beniamin
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lunedì 10 aprile 2023
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continuiamo così facciamoci del male
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È proprio necessario flagellarsi ricordando con ogni possibile mezzo che la vita promette ma generalmente non mantiene, che non è vero che siamo artefici del nostro destino, che giovinezza e bellezza ( quando c'è) fuggono, che le piume immonde e le deiezioni dei piccioni si fanno strada comunque e che anche quel poco che si ha andrà in malora? E comunque è indispensabile, se proprio si vuole sottolineare tutto ciò, farlo in modo volutamente urticante.
Secondo me no.
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jeanclaude17
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venerdì 9 settembre 2022
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vado controcorrente
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Probabilmente questo è un film da cinefili dal palato fine e forse io non sono la persona più adatta a recensirlo dal momento che per me i film sono momenti di evasione, anche nel caso di quelli drammatici, certamente, tuttavia... personalmente reputo questa pellicola una delle più brutte, noiose e rivoltanti che mi sia capitato di vedere in una intera vita. La visione mi ha comunicato per la maggior parte del tempo un grande senso d'inquietudine, di fastidio, in altri momenti noia (tutte quelle scene fotografiche dei particolari dell'abitazione), in altri momenti addirittura disgusto (eviterò di spoilerare, ma alcune scene le ho trovate davvero rivoltanti).
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Probabilmente questo è un film da cinefili dal palato fine e forse io non sono la persona più adatta a recensirlo dal momento che per me i film sono momenti di evasione, anche nel caso di quelli drammatici, certamente, tuttavia... personalmente reputo questa pellicola una delle più brutte, noiose e rivoltanti che mi sia capitato di vedere in una intera vita. La visione mi ha comunicato per la maggior parte del tempo un grande senso d'inquietudine, di fastidio, in altri momenti noia (tutte quelle scene fotografiche dei particolari dell'abitazione), in altri momenti addirittura disgusto (eviterò di spoilerare, ma alcune scene le ho trovate davvero rivoltanti). Concludendo, se non siete critici cinematografici, ma persone normali come me che da un film si aspettano un momento di sana evasione e non certo di pesantezza, evitate accuratamente la visione di questo film che mai e poi mai vorrei rivedere!
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federicapietrobon
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domenica 21 agosto 2022
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il racconto delle vite di cinque sorelle, segnate da un grande dolore e dal trascorre del tempo, ci induce a riflettere su ciò che realmente conta nei rapporti umani
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Il film descrive le difficoltà, i sogni e i desideri di cinque sorelle che vivono, sostentandosi allevando colombi, in un fatiscente appartamento alla periferia di Palermo affacciato sul mare. La narrazione si apre con Maria, Lia, Pinuccia, Katia e Antonella che fremono dal desiderio di trascorrere una giornata spensierata in riva al mare e, dopo essersi preparate con cura, nell’allegria generale e tra qualche immancabile bisticcio, raggiungono la spiaggia di Mondello. Purtroppo, durante questa gioiosa giornata un tragico evento cambierà per sempre il corso delle loro vite, dividendole e consegnandole a una profonda solitudine. Ed è così che si viene proiettati nel futuro, dalla giovinezza all’età adulta delle sorelle Macaluso, in un tempo in cui le speranze e i desideri sono svaniti per lasciare spazio a una realtà che si presenta in tutta la sua durezza.
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Il film descrive le difficoltà, i sogni e i desideri di cinque sorelle che vivono, sostentandosi allevando colombi, in un fatiscente appartamento alla periferia di Palermo affacciato sul mare. La narrazione si apre con Maria, Lia, Pinuccia, Katia e Antonella che fremono dal desiderio di trascorrere una giornata spensierata in riva al mare e, dopo essersi preparate con cura, nell’allegria generale e tra qualche immancabile bisticcio, raggiungono la spiaggia di Mondello. Purtroppo, durante questa gioiosa giornata un tragico evento cambierà per sempre il corso delle loro vite, dividendole e consegnandole a una profonda solitudine. Ed è così che si viene proiettati nel futuro, dalla giovinezza all’età adulta delle sorelle Macaluso, in un tempo in cui le speranze e i desideri sono svaniti per lasciare spazio a una realtà che si presenta in tutta la sua durezza. Un ulteriore salto nel tempo conduce lo spettatore nell’età senile e nel momento del distacco, per chi ancora resta, dalla fatiscente casa sul mare, che le ha tenute avvinte ai ricordi e ai sensi di colpa del passato. Il film narra, con grande semplicità, l’evolversi delle vite di cinque sorelle, segnate da un grande dolore e dal trascorre del tempo, mostrando come talvolta i sogni