Blink Twice è praticamente un Rape and Revenge 2.0, adattato ai tempi che corrono e concepito per una volta da una donna.
Zoë Kravitz rimette la donna al centro e ci fa assaporare un tipo diverso di vendetta, più complesso e sfaccettato, meno bianco/nero.
E soprattutto fa una roba che non ti aspetti nel finale, riuscendo persino a superare la facile dicotomia “donna = buona / uomo = cattivo”. Ogni persona è una persona: non è definita dal genere, ma dal suo carattere e dai suoi obbiettivi.
L'esordio alla regia di Zoë Kravitz è un film politico, dal cuore provocatorio e dalle intenzioni quasi revansciste, intese come guerra di genere.
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Blink Twice è praticamente un Rape and Revenge 2.0, adattato ai tempi che corrono e concepito per una volta da una donna.
Zoë Kravitz rimette la donna al centro e ci fa assaporare un tipo diverso di vendetta, più complesso e sfaccettato, meno bianco/nero.
E soprattutto fa una roba che non ti aspetti nel finale, riuscendo persino a superare la facile dicotomia “donna = buona / uomo = cattivo”. Ogni persona è una persona: non è definita dal genere, ma dal suo carattere e dai suoi obbiettivi.
L'esordio alla regia di Zoë Kravitz è un film politico, dal cuore provocatorio e dalle intenzioni quasi revansciste, intese come guerra di genere.
Blink Twice è un film tutto al femminile in cui la figlia d'arte riversa il suo sguardo sul mondo (soprattutto quello a cui appartiene lei), confezionando un titolo che fatica a gestire la prevedibilità del suo intreccio, mettendo troppa carne al fuoco, ma ha il pregio del coraggio dell'osare e, soprattutto, della lucidità nella strutturazione del suo focus tematico.
Per quanto a tratti derivativo e retorico, Blink Twice è un thriller solido e sfaccettato, che tocca argomenti pesantissimi bilanciando ironia e disagio.
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