edmund
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venerdì 25 ottobre 2024
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se l''immagine è tutto
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Non ho condiviso granché questo profluvio di entusiasmo per il film. Niente da dire sull’aspetto estetico. E forse è proprio questo il problema: la raffinatezza dell’immagine prevale sul contenuto? D’altra parte si tratta pur sempre di cinema, cioè di un’arte prettamente visiva. Quindi, è così fatale che l’immagine possa diventare autonoma rispetto alla trama? Insomma, se a uno piace il rigore del libro farà meglio a leggersi un bel romanzo, forse. Però l’impressione qui è che immagine e il testo della tragedia originale finiscano per essere troppo in contraddizione. È anche vero che il confine tra il rispetto di un testo solenne come è quello di Shakespeare e l’appiattimento puro e semplice sul testo medesimo può essere molto sottile.
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Non ho condiviso granché questo profluvio di entusiasmo per il film. Niente da dire sull’aspetto estetico. E forse è proprio questo il problema: la raffinatezza dell’immagine prevale sul contenuto? D’altra parte si tratta pur sempre di cinema, cioè di un’arte prettamente visiva. Quindi, è così fatale che l’immagine possa diventare autonoma rispetto alla trama? Insomma, se a uno piace il rigore del libro farà meglio a leggersi un bel romanzo, forse. Però l’impressione qui è che immagine e il testo della tragedia originale finiscano per essere troppo in contraddizione. È anche vero che il confine tra il rispetto di un testo solenne come è quello di Shakespeare e l’appiattimento puro e semplice sul testo medesimo può essere molto sottile. Insomma, godiamoci queste belle immagini.
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emmeci
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domenica 3 marzo 2024
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un vero gioiello non solo per appassionati
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Dalla prima all'ultima immagine questo lavoro è praticamente senza difetti, tutto ha un senso, uno scopo narrativo, non c'è nulla di troppo o troppo poco. Direi che per me vale la visione solo per questi 3 elementi: le streghe che si fanno unico corpo nella splendida attrice veterana del Globe londinese, la complicità della coppia che, al contrario di Welles, non ci presenta un uomo in mano all'ambizione della moglie, ma dei coniugi che pensano di meritarsi una vecchiaia migliore e forse a ragione visto che il re è un povero sciocco, quindi tentano l'ultima mossa, si giocano il tutto per tutto sapendo già di non avere una mano vincente. Ultimo particolare le ombre dipinte, che accentuano l'atmosfera che in alcuni momenti mi ha ricordato i vecchi b-movie della RKO.
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Dalla prima all'ultima immagine questo lavoro è praticamente senza difetti, tutto ha un senso, uno scopo narrativo, non c'è nulla di troppo o troppo poco. Direi che per me vale la visione solo per questi 3 elementi: le streghe che si fanno unico corpo nella splendida attrice veterana del Globe londinese, la complicità della coppia che, al contrario di Welles, non ci presenta un uomo in mano all'ambizione della moglie, ma dei coniugi che pensano di meritarsi una vecchiaia migliore e forse a ragione visto che il re è un povero sciocco, quindi tentano l'ultima mossa, si giocano il tutto per tutto sapendo già di non avere una mano vincente. Ultimo particolare le ombre dipinte, che accentuano l'atmosfera che in alcuni momenti mi ha ricordato i vecchi b-movie della RKO. Geniale.
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domenica 23 aprile 2023
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macbeth
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il vostro commento mi ha rapita.... eccezionalmente lucido, ma anche appassionato!
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lu pichi
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sabato 21 maggio 2022
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bellissimo
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Ci sono mille motivi per parlare bene di questo film, ha una bellissima storia, e interpretato magistralmelte dagli attori soprattutto da Denzel Washington, è stato girato in bianco e nero e nei teatri di posa in modo impeccabile, è stato candidato a molti premi anche se purtroppo non li ha vinti, poi è vero pure che sono stato anche fortunato a non aver visto il Macbeth del 2015 con Michael Fassbender e nessun altro film derivato dalla tragedia di Shakespeare perché così me lo sono goduto al meglio e quindi mi è piaciuto particolarmente, l'unico consiglio che voglio dare e di andarci prevenuto perché ha un linguaggio Shakespeariano molto lontano dal linguaggio dei giorni nostri e quindi a lungo andare può diventare un po' pesante, per il resto lo consiglio vivamente.
