The Instigators si rivela un lungo “vorrei ma non posso” di Doug Liman, che nonostante qualche buona intuizione non riesce mai a costruire la giusta tensione e a dare vita a un climax degno di questo nome.
Il risultato è un prodotto ordinario, destinato a farsi notare all’interno dell’immensa offerta delle piattaforme streaming più per i nomi altisonanti del cast che per le proprie effettive qualità.
L’heist movie di Doug Liman guarda tanto alla saga di Ocean quanto a Out of Sight, mettendo in scena una commedia a sfondo criminale.
Pur non rinnegando mai la propria natura puramente derivativa, The Instigators cerca di rimescolare le carte, affidandosi all’umorismo involontario di due veri e propri perdenti, interpretati con il freno a mano tirato da Matt Damon e Casey Affleck.
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The Instigators si rivela un lungo “vorrei ma non posso” di Doug Liman, che nonostante qualche buona intuizione non riesce mai a costruire la giusta tensione e a dare vita a un climax degno di questo nome.
Il risultato è un prodotto ordinario, destinato a farsi notare all’interno dell’immensa offerta delle piattaforme streaming più per i nomi altisonanti del cast che per le proprie effettive qualità.
L’heist movie di Doug Liman guarda tanto alla saga di Ocean quanto a Out of Sight, mettendo in scena una commedia a sfondo criminale.
Pur non rinnegando mai la propria natura puramente derivativa, The Instigators cerca di rimescolare le carte, affidandosi all’umorismo involontario di due veri e propri perdenti, interpretati con il freno a mano tirato da Matt Damon e Casey Affleck. Il rapporto perennemente in divenire fra Rory e Cobby fa da collante a una trama abbastanza essenziale, il cui unico spunto più coraggioso della media è quello di scandagliare la fitta rete di corruzione e criminalità in cui si muove la politica nelle grandi città statunitensi.
Per buona parte del racconto The Instigators procede però per situazioni e per accumulo, dando vita sostanzialmente a una lunga fuga con un numero sempre maggiore di inseguitori.
L’azione si attesta sempre su livelli discreti, ma manca la magia del cinema di Steven Soderbergh, nonché la forza dei suoi dialoghi, capaci di cogliere miserie e splendori del genere umano. Anche nei momenti migliori, come l’inserimento al centro dell’azione di Hong Chau, si ha la sensazione di assistere a una semplice rimasticatura di un cinema già visto.
Completano il quadro dei villain sbiaditi e macchiettistici, interpretati costantemente sopra le righe nel tentativo di compensare le carenze di scrittura.
Doug Liman dirige comunque un action-comedy da manuale, divertente, mai sopra le righe, credibile nella sua assurda sequela di sfortuna/impreparazione/dimostrazione di stupidità.
Un film che intrattiene a dovere, per farvi trascorrere un paio d’ore di puro divertimento.
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