marco
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domenica 19 gennaio 2025
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perch
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Perché?non e credibile l idea di fondo , e se anche lo fosse perché musical? boh, non capisco , non che un opera d arte deve avere per forza un significato ma qui propio siamo a livelli di telefilm per adolescenti
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petri
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sabato 18 gennaio 2025
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da non perdere
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film originale e fuori dagli schemi ... da vedere
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g m
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sabato 18 gennaio 2025
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meh
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Voto: Evitabile: non invoglia a vederlo una seconda volta e non date retta a chi dice che "veicola dei messaggo" perch? i protagonisti non sono coerenti con quello che cantano A nome di tutte le 200 persone che hanno visto il film in sala, qualcuno sbadigliava a fine film ed erano le dieci di un sabato sera: Voto basso per la staticit? delle parti cantate, rallegrano i toni pi? lenti del film ma vedere persone sedute che cantano tra loro sostituendo una semplice conversazione non funziona. Molte le parti in cui cantano da soli Eccetto la prima canzone non ci sono altre scene veramente ballate nel film, addirittura nei minuti finali si vede un vero e proprio karaoke musicale tinto di rosa e niente pi?.
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Voto: Evitabile: non invoglia a vederlo una seconda volta e non date retta a chi dice che "veicola dei messaggo" perch? i protagonisti non sono coerenti con quello che cantano A nome di tutte le 200 persone che hanno visto il film in sala, qualcuno sbadigliava a fine film ed erano le dieci di un sabato sera: Voto basso per la staticit? delle parti cantate, rallegrano i toni pi? lenti del film ma vedere persone sedute che cantano tra loro sostituendo una semplice conversazione non funziona. Molte le parti in cui cantano da soli Eccetto la prima canzone non ci sono altre scene veramente ballate nel film, addirittura nei minuti finali si vede un vero e proprio karaoke musicale tinto di rosa e niente pi?. Storia molto scorrevole, i personaggi saltano parecchio di palo in frasca ma tutto molto ben collegato. Ultimi momenti del film chiusi abbastanza velocemente senza troppe macchinazioni. E poi che caxxo c'entra Luxuria come doppiatore? Una stella in meno solo per la scelta del doppiatore
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melania
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venerdì 17 gennaio 2025
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bello e riflessivo
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un film molto coinvolgente che fa riflettere
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santospago
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venerdì 17 gennaio 2025
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capolavoro
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storia priginale, bella ed emozionante. Nulla da aggiungere
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giuseppe
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mercoledì 15 gennaio 2025
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no, proprio no.
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No, proprio no! Trama pretestuosa e banale. Forse accettabile se vista come un musical. Tutto è prevedibile e esageratamente violento, comprese le parti musicali. Film volgare, senza profondità. Sembra un Almodovar truculento. Alla fine non ti resta nulla.
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francesca meneghetti
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mercoledì 15 gennaio 2025
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un film che spacca
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La trama è insolita se non sorprendente. Un potente narcotrafficante messicano contatta un'avvocata brillante, Rita, per realizzare un piano: cambiare identità sessuale e trasferire moglie e figli in Svizzera per loro protezione. Quattro anni dopo la realizzazione del piano, Emilia Perez (ex Manitas, il narcotrafficante), ha nostalgia dei figli. Riporta la famiglia in Messico, in cui si inserisce nei panni di zia. E diventa anche benefattrice, fondando, con l'aiuto dell'insostituibile Rita, un'associazione per restituire alle madri i corpi delle vittime della guerra per la droga. Ma l'ex moglie scompagina i piani di Emilia, con esito tragico, che porta però alla sua beatificazione (ma la cosa non stupisce nel nostro paese, e riporta alla mente i mafiosi santificati e onorati in processione).