si dissolvano tornando soltanto per ricordarci quello che avrebbe potuto essere e che non è stato. La regista ci mostra questo aspetto con immagini potenti e ricche di poesia, ne è l’esempio Maria che sogna di diventare una ballerina e una volta adulta e molto lontana da quel sogno, veste un tutù per comunicare alle proprie sorelle, durante una cena che le vede tutte riunite, di avere il cancro; nella stessa scena Maria ingurgita ad una ad una tutte le paste, ancora intonse e presenti sul tavolo, come in un gesto estremo volto a gratificare se stessa e a godere per un’ultima volta della vita. Emma Dante, senza mai ricorrere a toni ampollosi o ridondanti, racconta cinque esistenze. Grazie a uno stile semplice e sobrio e a immagini nitide di una struggente bellezza, ricche di potenza comunicativa, arriva diritta al cuore dello spettatore; lo induce a riflettere e a chiedersi se la vita, più che attorno ai sogni, che spesso in quanto tali non trovano compimento, non dovrebbe ruotare attorno all’amore e ai rapporti interpersonali, proprio quei rapporti che le sorelle non hanno saputo nutrire affinché non si sgretolassero. Degna di nota la scelta degli interpreti, perfettamente calati nei rispettivi ruoli interpretati senza sbavature e della colonna sonora, che si fonde con gli eventi, talvolta accentuandoli, lasciando presagire quello che avverrà, come nel caso in cui, all’interno di una sequenza caratterizzata dall’allegria generale, i gesti cominciano a scorrere sulle note della canzone “Inverno” interpretata da Franco Battiato. Un film introspettivo, delicato, che lascia un segno e sul quale il pensiero torna.
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francesco2
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domenica 2 gennaio 2022
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volenteroso, sensibile, vediamolo al cinema
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Nel suo precedenteed interessante Via castellana bandiera, la dante aveva realizzato un film anticinematografico, che meglio si coniuga con la sua attivita di autrice teatrale.
Anche questo film, pur con tanti difetti, si rivela sensibile e meritevole della visione in sala.
Mi riferisco ai ritratti delle sorelle come soggetti specifici, tramite dei primi piani mai estetizzanti e volti a catturarne le caratteristiche interiori. Inoltre, spunti come quello dei colombi manifestano una lettura che intende andare oltre l intrattenimento televisivo, come anche il finale, sincero, spoglio di retorica e melensaggini.
I meriti di quest opera, tuutavia, secondo chi scrive si fermano qui.
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Nel suo precedenteed interessante Via castellana bandiera, la dante aveva realizzato un film anticinematografico, che meglio si coniuga con la sua attivita di autrice teatrale.
Anche questo film, pur con tanti difetti, si rivela sensibile e meritevole della visione in sala.
Mi riferisco ai ritratti delle sorelle come soggetti specifici, tramite dei primi piani mai estetizzanti e volti a catturarne le caratteristiche interiori. Inoltre, spunti come quello dei colombi manifestano una lettura che intende andare oltre l intrattenimento televisivo, come anche il finale, sincero, spoglio di retorica e melensaggini.
I meriti di quest opera, tuutavia, secondo chi scrive si fermano qui. Per almeno due motivi. Le scene collettive, che dovrebbero illustrare il complesso sentimento comunque esistente tra le sorelle ed il loro senso di vuoto, lasciano decisamente a desiderare-si pensi, come qualcuno ha osservato su queso sitom al litigio dopo il tragico incidente. In piu, per evitare di fare spoiler, scrivo solo che il passaggio da una tragedia all altra appare troppo repentino ed illustrato frettolosamente.
Si esce dal cinema con un messaggio, nei contenuti e nella forma, ma anche con un senso di incompiutezza.
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francesco2
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domenica 2 gennaio 2022
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volenteroso, sensibile, vediamolo al cinema
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Nel suo precedenteed interessante Via castellana bandiera, la dante aveva realizzato un film anticinematografico, che meglio si coniuga con la sua attivita di autrice teatrale.
Anche questo film, pur con tanti difetti, si rivela sensibile e meritevole della visione in sala.
Mi riferisco ai ritratti delle sorelle come soggetti specifici, tramite dei primi piani mai estetizzanti e volti a catturarne le caratteristiche interiori. Inoltre, spunti come quello dei colombi manifestano una lettura che intende andare oltre l intrattenimento televisivo, come anche il finale, sincero, spoglio di retorica e melensaggini.
I meriti di quest opera, tuutavia, secondo chi scrive si fermano qui.
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Nel suo precedenteed interessante Via castellana bandiera, la dante aveva realizzato un film anticinematografico, che meglio si coniuga con la sua attivita di autrice teatrale.
Anche questo film, pur con tanti difetti, si rivela sensibile e meritevole della visione in sala.
