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lunedì 21 novembre 2022
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un uomo tranquillo
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felicity
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mercoledì 17 marzo 2021
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un film che riesce a mescolare vari generi
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Comincia sotto una pesante coltre di neve Un uomo tranquillo. Comincia e finisce, in mezzo alla neve. Ma se in principio quel bianco ovattato sembra dare sostanza alla pesantezza di un dramma familiare, ben presto da quel greve candore emerge il nero dell’humour che in realtà caratterizza l’ultimo film di Hans Petter Moland, remake del suo In ordine di sparizione del 2014.
Ancor più dell’originale, Un uomo tranquillo è un film dove gli ingredienti non lasciano prevedere il risultato e il dipanarsi della vicenda. Mix di generi che si trovano in equilibrio, il film intrattiene lo spettatore tra suspense, divertimento ed emozione.
Il vortice di violenza sistematica che il film scatena è colorato dall’ironia del vedere trionfare su un gruppo di professionisti del crimine “un uomo tranquillo” e inesperto in materia di esecuzioni e vendetta.
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Comincia sotto una pesante coltre di neve Un uomo tranquillo. Comincia e finisce, in mezzo alla neve. Ma se in principio quel bianco ovattato sembra dare sostanza alla pesantezza di un dramma familiare, ben presto da quel greve candore emerge il nero dell’humour che in realtà caratterizza l’ultimo film di Hans Petter Moland, remake del suo In ordine di sparizione del 2014.
Ancor più dell’originale, Un uomo tranquillo è un film dove gli ingredienti non lasciano prevedere il risultato e il dipanarsi della vicenda. Mix di generi che si trovano in equilibrio, il film intrattiene lo spettatore tra suspense, divertimento ed emozione.
Il vortice di violenza sistematica che il film scatena è colorato dall’ironia del vedere trionfare su un gruppo di professionisti del crimine “un uomo tranquillo” e inesperto in materia di esecuzioni e vendetta.
Umorismo macabro e situazioni surreali si mischiano con risultati irresistibili, supportati da un’ottima recitazione e da una buona scrittura dei personaggi, ben disegnati anche quando sono presentati solo pochi minuti prima di essere fatti fuori dalla trama, e che riescono ad essere tridimensionali ma anche simbolici: se gli uomini sono ciecamente immersi nella loro sete di vendetta, violenza e denaro, i personaggi femminili si distaccano dalle loro azioni e contrastano le loro decisioni, evidenziando con sguardo esterno i comportamenti ridicoli degli uomini che portano avanti la vicenda del film.
Così come spetta al figlio del Vichingo, nonché unico bambino del film, l’unico ruolo pienamente positivo: acuto e sensibile, oasi di tenerezza, buon senso e intelligenza nell’occhio del ciclone della mattanza, è lui a far vacillare le aspettative dello spettatore e a dare la speranza di una via d’uscita.
Nell’evidenziare il meccanismo di come da una singola vendetta si generi inesorabilmente una inutile e assurda strage, Un uomo tranquillo si rivela un ottimo remake, riuscito grazie alla scelta del cast e all’ambientazione: se alla Norvegia sostituiamo il Colorado entrano in gioco le minoranze native americane, il quadro d’insieme si arricchisce e si intrecciano problematiche diverse.
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mirkotommasicinema
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martedì 1 dicembre 2020
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appagante
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La tranquillità di un uomo viene turbata quando il suo amato figlio muore in circostanze misteriose. Potente messa in scena del celebre adagio sui buoni che diventano cattivi, appaga anche grazie ad una performance implacabile di L. Neeson.
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enzo70
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giovedì 16 aprile 2020
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l'ennesima replica di un buon film. noioso
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Cosa fa un uomo normale quando per una serie di vicende scopre che il figlio è morto a seguito di una catena criminale? La risposta nel cinema è abbastanza scontata, diventa banale oramai se il padre è Liam Neeson che ci colpì con Taken nel 2008, ma poi ha deciso che la formula funzionasse così bene da dover riproporre quello schema all’infinito. Questo film, azione allo stato puro, un morto ogni cinque minuti, va esattamente in quella scia, tutto scontato all’inverosimile, nonostante il movimento alla fine diventa noioso. La storia di Nels Coxman alla fine sconta il peccato di origine dell’interprete che rischia di sprecare gran parte delle importanti potenzialità che ha.
