Emilia Perez |
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Un film di Jacques Audiard.
Con Zoe Saldana, Karla Sofía Gascón, Selena Gomez, Adriana Paz.
continua»
Commedia,
durata 130 min.
- USA, Messico 2024.
- Lucky Red
uscita giovedì 9 gennaio 2025.
MYMONETRO
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Il padrino cambia vita
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Saturo di sangue e violenza, ormai certo di essere nato nel corpo sbagliato, un boss della droga messicano decide di cambiare sesso per cambiare tutto e incarica un'avvocata di gestire, dietro vertiginoso compenso, l'intero pacchetto. Chirurgia, nuova identità, operazioni finanziarie per garantire a moglie e figli infinito benessere anche dopo la sua (finta) morte. Il tutto promettendo di non torcere un capello all'avvocata. La quale, stufa di farsi sfruttare in uno studio legale dominato da corruzione e machismo, a sua volta sogna solo di cambiar vita... Fine dell'ouverture, il termine musicale non è scelto a caso, inizio del film. Che essendo firmato da Jacques Audiard, il regista di "Sulle mie labbra", "Tutti i battiti del mio cuore", "Il profeta", "Dheepan" e molto altro (vedi l'intervista pubblicata in queste pagine), manda allegramente all'aria realismo e verosimiglianza per costruire qualcosa di esaltante e mai visto prima. Una sorta di trans -musical che usa ogni genere possibile, thriller, melodramma, opera, gangster film, per portarci in un mondo simile al nostro ma svincolato dalle sue regole. Dunque capace di accogliere le domande più estreme grazie alla bellezza delle coreografie e alla grazia di testi e arie (opera di Camille e Clément Ducol) che spesso nascono dai dialoghi, dal suono e dal ritmo delle parole, senza spezzare l'azione come nei musical classici.
È questa continuità, questo registro sempre incredibil mente intimo a rendere il film così emozionante. Che si tratti del primo incontro tra il boss e la legale (Karla Emilia Gascon e Zoe Saldana), quando lei riceve la classica offerta che non può rifiutare, o del momento in cui uno dei bambini riconosce l'odore del padre in quella strana "zia" da cui si sono trasferiti con la mamma, è perché fonde sempre il registro epico con quello più personale che "Emilia Perez" brilla di una luce mai vista. La stessa che ci rende possibile appassionarci alla presunta trasformazione di un criminale che ha sulla coscienza migliaia di morti. Ma saprà diventare leggenda, cancellando la realtà con la forza di un mito in cui ha avuto per primo (o per prima) la forza di credere.
Inutile dunque, come pure è stato fatto, rimproverare al film di minimizzare le atrocità dei "cartelli" messicani, o di banalizzare le battaglie per l'empowerment femminile. Girato da un francese in spagnolo, e in teatro di posa, con un cast strepitoso e in parte hollywoodiano (la moglie è Selena Gomez) "Emilia Perez" lavora su un registro para -(trans?) -epico per interrogare un mito oggi ancora più pervasivo, quello dell'identità. Non è per questo che una volta si faceva cinema?
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