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La trama è insolita se non sorprendente. Un potente narcotrafficante messicano contatta un'avvocata brillante, Rita, per realizzare un piano: cambiare identità sessuale e trasferire moglie e figli in Svizzera per loro protezione. Quattro anni dopo la realizzazione del piano, Emilia Perez (ex Manitas, il narcotrafficante), ha nostalgia dei figli. Riporta la famiglia in Messico, in cui si inserisce nei panni di zia. E diventa anche benefattrice, fondando, con l'aiuto dell'insostituibile Rita, un'associazione per restituire alle madri i corpi delle vittime della guerra per la droga. Ma l'ex moglie scompagina i piani di Emilia, con esito tragico, che porta però alla sua beatificazione (ma la cosa non stupisce nel nostro paese, e riporta alla mente i mafiosi santificati e onorati in processione). Scompaginando i generi (così da intrecciare thriller e musical), Emilia Perez di Jacques Audiard è un film che divide. Non solo il pubblico, tra sostenitori e critici, ma anche il giudizio individuale, che può uscirne spaccato. Nell'immediato, trascinati dall'ondata vigorosa e passionale del film, resa dalla componente musicale, si resta ammaliati. Si è parlato di opera lirica, ma l'espressione si riferisce alle sequenze cantate singolarmente. Bisogna però considerare la potenza rock delle musiche e dei cori, che sembrano riesumare il ruolo che essi coprivano nella tragedia greca: di commento e compianto. Particolarmente incisivi quelli che vedono Rita al centro del gruppo, cantare e ballare, stigmatizzando la corruzione della società messicana (che in effetti non ha molto gradito il film). Toccante invece la canzone nostalgica della bimba di Manitas, che nell'odore di Emilia riconosce quella del padre, e lo celebra poeticamente. Il film merita senz'altro di essere visto, sia in base a questi cenni, sia per l'interpretazione notevole di Rita (Zoe Saldana) e Emilia-Manitas (Karla Sofia Gascon, attrice transgender). Poi subentra la riflessione e ci si chiede se non ci sia furbizia nell'allineamento dell'opera alle regole woke di Hollywood (una lobby cattivissima, per usare le parole di Federico Rampini), che impongono presenza nel cast di donne, persone di pelle scura o nativi, e di Lgbt. Che premiano chi si adegua. Ma che portano a forzare le trame, nel senso che l'arco narrativo tende a ruotare attorno all'obiettivo di raggiungere l'identità sessuale desiderata, facendo regredire i temi tradizionali: amore, avventura, i drammi dell'esistenza (è la tesi di Carlo Freccero su Dagospia). Ragionandoci, in effetti si notano intenti ideologi e dottrinari: il cambio di sesso, per esempio, sembra portare automaticamente alla bontà, alla redenzione, al buon esempio che genera buone pratiche. Al cinismo della critica razionale, si può obiettare che alla fine Emilia ha un cedimento, e viene quasi risucchiata dalla precedente identità. Brindisi finale con due calici, uno di rosso, uno di bianco, nell'incertezza di quale portare alle labbra.
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temat825
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martedì 14 gennaio 2025
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nientemeno che il destino,signori!
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Quasi inavvertitamente, “Cronache di una transizione” si trasforma in una storia sul destino e sulle lacerazioni cui sempre ci espone, sia che lo accettiamo sia che pensiamo di combatterlo.
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Quasi inavvertitamente, “Cronache di una transizione” si trasforma in una storia sul destino e sulle lacerazioni cui sempre ci espone, sia che lo accettiamo sia che pensiamo di combatterlo. E così, nella notte buia di un altopiano messicano soffia il respiro della tragedia greca e, complice una messa in scena non so se volutamente evocativa, di uno dei suoi grandi eredi, il John Ford di “Ombre rosse” e “Sentieri selvaggi”.
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kimkiduk
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lunedì 13 gennaio 2025
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che bello
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Quando uno che non ama il musical esce felice dal cinema.
Quando uno ripensa a tutte le scene per tutto il giorno e le commenta con la persona che era con lui.
Cosa vuol dire?
Vuol dire che per me è stato un gran film, fatto bene, lungo ma nemmeno ti accorgi del tempo che passa, senza cali tra primo tempo e secondo (raro), con immagini montate benissimo, sceneggiatura particolare che ti tiene sempre attento, ma soprattutto con personaggi cuciti addosso agli attori e questo è sempre il vero grande pregio del regista.
