L’infanzia è un periodo magico, il bambino è un mago. Egli può trasformare la realtà secondo il suo volere. Ma l’adulto ? Secondo Celine Sciamma anche, perché l’infanzia non finisce, dura per sempre. Infatti Celine inventa una storia magica in cui una bellissima bambina di 8 anni, Nelly, che ha appena perso la nonna e la cui mamma, Marion, è tornata in città lasciandola col papà nella casa di campagna della nonna che bisogna ora sgombrare, vagando nel bellissimo bosco intorno alla casa incontra un’altra bellissima bambina di otto anni, a lei molto somigliante (le due interpreti sono sorelle) che dopo un po' gli rivelerà di essere sua madre (infatti si chiama Marion).
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L’infanzia è un periodo magico, il bambino è un mago. Egli può trasformare la realtà secondo il suo volere. Ma l’adulto ? Secondo Celine Sciamma anche, perché l’infanzia non finisce, dura per sempre. Infatti Celine inventa una storia magica in cui una bellissima bambina di 8 anni, Nelly, che ha appena perso la nonna e la cui mamma, Marion, è tornata in città lasciandola col papà nella casa di campagna della nonna che bisogna ora sgombrare, vagando nel bellissimo bosco intorno alla casa incontra un’altra bellissima bambina di otto anni, a lei molto somigliante (le due interpreti sono sorelle) che dopo un po' gli rivelerà di essere sua madre (infatti si chiama Marion). Nelly non ha nemmeno un attimo di perplessità e gli chiede “allora vieni dal futuro ?”. Celine nell’intervista che concede all’Auditorium della conciliazione subito dopo il film, dirà che un suo frequente pensiero da bambina è stato di incontrare sua madre alla sua stessa età, e così da questa idea le è venuto fuori questo film, insieme al titolo “Petite Maman”. “Quasi sempre il primo titolo che mi viene in mente è quello giusto” chiarisce Celine, infatti contiene in se il progetto del film, ed anche in questo caso è andata così. Le due bambine passano molto tempo in questo bosco molto folto, dai bellissimi colori autunnali, sferzato da raffiche di vento, da scrosci di pioggia e percorso dal rombo del tuono. In mezzo a questo bosco stanno costruendo una capanna con i rami delle piante. Avrei voluto chiedere a Celine “perché il bosco, perché la capanna ?” ma non ho fatto in tempo. Uno dei tanti ragazzi presenti in sala gli chiede di parlargli della natura e lei ha detto che il bosco per lei è un luogo democratico dove tutti si possono incontrare ma a me mi rimane fissa in testa l’idea che il bosco è anche il luogo dove avvengono le magie, ci sono gli elfi e le fate e quindi ad un certo punto può sbucare nel bosco anche una bambina che, in realtà, è tua madre da piccola.
C’è un solo uomo nel film, il padre di Nelly. Celine dirà che è’ l’unico personaggio reale, rappresenta la solidità, la concretezza, la protezione. Così lui fa da contrappunto a quel mondo magico e conduce il film verso la sua conclusione lasciando che la figlia rimanga una notte in più con la petite maman e poi la riporta in città.
Un film pieno di dolcezza, di bellezza, senza nessuna tensione, nessuna competizione. La regista chiarisce che è una scelta precisa anche se può fare perdere di interesse in qualche momento. Il pubblico però mostra di gradirlo tantissimo, in film è in concorso e presto uscirà nelle sale. Sono certo che ne sentiremo parlare.
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