Mi riferisco ai ritratti delle sorelle come soggetti specifici, tramite dei primi piani mai estetizzanti e volti a catturarne le caratteristiche interiori. Inoltre, spunti come quello dei colombi manifestano una lettura che intende andare oltre l intrattenimento televisivo, come anche il finale, sincero, spoglio di retorica e melensaggini.
I meriti di quest opera, tuutavia, secondo chi scrive si fermano qui. Per almeno due motivi. Le scene collettive, che dovrebbero illustrare il complesso sentimento comunque esistente tra le sorelle ed il loro senso di vuoto, lasciano decisamente a desiderare-si pensi, come qualcuno ha osservato su queso sitom al litigio dopo il tragico incidente. In piu, per evitare di fare spoiler, scrivo solo che il passaggio da una tragedia all altra appare troppo repentino ed illustrato frettolosamente.
Si esce dal cinema con un messaggio, nei contenuti e nella forma, ma anche con un senso di incompiutezza.
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emanuele 1968
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mercoledì 28 luglio 2021
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finche mi ricorderai, io vivrò.....
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( 3.5 ) Bellissimo, probabile che sia tratto da una storia vera/simile, in sostanza racconta una goliardata che le condizionerà le sorelle per tutta la vita.Il film sembra un lungometraggio, però è bello, personalmente un buon film, ben fatto sotto tanti aspetti, un film d'autore, ottimo.
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eugenio
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lunedì 22 febbraio 2021
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corpi e anima
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La plasticità dei corpi di un tempo che inevitabilmente sfilaccia le membra nell’immutabile onda senza fine che è la vita. Emma Dante, vincitrice del Premio Ubu per Le sorelle Macaluso, adattamento cinematografico del celebre spettacolo teatrale da lei diretto e portato in scena, realizza una pellicola potente e incisiva che si dipana entro un sentimento universale fatto di amore e di amicizia, un legame molto particolare, quello tra sorelle.
La mediterraneità dell’isola madre, la Sicilia, si specchia in una terrazza a Palermo nel cui abbaino tra colombe bianchissime, vivono cinque donne dalle diverse inclinazioni ma indissolubilmente legate, le sorelle Macaluso appunto.
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La plasticità dei corpi di un tempo che inevitabilmente sfilaccia le membra nell’immutabile onda senza fine che è la vita. Emma Dante, vincitrice del Premio Ubu per Le sorelle Macaluso, adattamento cinematografico del celebre spettacolo teatrale da lei diretto e portato in scena, realizza una pellicola potente e incisiva che si dipana entro un sentimento universale fatto di amore e di amicizia, un legame molto particolare, quello tra sorelle.
La mediterraneità dell’isola madre, la Sicilia, si specchia in una terrazza a Palermo nel cui abbaino tra colombe bianchissime, vivono cinque donne dalle diverse inclinazioni ma indissolubilmente legate, le sorelle Macaluso appunto. C’è Maria che ha la vocazione di divenire ballerina, che scambia candidi baci saffici e danza come eterea ninfa, c’è Pinuccia legata a un amore carnale indissolubile, c’è Lia che legge, c’è Katia che cerca di badare alle sorelle minori e c’è Antonella, la più piccola, che ride e guarda il cielo farsi sempre più blu tra stormi di colombe. E poi c’è Emma Dante che le segue con una telecamera ad altezza di bambina prima, di adulte, di anziane sul finire della loro esistenza poi, mentre battibeccano o si azzuffano, mentre litigano o parlano, nell’intreccio di una vita che si inventa, che si trucca, che oppone la bellezza alla miseria terrena della periferia palermitana.
La tragedia bussa alle porte della famiglia, quando nel Charleston, nome aulico di un disperante bagno privato con una piattaforma e scala arrugginita in mezzo al mare che si aggetta con pioli verticali nell’acqua profonda, Antonella cade e affoga. E il dolore unito al rimorso delle sorelle maggiori per non essere state capaci di impedirne la morte, permea l’ora e mezza del film, accompagnando le donne in ogni istante della loro vita. Quelle che scompariranno saranno animate da coloro che vivranno sempre cristallizzate all’età della morte della sorellina più piccola. Fino all’ultima colomba che solcherà il cielo segnandone per sempre la loro eterna scomparsa.
Film potente, metaforico, Le sorelle Macaluso è una storia semplice, che inneggia alla vita, all’amore, presentando, per converso, la morte in scena come protagonista assoluta a permeare l’esistenza delle cinque donne. Le sorelle Macaluso è un film sul tempo, sul valore della memoria che regala squarci di un passato mentre la scure, la falce della clessidra che scorre via come sabbia tra le vita, abbatte la ragnatela di memoria che le circonda. Il tempo che incide i volti e le vite delle sorelle, le piccole gioie quotidiane delle stagioni dell’esistenza, quella più solare dell’infanzia con l’estate, in una cornice piena di felicità e pranzi al sacco in spiaggia; quella della maturità con l’impervio sentiero per la consapevolezza amara della morte, quello della saggezza, è motore e guida della regista siciliana.