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luca scialo
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giovedì 31 marzo 2022
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trasposizione fedele del romanzo di shakespeare
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Joel Coen prova subito che, anche senza la collaborazione del fratello Ethan, sia in grado di proporre pellicole all'altezza. Anzi, possiamo dire tranquillamente che siamo di fronte al prodotto migliore della filmografia di casa Coen. Riesce a trasporre in modo molto fedele il romanzo di Shakespeare, permettendosi pure il lusso di soddisfare le moderne esigenze legate al politically correct proponendo un Macbeth di colore. Interpretato da uno straordinario Denzel Washington. Il quale riesce magnificamente a dare un tocco teatrale al suo personaggio, esaltandolo con gli artefici del cinema. Avrebbe meritato sicuramente l'Oscar, ma sappiamo quanto su quel palcoscenico i palati siano poco raffinati.
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Joel Coen prova subito che, anche senza la collaborazione del fratello Ethan, sia in grado di proporre pellicole all'altezza. Anzi, possiamo dire tranquillamente che siamo di fronte al prodotto migliore della filmografia di casa Coen. Riesce a trasporre in modo molto fedele il romanzo di Shakespeare, permettendosi pure il lusso di soddisfare le moderne esigenze legate al politically correct proponendo un Macbeth di colore. Interpretato da uno straordinario Denzel Washington. Il quale riesce magnificamente a dare un tocco teatrale al suo personaggio, esaltandolo con gli artefici del cinema. Avrebbe meritato sicuramente l'Oscar, ma sappiamo quanto su quel palcoscenico i palati siano poco raffinati. Il bianco e nero, le scenografie da cinema avanguardista russo realizzate in teatri di prosa, la fotografia suggestiva e potente, la bravura di altri interpreti come la coadiuvata Frances McDormand o la camaleontica Kathryn Hunter, hanno fatto il resto. Per una prova cinematografica che lascia ben sperare gli scettici per la divisione dei fratelli Coen, ma anche per il futuro del cinema. Sul quale aleggia una nebbia a tinte fosche. Proprio come quella vista in questa pellicola, dove il protagonista è accecato dalla brama di potere fino alle fatali conseguenze.
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felicity
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lunedì 7 marzo 2022
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ben girato e artisticamente efficace
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Con Macbeth (The Tragedy of Macbeth), Joel Coen (una metà dei noti fratelli Coen) l’ha reimmaginato come un tableau in bianco e nero in cui la specificità dell’aspetto del film, unita a una ridda di immagini memorabili (e a volte macabre), si fa più importante della narrazione stessa.
Per soddisfare le sue esigenze, Joel Coen ha ridotto e condensato la tragedia in appena 105 minuti, eliminando qualsiasi elemento anche solo lontanamente irrilevante e concentrandosi esclusivamente sulla trama principale e sui personaggi più importanti.
Il regista ha deciso di girare Macbeth in un cupo bianco e nero per stabilire un tono da neo-noir Rated R.
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Con Macbeth (The Tragedy of Macbeth), Joel Coen (una metà dei noti fratelli Coen) l’ha reimmaginato come un tableau in bianco e nero in cui la specificità dell’aspetto del film, unita a una ridda di immagini memorabili (e a volte macabre), si fa più importante della narrazione stessa.
Per soddisfare le sue esigenze, Joel Coen ha ridotto e condensato la tragedia in appena 105 minuti, eliminando qualsiasi elemento anche solo lontanamente irrilevante e concentrandosi esclusivamente sulla trama principale e sui personaggi più importanti.
Il regista ha deciso di girare Macbeth in un cupo bianco e nero per stabilire un tono da neo-noir Rated R. Confinare l’azione in teatri di posa esalta gli elementi irreali. Collage di immagini restano impressi nella mente. Sono troppo numerosi per essere elencati, ma considerate ad esempio il modo in cui Joel Coen sceglie di presentare le streghe.
A differenza di alcune produzioni, questo Macbeth non è un mostro sopra le righe. È più prosaico e, di conseguenza, più inquietante. Percorre il pendio scivoloso con cautela, ma non si ha mai la sensazione che sia restio a proseguire sul sentiero.
Nei panni di Lady Macbeth, Frances McDormand offre una prospettiva atipica di un personaggio che spesso rappresenta Eva per l’Adamo che è suo marito. In questo caso, tuttavia, è meno istigatrice e, man mano che gli eventi si susseguono, diventa sempre più a disagio con il suo ruolo. Selezionando quale dialoghi mantenere per lei, Joel Coen aiuta a modellare un personaggio che l’attrice 64enne perfeziona attraverso la sua interpretazione. I Macbeth non sono la stessa coppia che abbiamo visto altrove.
