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mauridal
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mercoledì 15 gennaio 2025
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blues totale
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PINO DANIELE NERO A MET? – Un film di Marco Spagnoli
Quando un personaggio dello spettacolo – che sia attore, musicista, regista o altro – ? molto popolare presso il grande pubblico e scompare prematuramente, si crea un vuoto profondo, percepito da tutti, anche da chi non seguiva direttamente l’artista.
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PINO DANIELE NERO A MET? – Un film di Marco Spagnoli
Quando un personaggio dello spettacolo – che sia attore, musicista, regista o altro – ? molto popolare presso il grande pubblico e scompare prematuramente, si crea un vuoto profondo, percepito da tutti, anche da chi non seguiva direttamente l’artista.Nel caso di Pino Daniele, musicista e cantautore, questa assenza ha toccato l’anima del suo pubblico e, in generale, di tutta la citt? di Napoli. La sua figura ? strettamente intrecciata con il tessuto culturale napoletano: il dialetto, il modo di pensare e la musica da lui creata derivano dalla cultura popolare della citt?, da cui Pino Daniele traeva ispirazione.Questo film documentario vuole ravvivarne la memoria, in occasione dei dieci anni dalla sua scomparsa, raccontando la sua storia attraverso immagini di repertorio, brani tratti dai suoi concerti e interviste agli amici e ai musicisti che lo accompagnavano, come James Senese, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Tony Cercola ed Enzo Avitabile. Questi artisti, insieme a Daniele, hanno creato un genere musicale unico, capace di unire sonorit? napoletane al Blues e al Jazz, generi che hanno ispirato il suo stile originale e lo hanno reso celebre non solo in Italia, ma anche nei luoghi dove quei generi musicali sono nati.Accanto alle testimonianze di amici, a tratti allegre e a tratti malinconiche, il film propone una serie di interviste a critici e giornalisti del mondo dello spettacolo, nel tentativo di spiegare e comprendere il successo e l’unicit? della musica di Pino Daniele.Il regista, nella realizzazione del film, ? stato affiancato da Stefano Senardi, produttore e amico di Daniele, che ha contribuito direttamente ricordandone la carriera e i principali album, tra cui "Nero a met?", l'apprezzato disco del 1980.Tuttavia, forse le numerose parti parlate non riescono a trasmettere pienamente il senso profondo della musica di Pino Daniele. Solo alcuni brani dal vivo, presentati attraverso immagini di repertorio televisivo, riescono a restituire al pubblico l’emozione e il coinvolgimento che la sua musica ? in grado di suscitare.In definitiva, "Pino Daniele – Nero a Met?" ? un film perfetto per i fan e gli appassionati del musicista. Per i giovanissimi, rappresenta un'opportunit? per scoprire un artista che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica italiana. (Mauridal)
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jonnylogan
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domenica 4 maggio 2025
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dal delta del mississippi a napoli
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Un santino dedicato al più partenopeo dei songwriter. Capace di accentrare su di sé interesse delle generazioni cresciute nei ‘70 e ‘80 che vedevano nel nativo del centro storico di Napoli, uno dei migliori cantastorie della città del Vesuvio, desiderosa di dimenticarsi quella patina da cartolina data da decenni di folklore e luoghi comuni, per dare spazio a problemi da narrare, sui quali porre un occhio vigile con le armi in mano a un artista spesso derubricato a semplice fenomeno locale e di costume, perché comunque non desideroso di abbandonare, per sua stessa ammissione, l’uso del dialetto e della cadenza napoletana, quale modo per rendersi sempre riconoscibile.
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Un santino dedicato al più partenopeo dei songwriter. Capace di accentrare su di sé interesse delle generazioni cresciute nei ‘70 e ‘80 che vedevano nel nativo del centro storico di Napoli, uno dei migliori cantastorie della città del Vesuvio, desiderosa di dimenticarsi quella patina da cartolina data da decenni di folklore e luoghi comuni, per dare spazio a problemi da narrare, sui quali porre un occhio vigile con le armi in mano a un artista spesso derubricato a semplice fenomeno locale e di costume, perché comunque non desideroso di abbandonare, per sua stessa ammissione, l’uso del dialetto e della cadenza napoletana, quale modo per rendersi sempre riconoscibile.
Scritto e diretto dal regista, ma ancor prima giornalista, Marco Spagnoli con l’aiuto di Stefano Senardi, discografico e storico produttore di Daniele. Il documentario, andato in onda sul grande schermo dal 4 al 6 gennaio 2025, a dieci anni esatti dalla scomparsa di Daniele, prende il via dal desiderio di Senardi di tornare a Napoli per la prima volta dopo la scomparsa dell’amico. Alla riscoperta delle origini del fenomeno cantautoriale partenopeo e quindi non circoscrivendo il fenomeno come esclusivamente legato al solo Daniele, ma sottolineando come Daniele ne sia stato il portavoce più illustre e l’apice di una controrivoluzione che lo vide alla stregua di un menestrello. Giungendo alla consacrazione definitiva a livello italiano grazie all’LP, uscito nel 1980, che da il titolo al documentario, in un eterno doppio senso legato sia a due amici e collaboratori storici come Mario Musella e James Senese, figli di coppie miste, l’uno di un soldato americano con sangue cherokee e l’altro di un soldato americano di colore, come del resto mista è la musica di Napoli, e di Daniele, in perenne bilico fra blues e tradizione.
Le interviste lampo con Gino Castaldo, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Teresa De Sio, Enzo Avitabile e lo stesso James Senese, per citarne alcuni. La rilettura della poetica di Daniele e gli aneddoti legati ai primi incontri e su come fosse capace di sdrammatizzare anche i momenti più difficili di coloro che rientravano nella sua orbita, colgono nel segno ma non riescono del tutto a completare il quadro di un’artista la cui eco non si è di certo esaurita con la sua scomparsa prematura e con il quale anche le generazioni future dovranno fare inevitabilmente i conti. Pellicola quindi promossa con riserva, ma documentario comunque prezioso e da recuperare
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