La notte del giudizio per sempre |
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Un film di Everardo Gout.
Con Ana de la Reguera, Tenoch Huerta, Josh Lucas, Cassidy Freeman.
continua»
Titolo originale The Forever Purge.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 103 min.
- USA 2021.
- Universal Pictures
uscita giovedì 8 luglio 2021.
MYMONETRO
La notte del giudizio per sempre ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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una barzelletta a carnevaledi figliounicoFeedback: 49076 | altri commenti e recensioni di figliounico |
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mercoledì 15 marzo 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Da una costola della saga dell’horror distopico nasce un apocalittico politicamente confusionario più che visionario, diretto da uno sconosciuto Everardo Gout, che sembra voler contestare addirittura il modello di società americano, se non fosse che l’attacco suoni falso perché mosso in un racconto futuristico palesemente fantastico dove gli Usa sono governati dai Padri fondatori ed è consentito spararsi addosso impunemente una volta all’anno. Una carnevalata in cui tutte le critiche al sistema sono quindi lecite e le grandi colpe reali, storiche ed attuali, dell’America, lo sterminio dei nativi, il razzismo, le diseguaglianze sociali, la diffusione di armi d’assalto, il muro messicano, sono retoricamente enunciate e di fatto banalmente ridicolizzate dal contesto. Emblematica è l’assenza di qualsiasi accenno critico alla politica imperialista e guerrafondaia degli States nel mondo, forse perché indicibile anche in una farsa come questa. L’unico pregio del film è di aver introdotto una innovazione alla prolifica serie del La notte del giudizio, ambientata di solito nelle megalopoli, trasferendo il set in un ranch tra cavalli, cowboy e paesaggi da western moderno. Tuttavia lo sviluppo del plot riconduce il manipolo di eroi ben presto nella usuale giungla d’asfalto, dove è in corso l’ennesima guerra di tutti contro tutti, nello scontro finale contro i suprematisti bianchi, i veri cattivi da combattere, a capo di una rivolta che all’inizio era partita dall’invidia di classe dei poveri contro i ricchi, con la sovrapposizione tra i postcomunisti ed i razzisti che può essere soltanto frutto di una estemporanea farneticazione di uno sceneggiatore fantasioso o della sistematica propaganda hollywoodiana conservatrice a favore dello status quo. Vittima innocente dell’invidia sociale, non a caso, è il volto buono del capitalismo paternalista, messo in pericolo dalle orde di fanatici degli opposti estremismi, interpretato da Will Patton, l’unico attore degno di menzione in un cast di attori anonimi. Tutti i topoi del politically correct, il vecchio indiano saggio, l’uomo di colore generosamente altruista, la messicana onesta che ha combattuto i cartelli del narcotraffico, sono rappresentati da personaggi stereotipati, figure di cartapesta più che uomini e donne, che aggiungono un ulteriore elemento di colore a questo fumetto per adolescenti che alimenta la confusione mentale distogliendo, come sempre, le masse dalla gravità del momento storico che in Occidente, America in testa, stiamo vivendo. L’esito paradossale della vicenda, con l’emigrazione al contrario dagli Usa in Messico, più che un finale surreale che dovrebbe far riflettere sulla disumanità delle barriere di cemento erette tra i popoli sembra piuttosto una barzelletta raccontata tra amici al bar.
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