L'ombra di Caravaggio |
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Un film di Michele Placido.
Con Riccardo Scamarcio, Louis Garrel, Isabelle Huppert, Micaela Ramazzotti.
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Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 120 min.
- Italia 2022.
- 01 Distribution
uscita giovedì 3 novembre 2022.
MYMONETRO
L'ombra di Caravaggio ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Caravaggio come Rossellini la santità si addice ai derelitti
di Alberto Crespi La Repubblica
Nel 1986 Damiano Damiani (un regista che Michele Placido conosce molto bene) girò un film intitolato L'inchiesta: era la storia di un investigatore dell'antica Roma, tale Tito Valerio Tauro, spedito in Palestina per indagare sulla morte di un tizio, chiamato Gesù, che molti ritenevano fosse inopinatamente risorto dalla tomba. Non più tardi di qualche settimana fa è invece uscito Dante, di Pupi Avati, in cui la vita del poeta è vista attraverso le ricerche che su di lui compie un "fan" d'eccezione, Giovanni Boccaccio. Raccontare un personaggio storico famoso attraverso lo sguardo di un contemporaneo, o addirittura di un detective per quanto sui generis, è un escamotage drammaturgico astuto e spesso efficace. Bravi quindi il citato Placido, e i suoi sceneggiatori Sandro Petraglia e Fidel Signorile, per aver immaginato un inquisitore che nei primi anni del 600 indaga sulla dubbia moralità di un pittore popolare e scapestrato: Michelangelo Merisi detto il Caravaggo.
Su Caravaggio c'è un luogo comune duro a morire: che sia l'inventore del cinema, per la luce di taglio nel suoi dipinti e per l'uso di strumenti ottici straordinariamente moderni (che nel film sono ben raccontati). Ebbene, la prima cosa da dire su L'ombra di Caravaggio è che non è un film caravaggesco: Placido e il suo direttore della fotografia, Michele D'Attanasio, immergono le vicende del pittore nel buio della Controriforma, ricostruendo con grande sapienza un'epoca che viene prima delle invenzioni luministiche dell'artista; anzi, proprio l'epoca che fa capire perché Caravaggio sia stato un rivoluzionario. Gettando luce su corpi e volti "invisibili", destinati a vivere nell'ombra, Caravaggio fa qualcosa di simile a ciò che faranno, nel cinema, i fratelli Lumière alla fine dell'800 (e, si, sempre bene ripeterlo: Lumière significa "luce") e il neorealismo italiano a metà del 900. Caravaggio Come Rossellini? Paragone estremo, ma non assurdo: il compito dell'inquisitore interpretato da Louis Garrel è proprio verificare se davvero i modelli del pittore siano puttane, ladri e derelitti, che nei quadri diventano santi e Madonne. Se fosse così, l'arte di Caravaggio sarebbe sacrilega quanto la sua vita. L'ombra di Caravaggio è un film spettacolare, pensato per un pubblico internazionale (Garrel e la sempre splendida Isabelle Huppert arrivano grazie a un'importante coproduzione con la Francia). Piuttosto forte nelle scene di orge e baccanali, che devono qualcosa al Satyricon di Fellini e rendono giustizia alle scenografie di Tonino Zera e ai Costumi di Carlo Poggioli, è un film nel quale, come si dice in gergo, i soldi sullo schermo si vedono tutti. Riccardo Scamarcio ha il physique du role e, come sempre quando è ben diretto, funziona. E pochi in Italia sanno dirigere gli attori come Placido, che si ritaglia anche un ruolo nei panni del cardinale Del Monte.
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