello nel 2018, e adesso Silvio Soldini dalle pagine intense, catalizzanti del romanzo, realizza il suo primo film in costume per raccontare la mostruosità della guerra da un punto di vista inedito, da un'angolazione tutta al femminile. Rosa Sauer arriva da Berlino in un paese della Prussia Orientale a casa dei suoceri che quasi non conosce mentre il marito Gregor è al fronte. A poca distanza dal villaggio, all’interno della foresta si trova il quartier generale di Hitler, la cosidetta Tana del Lupo, così una mattina Rosa viene prelevata da alcuni ufficiali delle SS , dalla casa dei suoceri e condotta in una stanza con una tavola apparecchiata e costretta ad assaggiare piatti raffinati ma potenzialmente letali. Il clima è teso, in un luogo dove serpeggia la paura, un gruppo di donne sconosciute tra loro e inizialmente ostili le une alle altre, trovano un’intesa e un’alleanza necessarie alla sopravvivenza. La guerra rimane fuori campo, così come in “Vermiglio” di Maura Dalpero, mentre all’interno della mensa un gruppo di donne affronta ogni giorno un conflitto personale, il cibo presentato permette loro di sfuggire alla fame ma può ucciderle in ogni momento. E mentre il marito di Rose viene dato per disperso, lei , angosciata e spaventata, annientata dalla solitudine, si rifugia tra le braccia di Albert Ziegler, il temibile comandante nazista. Una relazione apparentemente inspiegabile, eppure trova il suo spazio in un mondo dominato dall’odio e dall’oppressione, il corpo di Rose diventa oggetto di desiderio, strumento di potere, non solo la risposta dell’apparato digerente sul cibo ingurgitato. Forse, per come viene presentata,, rispetto il libro, risente di qualche forzatura, non riesce ad entrare appieno in questa dinamica sul crinale tra il bene e il male, di un sentimento che a dispetto di tutto riesce a eludere le difese, nel fienile dove i due amanti si ritrovano, emergono paure e fragilità senza la corazza della divisa. E quando finalmente la guerra segna la fine del regime nazista, inizia per Rose una consapevolezza nuova che le restituirà la dignità e il coraggio della solidarietà, e dello slancio della ribellione. Brave le interpreti, che riescono a trasmettere il senso di impotenza, di sottomissione, la mancanza di una vita privata , sacrificate e arruolate in una guerra dove si rischia di morire ogni giorno davanti un tavolo.
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(di ivan il matto)
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enrico danelli
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lunedì 31 marzo 2025
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amor super partes
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Finalmente un film in cui i cattivi sono cattivi, ma .. iniziamo dall'inizio. Tutto vero quello che si è scritto, le donne oggetto e gli uomini soggetto in una relazione più unica che rara, la particolare condizione delle assaggiatrici per il fuhrer. Non ci torno sopra. Quindi nessuna implicazione sentimentale o sessuale, nella mente dei carnefici un "normale" e asettico rapporto di lavoro anche ben retribuito. Nella mente delle donne una terrificante costrizione e, almeno per alcune, le naziste più fanatiche, perfino un onore poter contribuire alla incolumità del fuhrer.
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Finalmente un film in cui i cattivi sono cattivi, ma .. iniziamo dall'inizio. Tutto vero quello che si è scritto, le donne oggetto e gli uomini soggetto in una relazione più unica che rara, la particolare condizione delle assaggiatrici per il fuhrer. Non ci torno sopra. Quindi nessuna implicazione sentimentale o sessuale, nella mente dei carnefici un "normale" e asettico rapporto di lavoro anche ben retribuito. Nella mente delle donne una terrificante costrizione e, almeno per alcune, le naziste più fanatiche, perfino un onore poter contribuire alla incolumità del fuhrer. E' invece cosa succede ? Un rapporto di dominio si trasforma in un rapporto sentimentale vittima carnefice; la vittima diventa meno degna della nostra compassione (in fondo è pur sempre una tedesca che in nessuna parte del film rinnega il nazismo) e anche il cattivo diventa meno cattivo, un uomo come tanti stritolato dai meccanismi del potere, con tanti rimorsi sulle spalle e problemi di coscienza mai risolti. Il focus del fim non è ovviamente sul tenente tedesco, sarebbe fuorviante sostenerlo, ma voglio comunque sottolineare questa storia d'amore sottotraccia che nel suo finale crudo e drammatico, ma edificante (amor omnia vincit) ha già fatto storcere il naso ad altri autorevoli commentatori.
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enrico danelli
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lunedì 31 marzo 2025
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super partes
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Finalmente un film in cui i cattivi sono cattivi, ma .. iniziamo dall'inizio. Tutto vero quello che si è scritto, le donne oggetto e gli uomini soggetto in una relazione più unica che rara, la particolare condizione delle assaggiatrici per il fuhrer. Non ci torno sopra. Quindi nessuna implicazione sentimentale o sessuale, nella mente dei carnefici un "normale" e asettico rapporto di lavoro anche ben retribuito. Nella mente delle donne una terrificante costrizione e, almeno per alcune, le naziste più fanatiche, perfino un onore poter contribuire alla incolumità del fuhrer. E' invece cosa succede ? Un rapporto di dominio si trasforma in un rapporto sentimentale vittima carnefice; la vittima diventa meno degna della nostra compassione (in fondo è pur sempre una tedesca che in nessuna parte del film rinnega il nazismo) e anche il cattivo diventa meno cattivo, un uomo come tanti stritolato dai meccanismi del potere, con tanti rimorsi sulle spalle e problemi di coscienza mai risolti.
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Finalmente un film in cui i cattivi sono cattivi, ma .. iniziamo dall'inizio. Tutto vero quello che si è scritto, le donne oggetto e gli uomini soggetto in una relazione più unica che rara, la particolare condizione delle assaggiatrici per il fuhrer. Non ci torno sopra. Quindi nessuna implicazione sentimentale o sessuale, nella mente dei carnefici un "normale" e asettico rapporto di lavoro anche ben retribuito. Nella mente delle donne una terrificante costrizione e, almeno per alcune, le naziste più fanatiche, perfino un onore poter contribuire alla incolumità del fuhrer. E' invece cosa succede ? Un rapporto di dominio si trasforma in un rapporto sentimentale vittima carnefice; la vittima diventa meno degna della nostra compassione (in fondo è pur sempre una tedesca che in nessuna parte del film rinnega il nazismo) e anche il cattivo diventa meno cattivo, un uomo come tanti stritolato dai meccanismi del potere, con tanti rimorsi sulle spalle e problemi di coscienza mai risolti. Il focus del fim non è ovviamente sul tenente tedesco, sarebbe fuorviante sostenerlo, ma voglio comunque sottolineare questa storia d'amore sottotraccia che nel suo finale crudo e drammatico, ma edificante (amor omnia vincit) ha già fatto storcere il naso ad altri autorevoli commentatori.
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gionni47
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domenica 30 marzo 2025
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soldini non ha fatto molti progressi
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Soldini non supera se stesso. Il film è abbastanza noioso. Non l'ho visto tutto per mia scelta ma sono sicuro che gran parte del pubblico si sia un po' annoiato.
[+] noioso e inutile
(di no_data)
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