fabio silvestre
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lunedì 31 gennaio 2022
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film a basso budget dalla trama prevedibile
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il film in esclusiva su Prime Video ha come assoluto protagonista James McAvoy nella parte di Edmond Murray un padre che lavora sempre all'estero per una compagnia petrolifera e che fa rientro nel Regno Unito per l'improvvisa scomparsa del figlio Ethan in un campo estivo. Edmond separato dalla moglie Joan - che intanto ha un nuovo compagno - si troverà ad effettuare una personale indagine per scoprire chi ha rapito il figlio perchè ad un certo punto - ed inspiegabilmente - la polizia locale lascia il caso che dovrà essere risolto dalla polizia di Londra. Nella prima parte del film si assiste al dramma dei 2 genitori ed al sospetto del padre che il figlio sia stato rapito dal compagno della ex moglie, mentre nella seconda parte seguiamo il padre nell'impresa rocambolesca di ritrovare il figlio in un casolare sperduto tra montagne e laghi sotto una pioggia incessante.
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il film in esclusiva su Prime Video ha come assoluto protagonista James McAvoy nella parte di Edmond Murray un padre che lavora sempre all'estero per una compagnia petrolifera e che fa rientro nel Regno Unito per l'improvvisa scomparsa del figlio Ethan in un campo estivo. Edmond separato dalla moglie Joan - che intanto ha un nuovo compagno - si troverà ad effettuare una personale indagine per scoprire chi ha rapito il figlio perchè ad un certo punto - ed inspiegabilmente - la polizia locale lascia il caso che dovrà essere risolto dalla polizia di Londra. Nella prima parte del film si assiste al dramma dei 2 genitori ed al sospetto del padre che il figlio sia stato rapito dal compagno della ex moglie, mentre nella seconda parte seguiamo il padre nell'impresa rocambolesca di ritrovare il figlio in un casolare sperduto tra montagne e laghi sotto una pioggia incessante. Anche se la tensione cresce con l'andamento del film, va detto che nell'insieme la pellicola a basso budget e con pochi personaggi presente una trama prevedibile e non va oltre la sufficienza. Voto: 6/10.
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carloalberto
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sabato 29 gennaio 2022
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strano ma vero
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Alquanto strano che Christian Carion, autore di Mon garcon del 2017, dopo appena quattro anni si cimenti nel remake del suo stesso film, mutando semplicemente il cast e la lingua, dal francese all’inglese, e lasciando invariato tutto il resto, mimeticamente uguale, sequenza per sequenza, all’originale, eccetto che per qualche particolare variazione sul tema nelle scene finali. La sola differenza di rilievo tra i due film è la presenza di James McAvoy nel ruolo di protagonista al posto di Guillaume Canet, ma non basta a giustificare la ripetizione di un film che non è certo il capolavoro teatrale da mettere in scena con una compagnia diversa per rappresentarlo in tutto il mondo anglofono dopo aver esaurito il pubblico francofono, anche perché vivaddio esiste il doppiaggio.
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Alquanto strano che Christian Carion, autore di Mon garcon del 2017, dopo appena quattro anni si cimenti nel remake del suo stesso film, mutando semplicemente il cast e la lingua, dal francese all’inglese, e lasciando invariato tutto il resto, mimeticamente uguale, sequenza per sequenza, all’originale, eccetto che per qualche particolare variazione sul tema nelle scene finali. La sola differenza di rilievo tra i due film è la presenza di James McAvoy nel ruolo di protagonista al posto di Guillaume Canet, ma non basta a giustificare la ripetizione di un film che non è certo il capolavoro teatrale da mettere in scena con una compagnia diversa per rappresentarlo in tutto il mondo anglofono dopo aver esaurito il pubblico francofono, anche perché vivaddio esiste il doppiaggio. Essendo il film un copia ed incolla di Mon garcon vale per i contenuti e la sceneggiatura il mio commento a proposito di quest’ultimo che di seguito riporto: L’esaltazione dell’archetipo ancestrale della famiglia naturale, alla base del soggetto di Io vi troverò di Pierre Morel del 2008, viene riproposto nel 2017 da Christian Carion in formato tascabile in Mon garçon. In quello che si può considerare un rifacimento, Guillaume Canet prende il posto di Liam Neeson, ma questa volta non è un ex agente della CIA o di qualche servizio segreto. I contorni del suo lavoro sono sfumati e si fa appena qualche accenno a dei viaggi all’estero per conto di una società, di cui sembra essere il titolare, che ha dei cantieri sparsi per il mondo. Tuttavia, considerata la disinvoltura quasi criminale con cui si muove e l’abilità nell’utilizzo di armi improprie, si può presumere che abbia un pregresso, che però rimane nell’ombra, in qualche organizzazione paramilitare.
Lo schema utilizzato da Carion è quello del film di Morel. C’è una coppia separata ed un figlio affidato alla madre che ha un nuovo compagno mentre il padre è assente e lontano per lavoro. In questo scenario in cui si rappresenta una declinazione della famiglia moderna, in cui molti si possono riconoscere, interviene l’evento drammatico. Il figlio della coppia viene rapito. Sulla scena irrompe a questo punto il padre, rimasto lontano non per egoismo o disinteresse verso il figlio, ma per adempiere ad un compito importante, in questo caso sono adombrati motivi economici legati probabilmente alla necessità di assicurare una vita agiata ed un futuro benessere del figlio.
Il tema minore del padre lontano, impegnato in qualche impresa eroica o comunque necessaria ad assicurare la salvezza della patria, vedi l’agente della CIA Neeson, o, come in questo film, il benessere della famiglia, che ritorna per restaurare l’ordine e la pace familiare, turbata da un nemico esterno che ne tiene in ostaggio un membro, affonda le sue radici nell’inconscio collettivo e si ricollega ad un mito arcaico, risalente alla notte dei tempi, che ha come prototipo letterario l’Ulisse omerico.
Meraviglia che tematiche arcaiche ed in fondo legate ad un punto di vista reazionario di derivazione cattolica, sebbene lo stesso sia veicolato in modo subliminale da una storia drammatica e travestito da thriller d’azione, ancora facciano presa su di un pubblico che dovrebbe essersi ormai emancipato da una visione della famiglia che vede la donna come una creatura debole ed incapace di fronteggiare situazioni estreme per proteggere il figlio, per cui si rende necessario l’intervento risolutore della figura del padre, che, nella sua potenza di maschio alfa, salva il cucciolo dalle grinfie dei predatori ripristinando l’equilibrio iniziale.
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