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Cosa fa un uomo normale quando per una serie di vicende scopre che il figlio è morto a seguito di una catena criminale? La risposta nel cinema è abbastanza scontata, diventa banale oramai se il padre è Liam Neeson che ci colpì con Taken nel 2008, ma poi ha deciso che la formula funzionasse così bene da dover riproporre quello schema all’infinito. Questo film, azione allo stato puro, un morto ogni cinque minuti, va esattamente in quella scia, tutto scontato all’inverosimile, nonostante il movimento alla fine diventa noioso. La storia di Nels Coxman alla fine sconta il peccato di origine dell’interprete che rischia di sprecare gran parte delle importanti potenzialità che ha. In realtà il ripetersi dello schema narrativa rende anche il doppiaggio insopportabile, quel tono di voce diventa una sorta di nenia. Liam Neeson deve assolutamente cambiare, rischia di diventare la controfigura di quell’ottimo attore che è.
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melies
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mercoledì 18 dicembre 2019
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chi fa i remake di se stesso soffre di insicurezza
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la lapidaria frase di lancio della mia recensiopne è made in me e in realtà non vuole dire niente,
Se dovessi recensire oggi "In ordine di sparizione" sarei incerto fra 4 e 5 stelle, a qiesto ne posso dare 3 perchè tutta l'originalità si è persa.
Mi chiedo (e sarei lieto se chi più espereto di me mi rispondesse) se la decisione di rifare un film azzeccato e tutto da vedere ambientato nel nord Europa semplicemente riambientandolo nel nord America è dovuta ad un (ingiustificato) senso di inferiorità cinematografico norvegese nei confronto dell'america o a ragioni di mercato nel qual caso si spiegaherebbe la nascita del film.
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la lapidaria frase di lancio della mia recensiopne è made in me e in realtà non vuole dire niente,
Se dovessi recensire oggi "In ordine di sparizione" sarei incerto fra 4 e 5 stelle, a qiesto ne posso dare 3 perchè tutta l'originalità si è persa.
Mi chiedo (e sarei lieto se chi più espereto di me mi rispondesse) se la decisione di rifare un film azzeccato e tutto da vedere ambientato nel nord Europa semplicemente riambientandolo nel nord America è dovuta ad un (ingiustificato) senso di inferiorità cinematografico norvegese nei confronto dell'america o a ragioni di mercato nel qual caso si spiegaherebbe la nascita del film.
Gli altri argomenti non riguarderebbero questa pellicola ma quella originale "in ordine di sparizione" (Liam Neeson contro Stellan Skasgaard ?).
Ho visto entrabi i film, obbligato a vederne uno solo sceglierei il primo
PS: ma perchè non concordo mai con le "stelline" dei dizionari ?
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elgatoloco
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mercoledì 18 dicembre 2019
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cold pursuit
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"COld Pursuit, 2019, peraltro remake di un film dello stesso regista("Kraftidioten", il Norvegese Hans-Petter Moland)di appena un lustro prima, induce prima di tutto a una considerazione banale ma dimostrabile: oggi i remakes si fanno ben poco dopo la realizzazione del primo film, dell'"archetipo", dell'originale. C'è da dire che la tessiruta ìfilmico.drammaturgica è ottima, l'ambientazione tipicamente nordica, con tanto di Rocky Mountains , con una "ridente"località sciiistico-.tursitica piena , peraltro, di droga-anche qui la venatura tipicamente"nordica"(i famosi thriller)che coglie sempre il"serpente nella mela".
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"COld Pursuit, 2019, peraltro remake di un film dello stesso regista("Kraftidioten", il Norvegese Hans-Petter Moland)di appena un lustro prima, induce prima di tutto a una considerazione banale ma dimostrabile: oggi i remakes si fanno ben poco dopo la realizzazione del primo film, dell'"archetipo", dell'originale. C'è da dire che la tessiruta ìfilmico.drammaturgica è ottima, l'ambientazione tipicamente nordica, con tanto di Rocky Mountains , con una "ridente"località sciiistico-.tursitica piena , peraltro, di droga-anche qui la venatura tipicamente"nordica"(i famosi thriller)che coglie sempre il"serpente nella mela"... Qui il responsabile di tutti gli omicidi è un uomo"tranquillo"cui è stato ucciso, con un'overdose, il figlio che non era un"tossico"e lui, sulle orme dei più grandi vendicatori della storia, si rifà su tutti quelli che è possibile colpire, dove le didascalie illustrano(con un certo humor nero)le vittime(tutti criminali)con le denominazioni che fnano parte della loro qualifica come pseudonimi, pseudonimi tutti decisamente ed efficacemente coloriti, descritti molto bene in dei"couplets"filmici di rara efficacia, Che poi si preferisca, piuttosto, il grande Charles Bronson diretto da Michael Winner come"giustiziere della notte"è una scelta libera e(da parte di chi scrive)condivisbile, ma Liam Neeson p unm ottimo protagonista,anche se l'espressione finale di Tom Jackson, "Toro Bianco", superspacciatore di droga nativo americano nelle sequenze finali, quando si accorge di essere stato accomunato dalla sorte a Neeson, vale tutto il fim da sola... Bene anche Laura Dern e altri/e. El Gato
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r.a.f.
