
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Rossella Inglese |
Attori | Giorgia Faraoni, Fabrizio Rongione, Giovanni Calcagno, Giovanna Di Rauso . |
Uscita | lunedì 5 maggio 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Europictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,17 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 6 maggio 2025
Una ragazza causa un incidente. Inizierà a frequentare l'inconsapevole marito della vittima.
CONSIGLIATO SÌ
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Eva è una diciannovenne che, in crisi per un video intimo diffuso a sua insaputa in rete, tenta il suicidio gettandosi sotto un'auto. Accade invece che, nel tentativo di evitarla, sia la conducente a perdere la vita senza che la ragazza tenti di soccorrerla. Finirà con l'avvicinarsi a Bruno, veterinario francese, che della donna era il marito che quella notte era stato violento con lei.
Rossella Inglese, al suo primo lungometraggio, sa come far 'parlare' i corpi e gli attori chiamati ad incarnare i personaggi da lei scritti con Dario D'Amato.
Chi ha un po' di conoscenza della pittura sa che "L'origine del mondo" è il titolo che Gustave Courbet nel 1866 diede al suo quadro 'scandaloso' che ritraeva una donna di cui non si vedeva il volto mostrandone le gambe aperte e la vulva. La sua modella, sulla cui identità a lungo si discettò, era certamente condiscendente e, soprattutto, conservava l'anonimato dato che il quadro si fermava all'altezza del seno. Eva, al contrario, vede il suo rapporto con un coetaneo messo sulla piazza mediatica senza alcun rispetto per una seppur minimale idea di privacy. Da qui, da immagini riprese con il telefonino, ha inizio la storia di Eva e di Bruno.
Rossella Inglese forse non sa che un grande interprete teatrale, Ermete Zacconi, a chi gli chiedeva com'era possibile che alcuni personaggi da lui portati sul palcoscenico risultassero più attuali che non nelle messe in scena altrui rispondeva: "Le parole sono le stesse. È tra il dirle e il dirle la differenza". Ecco: il plot di base di questo film può risultare in qualche misura deja vu nel suo complesso ma lo sguardo della regista e l'intensità dei suoi attori fanno, anche in questo caso, la differenza.
Perché la camera, in più occasioni a mano, segue il rapporto dei due protagonisti (e in particolare di Eva) con il proprio corpo. Se Bruno a un certo punto si procura una lesione (oltre a quella, non causata da lui, che gli segna il volto) è per provare a sentire qualcosa come lui stesso afferma. Per Eva c'è il disagio profondo di chi ha visto il proprio corpo esposto a tutti in una società che si pretende come priva di tabù salvo essere pronta invece a giudicare e ad emarginare in nome di una pseudo morale.
Il fatto che ciò accada in ambito giovanile (con una eccezione a cui Eva fatica a dare credito) è particolarmente indicativo di una scrittura del film che non si adagia su facili stereotipi che vorrebbero solo i 'grandi', gli adulti con il dito puntato. Il suo è un corpo che si chiude e che vorrebbe non più essere. Fino a quando provoca la morte altrui e si porta dentro un senso di colpa che scoprirà esser condiviso, per tutt'altre ragioni, da chi di quella vittima era il compagno che aveva anche lasciato la natia Francia per seguirla vent'anni prima.
Su Fabrizio Rongione si corre il rischio di essere ripetitivi quando se ne sottolinea la versatilità e la capacità di bucare lo schermo fin da quando, nel 1999, facemmo il primo incontro con lui sul grande schermo con Rosetta dei fratelli Dardenne, la Palma d'Oro a Cannes 52. La sua capacità di interiorizzare il dolore per farlo emergere da sguardi e da piccoli gesti è quella propria dei grandi interpreti.
Forse ripetitivi lo si è meno quando si dice che un'attrice che risponde al nome di Giorgia Faraoni che recita da pochissimi anni, potrebbe diventare una certezza del nostro cinema grazie in particolare a questo film che le scava nel corpo e nell'anima ottenendo esiti davvero di grande qualità espressiva. È sufficiente vederla muoversi con dentro una tensione costante o osservare i suoi numerosi primi e primissimi piani per comprendere quanto il suo lavoro di adesione a un personaggio di cui ha superato l'età sia stato di notevole spessore.
Eva (Giorgia Faraoni) è cacciata da un Eden che le sta stretto, il poco paradiso di un paesello di provincia. La causa? Una notte ubriaca, il subdolo revenge porn di un coetaneo. Ora, per tutti, la nostra diciannovenne è una puttana da abusare. Una paria da emarginare. Cerca il suicidio. E trova la morte di una donna in un incidente stradale: una colpa reale.
C'è qualcosa di intrinsecamente silenzioso nei volti che Rossella Inglese sceglie di abitare. Non sono i volti a parlare, non davvero. Sono le pause. Le ombre dietro le pupille. Le cose non dette che gravano sulle immagini come un cielo basso, una pressione barometrica dell'anima. L'origine del mondo è un titolo che inganna. Non c'è nulla di originario qui, e il mondo - quello vero, quello largo, [...] Vai alla recensione »
Dopo una serie di cortometraggi straordinari (soprattutto Denise, dal cui apparato formale sembra ripartire questo primo film della regista, nell'inserto-smartphone iniziale girato in verticale), Rossella Inglese esordisce nel lungo riprendendo proprio l'ultimo dei suoi corti, Eva, che vedemmo alla Settimana della Critica nel 2021: Inglese è una cineasta che imbastisce la ricerca incessante della sua [...] Vai alla recensione »