Zoe Saldana bravissima e Karla Sofia Gsscon meravigliosa più da uomo che da donna quasi.
Giusto premio a Cannes dell'intero Cast e non di uno a conferma della mia impressione.
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Quando uno che non ama il musical esce felice dal cinema.
Quando uno ripensa a tutte le scene per tutto il giorno e le commenta con la persona che era con lui.
Cosa vuol dire?
Vuol dire che per me è stato un gran film, fatto bene, lungo ma nemmeno ti accorgi del tempo che passa, senza cali tra primo tempo e secondo (raro), con immagini montate benissimo, sceneggiatura particolare che ti tiene sempre attento, ma soprattutto con personaggi cuciti addosso agli attori e questo è sempre il vero grande pregio del regista.
Zoe Saldana bravissima e Karla Sofia Gsscon meravigliosa più da uomo che da donna quasi.
Giusto premio a Cannes dell'intero Cast e non di uno a conferma della mia impressione.
Accetto le critiche che sono state fatte da qualcuno, come concordo con chi lo ha trovato bellissimo, è uno di quei film da amare o da non apprezzare.
Sicuramente entrerà nel gruppo da scegliere per gli Oscar 2025, impossibile non ci entri.
Da vedere assolutamente.
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francesco
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lunedì 13 gennaio 2025
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oltre i confini del cinema
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Il Cinema, con la "C" maiuscola, è un viaggio che ci trasporta verso nuove realtà e ci trasforma inevitabilmente. Emilia Perez di Jacques Audiard incarna perfettamente questa idea, regalandoci un'opera sorprendente e poliedrica che sfida le convenzioni di genere. Un mix inaspettato di dramma e musical, Emilia Perez è un'opera moderna, una Traviata sui generis, una storia di amore, morte e rinascita che colpisce per la sua originalità e profondità. La trama si sviluppa attorno a tre personaggi femminili, incarnati da attrici straordinarie.
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Il Cinema, con la "C" maiuscola, è un viaggio che ci trasporta verso nuove realtà e ci trasforma inevitabilmente. Emilia Perez di Jacques Audiard incarna perfettamente questa idea, regalandoci un'opera sorprendente e poliedrica che sfida le convenzioni di genere. Un mix inaspettato di dramma e musical, Emilia Perez è un'opera moderna, una Traviata sui generis, una storia di amore, morte e rinascita che colpisce per la sua originalità e profondità. La trama si sviluppa attorno a tre personaggi femminili, incarnati da attrici straordinarie. In particolare, Zoe Saldana, offre una performance eccezionale nel ruolo di Rita, un’avvocata in cerca di senso nella propria vita professionale e personale. Rita, come una moderna versione di Virgilio, guida Manitas/Emilia attraverso tre passaggi fondamentali: nell'inferno della transizione, nel confronto con il passato, e infine nell'ascesa a benefattrice degli indifesi. Audiard utilizza la metafora del cambiamento di genere per simboleggiare una trasformazione più ampia, che coinvolge non solo gli individui ma l'intera società. Il cambiamento, il pentimento e la necessità di confrontarsi con il passato per poter rinascere non è solo il destino inevitabile di Manitas/Emilia del film, ma è anche quello dell’uomo moderno, che deve riappropriarsi del proprio io interiore, disperso e dimenticato (desaparecido), e restituirgli dignità. La regia di Audiard è un capolavoro di equilibrio, riuscendo a fondere generi diversi in un racconto coerente e avvincente. Le musiche e le canzoni restituiscono autenticità e profondità alla cultura messicana, creando un ponte tra le diverse anime delle Americhe. E infatti, Emilia Perez riflette anche il rapporto tra il Nord e il Sud del mondo, e sulla necessità dell'Occidente di riconciliarsi con il proprio passato di colonizzatore. In conclusione, Audiard non solo racconta una storia, ma propone una riflessione profonda sull'uomo e sul cinema stesso, mostrando come quest'ultimo possa evolversi, mantenendo il suo ruolo di divertire ed educare. Il film è un inno alla trasformazione, sia personale che sociale, e rappresenta una delle opere più significative del cinema moderno.
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