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mercoledì 18 settembre 2019
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tranquillo ma non troppo
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Difficile riuscire a immaginare un film in cui commedia e dramma siano così ben armonizzati come in questa pellicola. La storia parte da una tragedia, la morte dell’unico amatissimo figlio di un tranquillo autista di spazzaneve, e si trasforma lentamente e progressivamente in una spiazzante black comedy, ricca di situazioni grottesche e di freddure fulminanti. Liam Neeson si trova perfettamente a suo agio nel personaggio del padre disperato, che decide di vendicare la morte del figlio ucciso da narcotrafficanti, e si trasforma in un giustiziere risoluto e spietato, senza freni né remore di alcun tipo. Tuttavia la trama non deve trarre in inganno: non siamo di fronte all’ennesimo film di vendetta a cui Neeson ci ha abituato, ma a qualcosa di veramente nuovo ed originale, in cui scene di una violenza quasi insopportabile si alternano a momenti di comicità spontanea che disorientano lo spettatore, senza però mai togliere tensione o ritmo alla storia.
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Difficile riuscire a immaginare un film in cui commedia e dramma siano così ben armonizzati come in questa pellicola. La storia parte da una tragedia, la morte dell’unico amatissimo figlio di un tranquillo autista di spazzaneve, e si trasforma lentamente e progressivamente in una spiazzante black comedy, ricca di situazioni grottesche e di freddure fulminanti. Liam Neeson si trova perfettamente a suo agio nel personaggio del padre disperato, che decide di vendicare la morte del figlio ucciso da narcotrafficanti, e si trasforma in un giustiziere risoluto e spietato, senza freni né remore di alcun tipo. Tuttavia la trama non deve trarre in inganno: non siamo di fronte all’ennesimo film di vendetta a cui Neeson ci ha abituato, ma a qualcosa di veramente nuovo ed originale, in cui scene di una violenza quasi insopportabile si alternano a momenti di comicità spontanea che disorientano lo spettatore, senza però mai togliere tensione o ritmo alla storia. Ne risulta un film godibilissimo, ben sostenuto da un gruppo di attori che sanno stare al gioco, da una sceneggiatura perfettamente calibrata e da una regia agile e spedita che valorizza il tutto. Originali e piacevolissimi anche i titoli di coda, da vedere fino alla fine.
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matilde
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domenica 25 agosto 2019
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bellissimo
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Questa sera io e mio matito abbiamo deciso di vedere un film.... Un uomo tranquillo. Dalla trama, ci aspettavamo il solito film di vendetta/azione. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi. Vedetelo se vi capita. Bellissimo, divertente nella sua tragicità. Molto ben fatto. Scoppierete a ridere anche per i titoli di coda.
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muttley72
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sabato 20 luglio 2019
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stile troppo ironico e trama poco veritiera
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"Film d'azione che però si distacca dallo "stile classico" che anche Neeson nei suoi film tipo la serie di "Taken" ha utilizzato. Qui la trama "gioca" sulla tipica vendetta verso i delinquenti (che hanno ucciso il figlio del protagonista), ma la serie di morti non arrivano con azioni spettacolari o sparatorie (ce ne sono ma sono sotto tono), ma anche facendo scontrare tra loro 2 bande di spacciatori che poi si eliminano a vicenda. La trama è poco credibile ed Il film è pervaso da una sorta di ironia di cui è simbolo (per ogni morto ammazzato) la schermata col suo epitaffio e con soprannome e data di nascita e morte. Sinceramente io preferisco lo stile del film di azione o thriller "classiche" senza fronzoli o trame forzatamente bizzarre o ironie fuori posto.
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"Film d'azione che però si distacca dallo "stile classico" che anche Neeson nei suoi film tipo la serie di "Taken" ha utilizzato. Qui la trama "gioca" sulla tipica vendetta verso i delinquenti (che hanno ucciso il figlio del protagonista), ma la serie di morti non arrivano con azioni spettacolari o sparatorie (ce ne sono ma sono sotto tono), ma anche facendo scontrare tra loro 2 bande di spacciatori che poi si eliminano a vicenda. La trama è poco credibile ed Il film è pervaso da una sorta di ironia di cui è simbolo (per ogni morto ammazzato) la schermata col suo epitaffio e con soprannome e data di nascita e morte. Sinceramente io preferisco lo stile del film di azione o thriller "classiche" senza fronzoli o trame forzatamente bizzarre o ironie fuori posto. Per me è deludente, ma altri forse ci possono cogliere un toco di originalità a cui io avrei fatto volentieri a meno. Due stelle
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martedì 2 luglio 2019
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plagio
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é la brutta copia in versione americana di "In ordine di sparizione" . quest'ultimo ambientato in Norvegia. Come si fa a produrre un film del genere?
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