Scandendo l’afflato di una vita nel viaggio tormentato e in fondo gioioso, inframezzato da canzoni d’autore (Inverno di De Andrè interpretata da Franco Battiato, Meravigliosa creatura di Nannini tra le tante), colonna sonora, in parte retorica e ridondante- unica pecca del film- della responsabilità adulta e della vecchiaia, Emma Dante, emoziona, coinvolge, spiazza nella passione furiosa dei corpi, nelle anime di sorelle fragili nostalgicamente avvinte alla giovinezza ma timorose verso il futuro, in un confine sottile e distante di stanzette buie segnate dai rancori del tempo e dall’amarezza sopita. Vivete ci sembra dire la regista, vivete sino in fondo liberi come quelle colombe perché da quell’abbaino, c’è sempre una luce, una speranza a cui tendere, nell’afflato gioioso di un legame indissolubile.
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silvia dalmastri
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lunedì 9 novembre 2020
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meraviglioso
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Un capolavoro. Era da tempo che il cinema italiano non regalava un'opera di questo calibro, che viaggia sul livello più alto delle pietre miliari del cinema, in assoluto. Le attrici che interpretano prima le ragazzine, poi le giovani donne, e infine le donne anziane sono TUTTE incredibilmente splendide e intense, nei loro visi al naturale e senza trucco, si vede tutta la loro grandezza, il loro essere così profondamente vere e drammatiche. Tutte, dall'interprete più piccola alla più grande. Magistralmente dirette da una regista senza uguali, geniale, straordinaria, un Verga al femminile, che coglie tutto il mondo dentro ciascuna delle sorelle e lo esprime nella maniera più cruda e sofferente.
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Un capolavoro. Era da tempo che il cinema italiano non regalava un'opera di questo calibro, che viaggia sul livello più alto delle pietre miliari del cinema, in assoluto. Le attrici che interpretano prima le ragazzine, poi le giovani donne, e infine le donne anziane sono TUTTE incredibilmente splendide e intense, nei loro visi al naturale e senza trucco, si vede tutta la loro grandezza, il loro essere così profondamente vere e drammatiche. Tutte, dall'interprete più piccola alla più grande. Magistralmente dirette da una regista senza uguali, geniale, straordinaria, un Verga al femminile, che coglie tutto il mondo dentro ciascuna delle sorelle e lo esprime nella maniera più cruda e sofferente. Mi inchino di fronte alla superlativa Emma Dante e a ciascuna delle eccezionali interpreti.
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domenica 11 ottobre 2020
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le sorelle macaluso.
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Complimenti Gandolfi per la bella recensione, fa piacere leggere prosa di qualità. Domani andremo a vedere questo film. Buona domenica. Antonio Simondo.
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maramaldo
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venerdì 9 ottobre 2020
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"vitti ''na crozza"
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"Sicilia bedda", addio. L'ultimo film. Non vedo appiglio migliore per indurvi a vederlo. Per un bel pezzo, a nessuno verrà la voglia di occuparsi dell'Isola, degli isolani, di Palermo e dintorni.
Contiene pure elementi di criticità la "pièce" trasposta sullo schermo per renderla digeribile grazie a qualche spruzzo e sprazzo dell'azzurro Tirreno. Mi spiego. La prendo alla larga. Ai Caraibi, una discendenza di schiavi maltrattati produce corpi scultorei, fattezze che vincono concorsi di bellezza. Qui, da conquistatori altezzosi si ricavano le livide sorelle di cui sopra. Questione di estetica, oziosa mi direte, quando c'è ben altro scavo.
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"Sicilia bedda", addio. L'ultimo film. Non vedo appiglio migliore per indurvi a vederlo. Per un bel pezzo, a nessuno verrà la voglia di occuparsi dell'Isola, degli isolani, di Palermo e dintorni.
Contiene pure elementi di criticità la "pièce" trasposta sullo schermo per renderla digeribile grazie a qualche spruzzo e sprazzo dell'azzurro Tirreno. Mi spiego. La prendo alla larga. Ai Caraibi, una discendenza di schiavi maltrattati produce corpi scultorei, fattezze che vincono concorsi di bellezza. Qui, da conquistatori altezzosi si ricavano le livide sorelle di cui sopra. Questione di estetica, oziosa mi direte, quando c'è ben altro scavo. D'accordo, ma non da sottovalutare.
Al fine di evitare una class action delle oltre 1500 famiglie che portano il nome, diramerei un comunicato che assicuri quella popolazione che ancora fra di essa si trovano bellezza e leggiadria, prestanza e sex appeal. Suggerisco, altresì, di evidenziarlo sui social magari creando appositi blog.
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