L’avvertenza, come spesso capita con gli adattamenti diretti di Shakespeare, è che Macbeth richiede un duro lavoro per chi lo approccia. Lo spettatore deve infatti impegnarsi con il film, perché i dialoghi shakespeariani devono essere elaborati. Si tratta di un film ben girato e artisticamente efficace, ma il suo fascino è limitato a coloro che apprezzano quelle opere che sono guidate tanto dall’estetica quanto dalla narrativa.
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(di piecarore)
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montefalcone antonio
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mercoledì 26 gennaio 2022
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la tragedia dell’uomo che si autocondanna...
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Joel Coen, senza la collaborazione del fratello Ethan, dirige questo nuovo, interessante adattamento filmico dell’opera di William Shakespeare dopo quelle di Akira Kurosawa, Orson Welles e Roman Polanski. Addentrando lo spettatore all’interno di quadri allucinati, geometrici e perturbanti tesi verso l’astrazione spettrale, soprannaturale e onirica, lo mette faccia a faccia con la corruzione dell’animo del protagonista, schiacciato dalla bramosia del potere, da una macabra spirale di violenza e follia, ma soprattuttoda un Fato cieco e insondabile.
La tenuta espressiva del film è raffinata ed elegante, grazie alla glaciale e livida fotografia in bianco e nero di Bruno Delbonnel in formato 4:3, all’accurato apparato scenograficodiStefan Dechante, alle stranianti musiche di Burwell che amplificano suggestioni mortifere: tutti gli aspetti formali sanno ricreare le atmosfere da incubo angosciante di una tragedia nonché l’anima di tenebra delle cupe vicende di un uomo convinto da un trio di streghe e da una moglie ambiziosa di essere il prossimo re di Scozia.
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Joel Coen, senza la collaborazione del fratello Ethan, dirige questo nuovo, interessante adattamento filmico dell’opera di William Shakespeare dopo quelle di Akira Kurosawa, Orson Welles e Roman Polanski. Addentrando lo spettatore all’interno di quadri allucinati, geometrici e perturbanti tesi verso l’astrazione spettrale, soprannaturale e onirica, lo mette faccia a faccia con la corruzione dell’animo del protagonista, schiacciato dalla bramosia del potere, da una macabra spirale di violenza e follia, ma soprattuttoda un Fato cieco e insondabile.
La tenuta espressiva del film è raffinata ed elegante, grazie alla glaciale e livida fotografia in bianco e nero di Bruno Delbonnel in formato 4:3, all’accurato apparato scenograficodiStefan Dechante, alle stranianti musiche di Burwell che amplificano suggestioni mortifere: tutti gli aspetti formali sanno ricreare le atmosfere da incubo angosciante di una tragedia nonché l’anima di tenebra delle cupe vicende di un uomo convinto da un trio di streghe e da una moglie ambiziosa di essere il prossimo re di Scozia.
La lineare, precisa e complessa sceneggiatura, esaltata da questa speculare e allegorica confezione estetica da cinema espressionista tedesco, riflette tematicamente sul caso e sul destino, e narrativamente sulle derive psicologiche di personaggi consapevoli del proprio deterioramento fisico e interiore.
Denzel Washington è un Macbeth convincente, spaventoso nella sua progressiva trasformazione, e Lady Macbeth, interpretata da Frances McDormand (all’ottava pellicola diretta dal marito), è altrettanto credibile e agghiacciante.“The Tragedy of Macbeth” ripercorre fedelmente le tappe dell’opera di Shakespeare, segue un’impostazione apparentemente teatrale che serve a potenziare quella cinematografica, e alla fine sa affascinare e coinvolgere: lo stile, all’inizio glaciale, si fa sempre più impetuoso e devastante, dominata da polvere, ombre e nebbia, profondità di campo e volti, sangue e furore.
È un film visionario, di notevole e profonda
essenzialità. Nell’asetticità e nell’oppressione degli spazi, riverberano a lungo, fino all’eclissi di se stesse, queste torve figure: crudeli personaggi che rimangono vittime della propria interiorità, ma anche dell’inesorabilità del tempo e della morte; influenze quest’ultime che tutto e tutti condizionano fino alla tragedia più nera…
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