Notizie dal mondo |
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Un film di Paul Greengrass.
Con Tom Hanks, Neil Sandilands, Thomas Francis Murphy, Helena Zengel.
continua»
Titolo originale News of the World.
Drammatico,
durata 118 min.
- USA 2020.
MYMONETRO
Notizie dal mondo
valutazione media:
3,15
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tom Hanks in un western politicamente correttissimo e molto prevedibile
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Ci sono film in cui si sta comodi, magari anche troppo comodi. Conosciamo il paesaggio, seguiamo e amiamo i personaggi, cogliamo e condividiamo il messaggio. E poi? Poi basta, come capita spesso oggi che il cinema sembra ridursi a "veicolo" per raccontare storie senza esprimere una visione, una tensione, un conflitto fra il nostro sguardo e le storie stesse. "Notizie dal mondo" (Netflix) funziona proprio così, dunque probabilmente farà felice quell'ampia parte di pubblico (e di critica) che al cinema chiede solo questo: una bella storia. Le "storie" qui poi sono anche il mestiere del capitano Kidd (un Tom Hanks molto minimal», un reduce dalla Guerra Civile che nel 1870 batte il Texas paese per paese recitando ai residenti, per 10 cent a testa, una sorta di rassegna stampa del giorno e magari anche del mese prima. È l'idea più nuova e interessante del film. Un modo per campare, superando i lutti e il dolore della guerra, ma anche per seminare un po' di sapere e di coscienza collettiva in quei Paese lacerato dall'odio e dal razzismo (ci fosse sfuggita l'allusione al presente, la prima storia del capitano è un'epidemia di meningite). Un giorno però l'ammaccato Kidd inciampa in una "storia" vivente e tutta da scrivere. In un bosco, accanto ai resti di un carro e a un nero impiccato, c'è una ragazzina bionda (Helena Zengel), rapita e adottata dagli indiani da piccola dopo essersi vista sterminare la famiglia, che oggi parla solo kiowa e si comporta da selvaggia. Il nero la stava riportando a casa. Toccherà a Kidd compiere la missione affrontando pericoli e dilemmi di ogni sorta, come in un ribaltamento del mitico 'Sentieri selvaggi" di John Ford, apertamente citato più volte (ma si pensa anche a "Il Grinta", sempre con John Wayne). Centro del film infatti non è la ricerca, ma il reciproco scoprirsi dei protagonisti. Il problema è che questo western politicamente correttissimo è anche assai prevedibile. Ci si scuote un po' con l'unica vera scena d'azione (a quante cose può servire il denaro...), o con quegli indiani che emergono come un esercito di fantasmi da una tempesta di sabbia, scena memorabile. Il resto è calma piatta. E sì che il romanzo originario di Paulette Jiles, di spunti ne offriva. Ma forse è il modo in cui ormai vediamo i film a rendere tutto -volutamente? - un po' pantofolaio.
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